15 Agosto 2024 - 09:52:56
di Martina Colabianchi
Si susseguono, purtroppo, in queste giornate di ferie estive, notizie su pesanti incidenti in montagna, a volte anche mortali.
Se, da una parte, il nostro Gran Sasso attrae numerosi escursionisti ogni estate ad esplorarne le vette, molti sono spesso gli avventori poco e male equipaggiati che non usano buon senso e che, apparentemente, non hanno consapevolezza delle proprie reali capacità.
E’ questo il succo dell’intervento di Giampiero Di Federico, nota guida alpina, scrittore ed amante della montagna, alla Festa della montagna di Fara San Martino dove erano presenti, tra gli altri, il presidente nazionale del Soccorso alpino, il presidente regionale dello stesso, il presidente regionale del CAI Abruzzo, il direttore del Parco Nazionale Maiella e il deputato Nazario Pagano.
Nel corso del suo intervento, Di Federico ha sottolineato come spesso molti interventi dell’elisoccorso vengano effettuati per persone che hanno semplicemente “finito l’acqua nella borraccia” o che non riescano a proseguire nel cammino perché male equipaggiati o perché hanno scelto un percorso troppo arduo rispetto alle proprie reali capacità.
Tema, questo, non nuovo e che ha portato già a ragionare, per quanto riguarda l’Abruzzo, se non sia il caso di applicare la legge regionale del 27 dic. 2016 n. 42, aggiornata nel 2022, di cui un comma prevede che “gli interventi di soccorso e di elisoccorso in ambiente impervio o ostile, inclusi recupero e trasporto, siano soggetti a una compartecipazione alla spesa da parte dell’utente trasportato, qualora non sia necessario un accertamento diagnostico o prestazioni sanitarie presso un pronto soccorso“.
Al di là del tema dei soccorsi e del loro costo, Giampiero Di Federico si sofferma sull’importanza del fare formazione e informazione, anche attraverso apposita cartellonistica sui sentieri, ma anche sulla necessaria preparazione prima di intraprendere un’escursione che, sia essa semplice o più complessa, deve essere sempre programmata nei minimi dettagli.
A questo proposito, la guida alpina ricorre ad un concetto molto esplicativo e che utilizza spesso nei suoi libri: l’uomo in montagna deve comportarsi come un lupo diffidente o un uomo delle caverne, perché se il primo viene morso da un cane non può più camminare e, quindi, cacciare per vivere, mentre l’uomo delle caverne non può permettersi di farsi male perché non ci sono ospedali che possano curarlo.
Di seguito il video dell’intervento completo.