24 Agosto 2024 - 08:11:50
di Marco Giancarli
Otto anni fa alle 3,36 di mattina del 24 agosto 2016 il devastante terremoto che sconvolse il Centro Italia e che ad Amatrice, Accumoli ed Arquata del Tronto, fece vedere tutta la sua furia radendo quasi al suolo non solo le case, ma anche e soprattutto la vita di 299 persone e con loro i sogni e le speranze di una generazione.
Sembrava ieri eppure sono trascorsi otto lunghi anni quando i soccorritori dovetterero passare sui tetti delle abitazioni crollate, scavando con ogni mezzo a disposizione, a mani nude quando necessario, per cercare di estrarre vivo dalle macerie dei palazzi crollati qualche povero disperato che ha avuto la fortuna, si fa per dire, di non morire sotto quell’inferno di ferro e calcestrutto di ciò che fino a pochi istanti prima chiamava casa.
Come per L’Aquila anche Amatrice e gli altri Comuni del Centro Italia colpiti, sono stati sbalzati fuori dal luogo che ritenevano più sicuro, la propria casa, il proprio letto.
Scaravantati in una realtà neanche lontanamente immaginabile per chi, fortunatamente, non l’ha vissuta sulla propria pelle, lìddove le lacrime si vanno ad impastare sul viso con il cemento polverizzato di quelle travi, di quei pilastri venuti giù come castelli di carta, in pochi secondi.
Oggi, ad Amatrice, una cerimonia per ricordare chi non c’è più e per non dimenticare ciò che è accaduto affinché non possa mai più accadere alla presenza del sindaco di Amatrice Sergio Cortellesi, del sottosegretario Fausta Bergamotto, delegata dal premier Giorgia Meloni, del ministro Andrea Abodi e di chi nell’immediata emergenza e negli anni a venire, non si è risparmiato per cercare di tornar a dare un futuro degno di questo nome ad una comunità intera.
Alla cerimonia ha presenziato anche il commissario straordinario per la Ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli.
“Sono passati 8 anni ma il ricordo è sempre vivo – ha commentato Cortellesi – Una ferita che sanguina quotidianamente. Sono morte 239 persone ad Amatrice con una popolazione di 2600 abitanti. Una ferita enorme. Ognuno di noi è rimasto segnato indelebilmente per tutta la vita. Finalmente da un anno e mezzo c’è un colloquio costante con governo, Regione e commissario. Parliamo la stessa lingua, abbiamo fatto squadra e i risultati si cominciano a vedere”.
“Oggi è il giorno del ricordo e del dolore e per fare onore alle vittime – ha detto la Bergamotto – Il governo è presente. Il commissario Castelli sta lavorando molto. Sulla ricostruzione c’è tantissimo da fare, è evidente. Sono stati commessi degli errori di programmazione in passato, ma nell’ultimo anno e mezzo un cambio di passo si è cercato di darlo. Questo ovviamente è agevolato anche dalla collaborazione tra i vari livelli istituzionali, quindi le Regioni coinvolte con i vari presidenti che si sono anche alternati, i Comuni, i sindaci, la struttura commissariale e il governo che è intervenuto con provvedimenti normativi importanti per cercare di agevolare e snellire le procedure”.
“C’è un cambio di passo anche nella percezione della comunità – ha affermato il ministro Abodi – D’altro canto, questo non lo considero soltanto il giorno del ricordo ed è giusto che sia anche il giorno dell’impegno, del rinnovo dell’impegno quotidiano attraverso il lavoro proficuo, certosino, sistematico, pianificato del commissario Castelli e di tutta la sua struttura commissariale che lavora per restituire opportunità a questa comunità e per riallacciare i fili di una umanità che si è strappata 8 anni fa e che non è facile ricostruire. Dobbiamo rendere onore a quel dolore che rinnoviamo il 24 di agosto per fare in modo che la comunità riprenda a vivere e ritorni soprattutto nei giovani, potendo trovare opportunità che sono non soltanto di studio, di sport, ma di vita e di lavoro”.
“Da un punto di vista operativo per la gestione delle emergenze la Protezione civile è una clamorosa macchina organizzativa che tutti i cittadini e le istituzioni hanno imparato a conoscere nel tempo, ovvio che è necessario continuare a muoversi in una direzione di maggiore coordinamento istituzionale senza dimenticare il contributo del volontariato di protezione civile”, ha spiegato Fabio Ciciliano capo dipartimento Protezione civile.
“Circa 300 persone persero la vita a seguito del terremoto che otto anni fa scosse non solo il Centro Italia ma l’intero Paese. Alla comunità così duramente colpita, la Croce Rossa Italiana fece una promessa: non vi lasceremo soli. Davanti alle macerie di palazzi, strade, piazze, scuole, decidemmo di non abbandonare quei territori. Ancora oggi siamo lì, al fianco di chi porta dentro di sé le ferite del sisma, di quei momenti in cui tutto era perduto, in cui ogni domani sembrava impossibile. Al fianco della popolazione, di ogni donna, uomo, bambina e bambino, abbiamo confermato il nostro impegno e, con esso, la presenza di Volontarie e Volontari, pronti ad abbracciare e sostenere chiunque fosse in difficoltà”.
Lo sottolinea in una nota il presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro, a otto anni dal terremoto del 2016.
“In quelle terre, prima fra tutte Amatrice, devastate dal sisma, abbiamo riportato speranza e, ancora oggi, siamo impegnati a ricostruire strutture di aggregazione, integrazione e cultura. Opere per il territorio, per la popolazione, alle quali, tra il 2024 e il 2025, se ne aggiungeranno altre tre. Il nostro pensiero – conclude Valastro – va a quanti persero la vita a seguito del terremoto e alle loro famiglie, per la sofferenza che ancora portano dentro, per una ferita che è ancora presente, tanto nei loro quanto nei nostri cuori”. “Alle Volontarie e ai Volontari impegnati fin dai primi momenti di questa terribile emergenza, il mio più sincero grazie per aver alleviato le sofferenze di quanti soffrivano per la perdita un proprio caro, di coloro che erano rimasti senza una casa, un lavoro, di quanti, in pochi attimi, hanno visto sconvolta la propria vita”.