30 Agosto 2024 - 10:56:32
di Martina Colabianchi
Prosegue il dibattito sulla gestione e il controllo di alcune specie animali accusate di mettere in pericolo le colture abruzzesi.
Alle problematiche legate ai cinghiali e ai cervi, la cui delibera che ne autorizza l’abbattimento selettivo ha suscitato aspre polemiche anche fuori regione, Coldiretti Abruzzo denuncia l’aggiunta degli istrici che starebbero causando ingenti e gravi danni soprattutto ai vigneti di pregio nelle campagne di Città Sant’Angelo (PE) e Silvi (TE).
“L’Abruzzo, regione tradizionalmente vocata ad una gestione conservativa della fauna selvatica, si rivela sempre più fragile sul piano dell’alterazione degli ecosistemi – sottolinea Coldiretti Abruzzo – dopo i cinghiali, i cervi e gli storni ora è la volta degli istrici. Si tratta – continua l’organizzazione – di animali tutelati e sicuramente da tutelare ma bisogna intervenire con un piano di prevenzione che tenga conto della situazione generale per anticipare, come sta avvenendo per più specie, una proliferazione squilibrata e disfunzionale”.
Secondo Coldiretti, “al di là delle inutili polemiche che non risolvono problemi ma li acuiscono“, c’è da chiedersi il motivo di questi “squilibri” individuando tra le cause anche il progressivo arretramento del presidio agricolo nelle aree più interne e l’avanzata di boschi.
“È un fatto che le difficili condizioni nelle quali i nostri agricoltori debbono esercitare il loro diritto d’impresa, caratterizzate dalla persistente siccità e dai ben noti danni da fauna selvatica, scontano ora un nuovo fenomeno che deve essere necessariamente controllato – chiude Coldiretti – pertanto chiediamo agli organi competenti ed in particolare alla Regione Abruzzo e agli ATC di competenza di avviare con urgenza un programma di prevenzione volto a placare il fenomeno con catture mirate, reimmissione dei selvatici in aree più adatte e piani di prevenzione appositi“.