02 Settembre 2024 - 10:16:54
di Martina Colabianchi
L’Italia c’è: presente una delegazione per gli Stati Generali del Mulo in Europa capitanata dall’Associazione PASSIONECAITPR, ente selezionatore riconosciuto dal MASAF con sede nell’Aquilano e dal professor Augusto Carluccio, direttore della “Scuola di Specializzazione in Fisiopatologia della riproduzione degli animali domestici” in capo al dipartimento di Veterinaria dell’Università di Teramo.
Una sinergia tutta abruzzese che vedrà L’Aquila e Teramo protagoniste in un contesto internazionale di gran pregio su temi importanti quali la zootecnia e il territorio.
L’idea di organizzare il ciclo di conferenze nasce nel 2023 a Flumet (Savoia), durante la “Foire des Foals” grazie ad un’iniziativa del Consorzio Allevatori Mulassier della Val d’Arly, che festeggia proprio nel 2024 il centenario dalla sua fondazione.
I partecipanti all’incontro di Saint Gervais nel gennaio scorso hanno proposto che questo evento assumesse la valenza dei primi “Assises du Mulet”.
Subito individuate le date affinché gli stessi venissero organizzati il 5 e 6 settembre 2024, a Contamines Montjoie, nel cuore del Pays du Mont-Blanc, prima della tanto amata “Fête du Mulet“.
Obiettivo comune, quello di programmare un momento di scambio, valorizzazione e promozione della mulicoltura.
Un sistema sinergico per evidenziare il grande lavoro di tutti gli attori che perpetuano a vari livelli questo particolare settore dell’allevamento di un patrimonio, sempre molto vivo, che ha di certo contribuito a scrivere la storia di molte nazioni.
Un evento senza precedenti che vanta una partecipazione di eccellenze internazionali.
L’intento è dare risalto alla dimensione storica e al patrimonio di questa tipologia di allevamento che perpetua un grande know-how condiviso dai territori dell’Alvernia Rodano Alpi, ma anche da altri in Francia (Poitou, Alpi di Alta Provenza e Pirenei) e nei paesi vicini (Svizzera, Italia, Spagna, Belgio).
Ed è proprio riunendo i tecnici ed esperti provenienti da molte nazioni che sarà possibile intavolare riflessioni su diverse discipline quali la paleogenomica, l’archeologia, la genetica, la storia, l’etnologia, l’antropologia etc…) che interessano i territori coinvolti.
Un’occasione unica per fare il punto sulle conoscenze attuali relative alle varie forme di allevamento dei muli.
Obiettivo puntato sulla sua diffusione grazie a progetti culturali incentrati sulla sostenibilità affinché anche in futuro vi sia spazio per una continua riscoperta del MULO quale protagonista indiscusso nelle tradizioni montane nei nostri Paesi.
In questa prospettiva, è molto importante centrare l’attenzione sulla specificità delle pratiche di allevamento caratterizzato da un forte identità geografica (Poitou, Pirenei, Alpi, Appennino Centrale, Monti della Laga, Murgia, etc..).
Molto importante il focus sul grande pubblico in una narrazione che spazia dalla tradizione agricola legata alla trazione animale all’evoluzione in molti settori di attività agricole, artigianali e turistiche.
Si aprono quindi nuove opportunità cui è doveroso contribuire al fine di stimolare e amplificare i progetti già in essere nelle diverse nazioni.
Italia in prima linea grazie alle progettualità ormai decennali firmate da PASSIONECAITPR, perché quando si parla di muli non si può non approfondire il discorso sugli asini e i cavalli da cui derivano.
L’associazione – ci racconta la presidente Annalisa Parisi – è portavoce anche all’estero nella valorizzazione del mulo pesante e delle tradizioni che lo hanno reso protagonista sempre a fianco dell’uomo durante la Grande Guerra oltre che nello sviluppo delle tradizioni contadine nelle zone a vocazione boschiva, senza mai dimenticare l’impronta zootecnica importantissima delle razze autoctone da cui deriva. Infatti grazie alla grande mole delle nostre cavalle da tiro pesante riusciamo ad ottenere produzioni muline assai richieste ed apprezzate anche negli altri paesi europei.