27 Agosto 2024 - 15:12:07

di Vanni Biordi

Il concerto all’Aquila di Rose Villain e Achille Lauro è stato un evento che ha lasciato il pubblico soddisfatto. I due artisti, noti per la loro capacità di mescolare generi e sperimentare con sonorità innovative, hanno portato sul palco della Perdonanza Celestiniana, in Piazza Duomo, una performance energica e coinvolgente. La voce di Rose Villain ha creato un’atmosfera unica, dimostrando ancora una volta perché è considerata una delle voci più promettenti della scena musicale italiana. Achille Lauro, noto per il suo stile eccentrico e la sua capacità di sorprendere il pubblico, ha continuato lo spettacolo con un mix dei suoi successi più noti e le sue esibizioni hanno aggiunto un tocco di spettacolarità all’intero concerto. Peccato per l’audio. Si poteva fare qualcosa di meglio.

Una considerazione a parte merita, invece, l’evento L’Aquila Suona. La vecchia Isola Sonante, pur essendo stato un successo in termini di partecipazione e di entusiasmo da parte del pubblico, ha messo in evidenza una carenza che merita una riflessione più profonda. Come mai, in un contesto così ricco di tradizioni e competenze musicali, non erano presenti solisti o gruppi di musica sinfonica, fiati, cameristica e altri generi considerati meno “commerciali”? È innegabile che il panorama musicale globale abbia visto una crescente predominanza del pop, ma una città come L’Aquila, che si distingue per la sua vivacità culturale, dovrebbe ambire a offrire una programmazione più variegata, capace di rappresentare tutte le sfumature dell’arte musicale.

L’assenza di musica sinfonica, di fiati, di cameristica, fa sorgere il dubbio che non ci sia abbastanza spazio per esprimere e valorizzare queste forme artistiche che, pur avendo un pubblico più ristretto, rappresentano una parte fondamentale del tessuto culturale della città. Diventa così importante pianificare una programmazione diversificata. Perché, un evento come L’Aquila Suona potrebbe rappresentare un’occasione perfetta per mostrare la varietà e la ricchezza della tradizione musicale aquilana, dando spazio non solo ai generi più popolari ma anche a quelli meno diffusi, spesso confinati in nicchie. È vero che la domanda popolare può orientare le scelte organizzative verso il pop e altri generi contemporanei. La missione culturale di un evento pubblico dovrebbe anche essere quella di educare il pubblico, di stimolarne la curiosità e di introdurlo a nuove esperienze sonore.

Una programmazione diversificata può arricchire la vita culturale di una comunità, rendendo visibile ciò che altrimenti rimarrebbe nascosto. Per migliorare la situazione e favorire una maggiore inclusività delle diverse forme musicali presenti a L’Aquila, si potrebbero considerare alcune proposte come la collaborazione tra enti e artisti. Creare sinergie tra il conservatorio, le scuole di musica locali, e gli enti artistici per promuovere esibizioni e concerti che coinvolgano studenti e professionisti dei vari generi musicali. Fornire incentivi economici e supporto logistico per gruppi e solisti di musica classica, jazz, e altri generi meno rappresentati, per facilitarne la partecipazione a eventi pubblici e festival.

Avviare campagne educative per sensibilizzare il pubblico alla diversità musicale, ad esempio attraverso workshop, masterclass, e conferenze che illustrino l’importanza e la bellezza dei vari generi. Pianificare eventi che includano una gamma più ampia di stili musicali, alternando esibizioni di generi diversi per attrarre e coinvolgere un pubblico variegato, e stimolare il dialogo interculturale. Promuovere la creazione di spazi dedicati alla musica dal vivo, che possano ospitare sia generi più popolari sia quelli di nicchia, per garantire una piattaforma a tutte le espressioni musicali.

Nota a margine: L’Aquila ha tutte le carte in regola per diventare un esempio di come una comunità possa celebrare la sua diversità musicale, non limitandosi a seguire le tendenze commerciali ma abbracciando tutte le sfumature del panorama sonoro. La vera ricchezza culturale di una città risiede nella sua capacità di accogliere e valorizzare ogni forma d’arte, offrendo al pubblico non solo ciò che è immediatamente familiare, ma anche ciò che può diventare una nuova scoperta e una fonte di ispirazione.