25 Agosto 2024 - 10:31:46
di Martina Colabianchi
Anche in Abruzzo, come nel resto d’Italia, il calo demografico è evidente e, stando alle previsioni per i prossimi anni, apparentemente inarrestabile in una regione, come del resto in un Paese, con sempre più anziani e meno giovani.
Se sono molti i fattori che influenzano la decisione di mettere al mondo un bambino, come il benessere economico e il sempre rincorso equilibrio vita privata – lavoro, molto interessante è la riflessione che sul Sole24Ore fa Maria Rita Testa, docente associato di Demografia all’Università Luiss Guido Carli di Roma.
Secondo la sua analisi l’evidente calo demografico dovuto al fatto che si mettono al mondo sempre meno figli per famiglia, riferendosi agli ultimi dati Istat pubblicati lo scorso mese, sarebbe anche riconducibile ad un cambiamento negli stili di vita dettato anche dal continuo raffronto con le vite degli altri che, grazie ai social network, diventano potenzialmente accessibili a chiunque.
Insomma, si farebbero meno figli perché ormai la tendenza sarebbe quella del figlio unico per famiglia, scelta che maggiormente si concilia con necessità di svago personali quali viaggi, divertimento, ma anche con le aspirazioni lavorative. Testa, quindi, pone la questione demografica anche su un piano di valori, oltre al più ovvio tema della sicurezza economica e lavorativa, in una società a suo scrivere “dominata dal materialismo edonistico”.
Al di là delle varie riflessioni che possono farsi, i dati sono incontrovertibili: in Italia l’età media della popolazione, seppur lentamente, continua a crescere arrivando a 46,6 anni nel 2024 con le nuove generazioni (da 0 a 14 anni) che scendono al 12,2% mentre gli over 65 si attestano al 24,3%.
Non va meglio se entriamo nello specifico dell’Abruzzo, che registra un’età media superiore a quella italiana attestandosi a 47,4 anni. Toccano infatti una percentuale di 25,6 gli over 65, mentre le nuove generazioni sono ferme all’11,6%.
Una regione, insomma, sempre più vecchia e che continuerà ad invecchiare: secondo le previsioni Istat, nel 2041 l’Abruzzo avrà 100 mila abitanti in meno. In 19 anni, infatti, la regione decrescerà dell’8,33% con un’intensità pari al doppio di quella dell’Italia, che sarà del 4,83%.
Il calo della popolazione sarà causato proprio da una progressiva decrescita degli abitanti tra gli 0 e i 64 anni e, allo stesso tempo, la crescita di 100 mila abitanti di età tra 65 e oltre. L’Aquila sarà l’unico capoluogo in crescita, registrando uno +1,150, nonostante la sua sia la provincia più “vecchia”, insieme a quella di Chieti, nelle ultime rilevazioni Istat con un 26,3% di over 65 a fronte di un 11,3% di nuove generazioni.
Insomma, imputabile o meno anche ai nuovi stili di vita che gli influencers sul web contribuiscono ad amplificare, il calo demografico e il progressivo invecchiamento della popolazione costituiscono problematiche che vanno affrontate quantomeno su ciò che è possibile governare.
Flessibilità lavorativa, detrazioni fiscali, meno disincentivi al lavoro per il secondo percettore di reddito in famiglia, integrazione di disoccupati e di immigrati: queste le misure proposte dal direttore della Banca d’Italia in occasione della sua relazione annuale per contrastare il calo demografico ed è proprio da qui, forse, che occorre ripartire per quanto meno rallentare e affievolire un fenomeno che sembra, ormai, inarrestabile.