27 Agosto 2024 - 18:23:43
di Beatrice Tomassi
Non si arresta il crollo demografico nel capoluogo di regione.
A lanciare l’allarme è la CGIL della Provincia dell’Aquila, per voce del Segretario Generale Francesco Marrelli, che commenta alcuni dati ISTAT al 31 dicembre 2023 riguardo la stessa Provincia dell’Aquila.
In primis, la perdita di 568 residenti. Un dato negativo, solamente in parte mitigato dal saldo migratorio con l’estero (ossia dal numero delle iscrizioni per trasferimento dall’estero presso la provincia) di 1.737 residenti. Al contrario, il saldo naturale (cioè la differenza tra il numero di iscritti per nascita e il numero di cancellati per decesso) risulta negativo per 1.955 cittadini, così come il saldo migratorio interno (corrispondente al numero dei trasferimenti di residenza presso altri comuni) per 350 residenti.
Per la Provincia dell’Aquila, i primi cinque mesi del 2024 confermano tale tendenza negativa, tuttavia la CGIL pone enfasi su come tale territorio abbia accolto il maggior numero di stranieri in tutta la regione.
“La fotografia sui dati demografici rende evidente la necessità di una profonda riflessione sull’importanza della presenza delle migranti e dei migranti nella nostra Provincia. – afferma Marrelli – Sono migliaia le donne e gli uomini stranieri per nascita che decidono di vivere nei nostri territori. Occorre, quindi, incentivare una vera e propria cultura dell’incontro, progettando insieme modelli di accoglienza, integrazione ed inclusione, per valorizzare la presenza delle straniere e degli stranieri come una risorsa”.
Da qui il suggerimento di “investire di più in termini di coesione sociale ed economica e di crescita delle competenze”.
“La migrazione contribuisce, infatti, a mitigare gli effetti sociali ed economici dello spopolamento – aggiunge Marrelli – e a contrastare il degrado ambientale generato dall’abbandono dei terreni”.
A tal proposito, “ancora più importanti diventano – conclude la CGIL – i temi dell’accesso al mercato del lavoro, al diritto all’abitare, al soddisfacimento dei bisogni sanitari, formativi, dell’istruzione e di mobilità per tutti e tutte”.