21 Agosto 2024 - 11:05:50
di Redazione
“Oggi più che mai, anche sulla scorta di quanto accaduto trenta anni fa con i cinghiali, dobbiamo riflettere sulla straordinarietà ed eccezionalità del numero di animali selvatici che vivono nella nostra regione. Non possiamo limitarci ad una riflessione esclusivamente ambientalista ma dobbiamo considerare l’aspetto sociale, economico e soprattutto ciò che la storia di questa regione ci insegna”.
Lo dice Coldiretti Abruzzo intervenendo sulla querelle nata intorno alla delibera regionale sull’abbattimento dei cervi.
“Nessuno vuole estinguere alcuna delle tipologie di animali selvatici ma è sotto gli occhi di tutti quanto sia venuto meno il giusto equilibrio tra l’uomo, l’agricoltore e la presenza dei selvatici, esattamente come è successo trenta anni a partire con gli ungulati – dice Pietropaolo Martinelli presidente Coldiretti Abruzzo – Per questa ragione, vediamo favorevolmente quanto proposto dalla regione e chiediamo un ulteriore passo in avanti, che si concretizzi cioè il piano straordinario di abbattimento dei troppi cinghiali. Ci sorprende che, tra coloro che dovrebbero tutelare l’agricoltura e l’allevamento, per proteggere i cervi dimentiche che gli agricoltori sono esempio virtuoso ma fragile di una economia che rischia veramente di scomparire con danni economici e sociali altissimi. Il tema non è di parte, tantomeno di parte politica. Ricordiamo inoltre che il controllo faunistico di questa specie è già previsto da molti anni in molte Regioni italiane e che, come per gli ungulati, la situazione potrebbe addirittura peggiorare. E’ necessario risolvere il problema di tutta la fauna selvatica a partire dalla specie più temuta, i cinghiali, su cui ricordiamo alla Regione Abruzzo che siamo in attesa e fiduciosi che gli impegni vengano rispettati entro settembre”.