FPerdonanza: una lettura rivoluzionaria della vita e dell’opera di Celestino V nel saggio “La Via degli Angeli” di Fernando Frezzotti
22 Agosto 2024 - 17:12:03
Nazareth rappresentano un binomio imprescindibile. Celestino V accetta,
infatti, di farsi nominare Papa il 5 luglio 1294 in modo da poter
portare a termine l’incarico che gli era stato conferito da Papa
Gregorio X, ossia quello di realizzare un luogo degno per poter
collocare la Santa Casa, già smontata e salvata da Nazareth e
temporaneamente custodita prima in una fortezza templare a Cipro
(1273-1283), poi a Pyli in Tessaglia (1283-1291) e infine ad Arta
d’Epiro (1291-1294). Di conseguenza la vera rinuncia non è quella di
papa Celestino al pontificato, ma quella di Pietro del Morrone alla vita
eremitica per raggiungere l’obiettivo di collocare la Santa Casa a
l’Aquila in quella che era diventata la Basilica di Collemaggio.
È questa la tesi rivoluzionaria contenuta nel saggio “La Via degli
Angeli – La traslazione delle Pietre della Santa Casa” di Fernando
Frezzotti ((Ed. Il Lavoro Editoriale) che ricostruisce in un arco
temporale di oltre 21 anni la traslazione a Loreto della Santa Casa di
Nazareth, salvata dalla Terrasanta, individuando il ruolo avuto dagli
Angelo-Comneno, Despoti di Tessaglia ed Epiro, da due fra i più noti
Grandi Maestri templari e da due Papi Gregorio X e Celestino V.
“La Via degli Angeli – sottolinea Frezzotti – è un’indagine
storico-geopolitica dell’operazione che ha consentito il salvataggio
della Santa Casa da Nazareth, ma anche del suo, non programmato, arrivo
a Loreto. Oltre a confermare, da un lato, l’autenticità della reliquia,
ponendo così fine alla cosiddetta “questione lauretana”, dall’altro,
mettendo capillarmente in evidenza committenza, governo, esecuzione,
custodia, relativi contesti storici, itinerari e soste della
traslazione, consente di individuare i veri protagonisti nei loro
rispettivi ruoli e, per quanto riguarda Celestino V, tutt’altro che
ignarus et simplex come ci è stato sin qui tramandato, di poter
riformulare il giudizio storico sul suo vissuto e sul suo pontificato”.
Il saggio individua anche il legame tra le vicende della Traslazione e
la plurisecolare “Corsa degli Zingari” che si svolge a Pacentro (AQ) la
prima domenica di settembre. Dopo aver ordinato che la Santa Casa
venisse deposta a Loreto – venuta meno la possibilità che lo fosse a
Collemaggio, per un contrasto insorto sulla legittimità del possesso con
Carlo II d’Angiò, re di Napoli – Celestino V mandò dei messaggeri da
L’Aquila al convoglio che, in attesa degli ordini di Celestino sostava
ad Angeli di Varano (AN) da cui parte la Strada degli Zingari, stava
trasportando la Santa Casa pretendendo la conferma che il suo messaggio
fosse stato ricevuto e compreso e che il suo ordine fosse eseguito.
Per sicurezza la “ricevuta di ritorno” a Celestino fu a affidata a due
distinti gruppi di messaggeri tra i quali un gruppo di fanti appiedati
di etnia valacca e denominati “Zingari” che raggiunsero Celestino V il
12 ottobre 1294 quando, diretto verso Napoli, si trovava a Pacentro dove
da oltre seicento anni, si tiene annualmente la Corsa degli Zingari, una
gara podistica di circa un chilometro, organizzata dalla Confraternita
Madonna di Loreto che vede come suo traguardo l’altare della chiesetta
di Pacentro dedicata alla Madonna di Loreto.
I primi risultati degli studi di Frezzotti sulla vicenda storica della
Santa Casa di Loreto sono stati pubblicati a partire dal 2018 dalla
rivista “Studi sull’Oriente Cristiano” edita dall’ Accademia Angelico
Costantiniana presieduta da Alessio Angelo Comneno, discendente diretto
della famiglia imperiale degli Angelo-Comneno Ducas e, segnatamente, dei
Despoti di Epiro e Tessaglia.