27 Agosto 2024 - 17:57:44
di Tommaso Cotellessa
Non sembra destinata ad arrestarsi la protesta di attivisti e associazioni ambientaliste contro il provvedimento della Regione Abruzzo con il quale viene autorizzato a partire da ottobre, l’abbattimento di quasi 500 cervi, inclusi i cuccioli, nelle province dell’Aquila.
Il WWF Italia infatti, rilanciando la posizione delle sezioni locali, ha lanciato un duro attacco contro la decisione della Giunta regionale dell’Abruzzo. È Luciano Di Tizio, presidente del WWF Italia, a definire la decisione come un «provvedimento suicida».
La Giunta ha giustificato l’iniziativa sostenendo che la densità dei cervi nelle aree interessate è leggermente superiore alla soglia che permette la caccia di selezione, fissata a 2 capi per chilometro quadrato. Tuttavia, Di Tizio ha espresso forti preoccupazioni per l’impatto che questa decisione potrebbe avere sull’immagine dell’Abruzzo, una regione rinomata per la sua dedizione alla tutela della natura e della fauna selvatica.
«L’Abruzzo ha costruito negli anni un’immagine di amore per la natura e per gli animali, attirando turisti da tutto il mondo. Ora, questa immagine rischia di essere compromessa per soddisfare una minoranza di cacciatori, senza apportare reali benefici agli agricoltori, che avrebbero bisogno di ben altri interventi», ha dichiarato Di Tizio, sottolineando il rischio di trasformare l’Abruzzo da “Regione dei Parchi” a un “parco giochi per cacciatori”.
A unirsi alla protesta è stato anche Riccardo Milani, regista del film “Un mondo a parte”, girato in Abruzzo, che ha lanciato un appello al Presidente della Regione, Marco Marsilio, affinché riconsideri la decisione. Milani ha sottolineato come la questione non riguardi solo le associazioni ambientaliste, ma coinvolga direttamente la popolazione abruzzese, storicamente legata alla tutela ambientale.
«L’abbattimento di 470 cervi non risolverà i problemi dell’agricoltura abruzzese. Questo provvedimento rischia di essere largamente impopolare e potrebbe danneggiare gravemente l’immagine della regione, non solo a livello locale ma anche nazionale e internazionale», ha affermato Milani. Il regista ha poi evidenziato la necessità di investire in misure di prevenzione, come dissuasori e recinzioni elettrificate, per proteggere le coltivazioni dagli animali selvatici, invece di ricorrere a soluzioni drastiche e potenzialmente controproducenti.
L’appello di Milani ha trovato ampio sostegno tra la popolazione. Una petizione online lanciata dal WWF Abruzzo, in collaborazione con altre associazioni, ha già raccolto quasi 70.000 firme in pochi giorni, dimostrando un forte dissenso verso la delibera regionale.
Ma il noto regista non è stato l’unico volto noto ad intervenire sulla vicenda. Anche l’attore Alessandro Gassmann si è esposto in difesa dei cervi in Abruzzo, rilanciando sul suo profilo social l’appello del regista Riccardo Milani e del WWF Italia contro l’uccisione di 500 cervi in Abruzzo.
La vicenda ha acceso un dibattito acceso tra coloro che vedono nei cervi un simbolo del patrimonio naturale abruzzese e chi, invece, sostiene la necessità di un controllo numerico della fauna per proteggere le attività agricole. La speranza espressa da Milani e dal WWF è che il Presidente Marsilio possa fermarsi a riflettere sulle conseguenze a lungo termine di una decisione che potrebbe privare l’Abruzzo di uno dei suoi più preziosi patrimoni naturali e turistici.