29 Agosto 2024 - 11:03:02
di Tommaso Cotellessa
La messa di apertura della 730esima Perdonanza Celestiniana, che si è svolta nella serata di ieri, ha rappresentato l’occasione per il Cardinale Giuseppe Petrocchi di salutare la diocesi di cui è stato pastore per ben 11 anni.
Un saluto quello di Petrocchi che è stato davvero carico di emozione e sentimento, atteggiamenti che non sempre siamo stati abituati a leggere nelle espressioni attente, benevole ma al contempo apparentemente imperscrutabili del Vescovo. Nei suoi saluti infatti Petrocchi si rivestito della sua figura di pastore, ma anche di padre, quella forse che più gli è congeniale.
Un saluto carico di gratitudine ma anche di profondo affetto per un popolo di cui è entrato a far parte in punta di piedi ma che ha amato sinceramente.
“Saluto, con spirito festante, Mons. D’Angelo, mio Successore come Ordinario della Arcidiocesi aquilana. Nei tre anni che ho condiviso con lui a servizio di questa Chiesa ho sperimentato sempre una comunione a tutto campo e una intesa completa, sia nelle prospettive pastorali come nelle attività ministeriali. Sono convinto che sarà un Vescovo secondo il cuore di Dio e una saggia Guida per questa eletta porzione del Popolo di Dio. Tutti quelli che non ho potuto citare, e con i quali ho avuto la soddisfazione di interagire, si sentano inclusi in questa “lista”, telegrafica e inevitabilmente incompleta. Per le insufficienze e le mancanze che avete notato in me, nello svolgimento del ministero episcopale, chiedo perdono: consegno con fiducia queste mie fragilità alla vostra misericordia. Sono onorato di essere diventato cittadino Aquilano e aver partecipato alla avventura, gravosa e avvincente, della ricostruzione della Comunità: sul piano spirituale, culturale, civico ed edilizio. Posso affermare che, grazie alla resilienza e alla vigorosa reazione degli Abitanti di queste terre, il terremoto ha perso la guerra, scatenata con furia demolitiva sul nostro territorio. In molti luoghi dove svettavano le insegne distruttive della morte, oggi sventola la bandiera gioiosa della rinascita e della vita. L’Aquila, Città crocifissa è già, anche se non ancora in modo compiuto, Città risorta: più bella e più accogliente di prima. Ricordo ogni giorno le Vittime del terremoto: prego per loro e faccio conto sulla loro intercessione”.
Nella sua celebrazione di saluto, i Cardinale ha avuto l’onore di aprire la porta Santa, rito che non compete mai all’arcivescovo dell’aquila al quale è invece affidato il momento della chiusura. L’apertura della Porta come segno di saluto rappresenta l’inizio di un nuovo tempo, di un nuovo cammino per la città e la comunità diocesana.
Un tempo nuovo in cui però Petrocchi non sarà estraneo, ha infatti assicurato:
“Continuerò, come Arcivescovo Emerito, a svolgere a L’Aquila attività culturali, specie nell’ambito dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose. Ritornerò pure per alcune celebrazioni: specie nelle Solennità liturgiche, nelle Feste patronali e per il Conferimento delle Cresime. Prolungo con regolarità l’impegno che il Papa mi ha assegnato nei Dicasteri pontifici, a Roma. Vi porto tutti nel cuore. Confermo solennemente che, con tutto me stesso, vi ho voluto bene, vi voglio bene e, con la grazia di Dio, continuerò a volervi bene: fino all’ultimo respiro!”
Ulteriore testimonianza quest’ultima della volontà di essere una parte, di prendere parte e di partecipare.
Come segno di gratitudine e vicinanza, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi ha dichiarato che proprio a Giuseppe Petrocchi andrà il Premio del Perdono 2024, l’onorificenza che ogni anno in occasione della Perdonanza Celestiniana viene conferita ad un personaggio che si è distinto per particolari valori vicini al messaggio celestiniano.
Il premio verrà consegnato nelle mani del Cardinale Giuseppe Petrocchi, domani venerdì 30 agosto alle 11:30 presso la sala Consiliare di Palazzo Margherita, per il dono meraviglioso e tanto desiderato dagli aquilani della partecipazione del Santo Padre alla Perdonanza celestiniana e per l’instancabile impegno a sostegno della rinascita dell’Aquila.