19 Agosto 2024 - 09:53:45

di Tommaso Cotellessa

Sono 2.640 le firme raccolte in soli tre giorni per contrastare la decisione della Giunta regionale abruzzese con la quale è stato autorizzato l’abbattimento di circa 500 esemplari di cervo all’interno della regione dei parchi. Ora il prossimo obiettivo da raggiungere è quello di 5000 firme.

La petizione, intitolata No all’uccisione di 500 cervi in Abruzzo! Salviamoli!, è stata lanciata sul sito change.org il 17 agosto da un gruppo di attivisti. Il riscontro è stato ampio ed immediato.

La disposizione sancita dalla Regione Abruzzo è stata resa nota l’8 Agosto, quando la Giunta regionale dell’Abruzzo ha approvato  il calendario venatorio regionale stagione 2024-2025 per l’esercizio del prelievo in forma selettiva del cervo. In questo documento è stato disposto che il piano di abbattimento avverrà in due aree dell’Aquilano, al di fuori delle aree protette e della zona di protezione esterna del parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e sarà effettuato esclusivamente da cacciatori abilitati. Proprio in questo documento si prevede l’abbattimento di circa 500. Una disposizione che per i promotori della petizione provocherà gravi ripercussioni sulla flora e fauna del territorio nonchè sul turismo!

Questa petizione – scrivono ancora gli attivisti – serve per cercare di far cambiare idea per questa decisione invalidante per la regione e per la natura. Siamo la regione più verde d’Europa, proteggiamo e salvaguardiamo tutta la bellezza che c’è!

Con queste parole associazioni ambientaliste e attivisti invitano a prendere parte e contribuire alla raccolta firme.

Gli appelli delle associazioni ambientaliste

Riguardo la decisione della regione il WWF ha dichiarato per mezzo dei suoi rappresentanti:

Il Cervo in Abruzzo, da animale iconico e rappresentativo della natura selvaggia della nostra Regione, diventa bersaglio dei cacciatori, e si abbandona impunemente la visione di una regione capace di convivenza con la fauna selvatica, e, soprattutto, si tradisce un modello di educazione ambientale e di tutela della biodiversità faticosamente delineato negli anni”.

Anche l’ Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (AIDAA) è intervenuta con toni fermi e netti sulla vicenda, parlando di una decisione presa a seguito delle pressioni di agrari e cacciatori.

I cervi – scrivono i rappresentanti dell’associazione – sono un simbolo dell’Abruzzo come gli orsi marsicani, la decisione della giunta Marsilio di abbatterne quasi 500 è una scelta che non risolve in alcun modo le problematiche presenti sul territorio ma solo un regalo fatto ai cacciatori ed agli agrari. E’ una scelta folle e scellerata- concludono gli animalisti di AIDAA– alla quale ci opporremo in tutti i modi, chiediamo che la situazione venga azzerata e si apra un tavolo di confronto anche con le associazioni animaliste per trovare soluzioni alternative che non prevedano l’abbattimento di nessun ungulato“.

Dissenso anche nel centro-destra

Ma il dissenso nei confronti della direttiva regionale non è pervenuto solo da associazioni ambientaliste e banchi dell’opposizione. Voci contrarie infatti si sono levate anche in seno al centro-destra.

È stato ad esempio un “no” fermo quello espresso dall’On. Nazario Pagano, al quale si è associata l’On. Michela Vittoria Brambilla (Noi moderati), presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la Tutela dell’ambiente, la quale ha dichiarato

Non vorrei che l’Abruzzo, finora modello positivo di gestione della fauna selvatica, cominciasse a seguire il pessimo esempio del Trentino. I cervi sono il simbolo stesso, quanto l’orso marsicano, del ricchissimo patrimonio naturale di quei territori e vanno lasciati nella loro casa. Invece di affidarsi al grilletto dei cacciatori, lobby sempre cara a chiunque cerchi facili consensi, perché – continua la deputata di Nm – non si dà spazio alla prevenzione? Recinzioni e dissuasori per proteggere i campi, sottopassi e corridoi ecologici per ridurre gli incidenti automobilistici. Le risorse ci sono o si possono trovare. Sembra invece che manchi la volontà politica: è più facile accontentare questa o quella categoria piuttosto che progettare la convivenza con gli animali selvatici, che non votano. Votano però gli amanti della natura, che sono tantissimi. Mi auguro perciò che la giunta Marsilio torni sui suoi passi e fermi la strage dei cervi“.

La dura posizione del Movimento 5 Stelle

Durissima è la presa di posizione del Movimento 5 Stelle abruzzese che , per mezzo di una nota congiunta della senatrice Gabriella Di Girolamo, della consigliera regionale Erika Alessandrini e del capogruppo in Regione Abruzzo Francesco Taglieri, definisce la delibera sull’abbattimento dei cervi “l’ultimo delirio in ordine di tempo di una classe politica regionale palesemente inadeguata”.

Per i pentastellati infatti l’abbattimento non può essere la soluzione, ma solo una decisione dettata dalla “Strana concezione della tutela dell’ambiente e delle biodiversità che caratterizza il centrodestra regionale, come dimostrato da ultimo con il tentativo di eliminare la riserva del Borsacchio. Mancano di visione strategica e di pianificazione, si prodigano in annunci a tutto campo sui media e alla fine, di fronte a problemi concreti che hanno preferito sottovalutare e non tenere nella debita attenzione, si ritrovano ad improvvisare. In sintesi, a furia di spararla grossa sono giunti alla conclusione che l’unica soluzione sia, appunto, sparare.