29 Agosto 2024 - 11:49:34

di Tommaso Cotellessa

La recente decisione della Giunta regionale dell’Abruzzo ha scatenato un’ondata di indignazione non solo tra i cittadini abruzzesi, ma in tutta Italia.

La delibera n. 509 dell’8 agosto 2024, approvata dalla Giunta regionale, che autorizza l’abbattimento di 469 cervi in due aree della provincia dell’Aquila., viene ritenuta da molti una scelta insensata e ingiustificata, vista la popolazione di cervi presente sul territorio, e che delega ai cacciatori il compito di gestire questa specie selvatica.

In risposta a questa decisione della Regione, LNDC Animal Protection e Rete dei Santuari hanno annunciato una battaglia legale contro la Regione Abruzzo. Le associazioni stanno preparando ricorsi in ogni sede preposta per fermare quella che definiscono una “strage ingiustificata”.

In una lettera aperta al Presidente della Regione, Marco Marsilio, le associazioni hanno espresso la loro ferma opposizione, chiedendo l’immediata sospensione della delibera e l’apertura di un tavolo tecnico per discutere soluzioni alternative. La lettera, disponibile sul sito di LNDC Animal Protection, sottolinea come l’abbattimento dei cervi non sia una risposta adeguata ai problemi di gestione faunistica e come i cacciatori, assegnatari dei capi da abbattere, debbano versare un contributo economico agli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC). Le tariffe variano a seconda dell’età e del sesso degli animali: 50 euro per un cucciolo di cervo, 100 euro per una femmina, 150 euro per un maschio giovane e fino a 600 euro per un maschio adulto.

Le associazioni hanno inoltre lanciato un appello ai cittadini affinché facciano sentire la propria voce contro questa decisione. Invitano tutti a partecipare a un’azione di “mailbombing”, inviando email alla Regione Abruzzo per esprimere il proprio dissenso e chiedere al Presidente Marsilio di ritirare la delibera e valutare alternative più rispettose della fauna locale.

L’iniziativa di protesta sta rapidamente guadagnando consensi, dimostrando come la gestione della fauna selvatica sia un tema caro non solo agli ambientalisti, ma anche alla cittadinanza italiana, che chiede politiche più etiche e lungimiranti.

Il dibattito intorno a questa delibera riflette un conflitto più ampio tra la necessità di tutelare le colture agricole e la salvaguardia della fauna selvatica. Se da una parte gli agricoltori lamentano i danni causati dai cervi, dall’altra le associazioni ambientaliste chiedono soluzioni che non passino per l’abbattimento indiscriminato degli animali.

Il futuro dei cervi abruzzesi è quindi appeso a un filo, con la speranza che il dialogo tra le parti possa portare a una gestione più equilibrata e rispettosa dell’ambiente e della vita animale. Intanto, la protesta continua a crescere, segno di una società civile sempre più attenta e coinvolta nelle questioni legate alla tutela della biodiversità e del patrimonio naturale del nostro Paese.