20 Agosto 2024 - 18:36:37

di Tommaso Cotellessa

La transizione digitale delle imprese italiane, elemento chiave per la competitività sul mercato globale, sta incontrando un ostacolo crescente: la difficoltà di reperire personale qualificato. Un allarme lanciato da Confartigianato, che ha rivelato come le aziende del Paese abbiano bisogno di circa 699mila lavoratori con competenze digitali avanzate. Tuttavia, la metà di queste posizioni (51,8%) resta vacante. La situazione è particolarmente critica in Abruzzo, dove il 52% delle figure professionali richieste dalle imprese non è disponibile.

La regione abruzzese, che necessita di 6.930 specialisti in ambiti quali intelligenza artificiale, cloud computing, Industrial Internet of Things (IoT), data analytics, big data, realtà virtuale e aumentata e blockchain, si trova a fronteggiare una grave carenza di personale con le competenze necessarie. Questo dato colloca l’Abruzzo tra le regioni con le maggiori difficoltà nel reperire lavoratori qualificati, superando la media nazionale.

A livello provinciale, L’Aquila, Chieti, Pescara e Teramo registrano percentuali di mismatch tra domanda e offerta che riflettono la tendenza regionale e nazionale. La difficoltà di trovare lavoratori con competenze digitali adeguate rappresenta un freno allo sviluppo tecnologico e all’innovazione delle piccole e medie imprese locali.

Marco Granelli, Presidente di Confartigianato, ha sottolineato la necessità di un’adeguata politica formativa e di un dialogo più stretto tra il sistema educativo e le imprese. “Le nostre aziende devono poter contare su lavoratori in grado di padroneggiare le nuove tecnologie. È fondamentale investire nella formazione tecnica e professionale, avvicinando i giovani alle discipline STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica)“, ha dichiarato Granelli.

Per fronteggiare la carenza di personale, molte imprese a livello nazionale stanno adottando diverse strategie. Il 32,6% dei piccoli imprenditori punta su aumenti salariali, il 28,5% sulla flessibilità degli orari di lavoro, e il 24,9% sulla collaborazione con le scuole, in particolare con gli istituti tecnici e professionali. Tuttavia, queste misure non sembrano ancora sufficienti a colmare il gap esistente.

In uno scenario in cui le competenze digitali diventano sempre più cruciali, l’Abruzzo rischia di rimanere indietro, con un impatto negativo sull’economia regionale e sulla capacità delle imprese di competere sul mercato. La sfida, ora, è quella di mettere in atto politiche efficaci per attrarre e formare i talenti necessari a guidare la transizione digitale.