31 Agosto 2024 - 09:59:45

di Martina Colabianchi

È trascorso un anno dall’uccisione dell’amatissima orsa Amarena del Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise, quando il 57enne Andrea Leombruni, secondo l’accusa, avrebbe sparato al plantigrado con il suo fucile causandone la morte. Nelle intenzioni dell’uomo, ci sarebbe stata anche quella di eliminare i due cuccioli dell’orsa.

Questo è quanto ricostruito dalle indagini preliminari portate avanti dal procuratore di Avezzano Maurizio Maria Cerrato, conclusesi lo scorso giugno. Leombruni dovrà rispondere alle accuse di uccisione di animali aggravata da crudeltà ed esplosioni pericolose in luogo abitato

Il 57enne, sempre secondo l’accusa, avrebbe sparato “utilizzando munizioni realizzate artigianalmente, allo scopo di causare il maggior danno possibile all’animale. E, sparando ad altezza d’uomo, ha agito con crudeltà, volta anche a eliminare i due cuccioli che si trovavano con l’animale“. L’uomo avrebbe agito, inoltre, solo allo scopo di uccidere l’animale, da qui l’aggravante della crudeltà.

Nel corso di quest’anno, tantissime sono state le dimostrazioni di affetto e insieme di sdegno nei confronti di Amarena e della sua apparentemente ingiustificabile uccisione, dalle manifestazioni pubbliche, all’attenzione nei confronti dei due cuccioli rimasti orfani della madre e sempre monitorati dai tecnici del PNALM.

Amarena era diventato uno dei simboli del Parco Nazionale e in particolare di San Benedetto dei Marsi, dove diversi video la riprendevano mentre sfilava pacifica in paese con al seguito i suoi cuccioli.

Ora Leombruni dovrà andare a processo, e molti sono gli enti e le associazioni animaliste e ambientaliste che si costituiranno parte civile. In tutto 16, tra cui il PNALM, il Wwf Abruzzo, Legambiente e l’Oipa che, in una nota, scrive:

“La giustizia farà il suo corso, anche se non restituirà Amarena ai suoi figli e a questa vita. Ma chi l’ha uccisa deve pagare. La Procura ha confermato che l’orsa al momento dello sparo era innocua. Amarena è l’ennesima vittima non solo della pericolosità sociale d’individui, cui pure si concede il porto d’armi, ma anche del clima d’odio nei confronti dei grandi carnivori fomentato in Italia da alcuni esponenti politici. Auspichiamo che si arrivi a una condanna esemplare nei confronti dell’inquisito. Noi saremo parte civile nel processo”.

Con un breve comunicato si esprime in merito anche l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA:

“Noi non dimentichiamo e non possiamo perdonare questo vero e proprio vile assassinio. Non aggiungiamo altro se non che vogliamo vedere Leombruni alla sbarra per rispondere di questo atroce reato”.

Oggi, in occasione dell’anniversario dalla morte di Amarena, è stata organizzata una giornata in memoria dell’orsa a San Benedetto dei Marsi, dove sarà anche presente un presidio del Wwf che, nella giornata di ieri, era a Capistrello per una giornata alla scoperta dell’orso marsicano.