Circoli PD su proposta di un impianto di recupero dei fanghi a Sassa

03 Settembre 2024 - 16:58:09

Ieri abbiamo partecipato all’affollata assemblea pubblica organizzata
dall’Aduc di Preturo per discutere del progetto di realizzazione di un
impianto per il recupero dei fanghi derivanti dal trattamento di reflui
civili nel nucleo industriale di Sassa.

In quella sede abbiamo ribadito la nostra ferma contrarietà
all’intervento, proposto da una impresa privata, depositato in Regione
Abruzzo e comunicato a Provincia e Comune dell’Aquila.

Parliamo di un impianto che sorgerebbe su un’area di 9300 mq, per il
trattamento di 20mila tonnellate di fanghi; altro che sperimentale, come
si legge nel progetto: la sperimentazione si fa su piccole quantità. Qui
parliamo di un impianto assolutamente sovradimensionato che, come viene
indicato nella individuazione del sito, sarebbe baricentrico tra Roma e
Pescara, con l’idea di raccogliere a Sassa i fanghi dell’area costiera
abruzzese e del Lazio. Non si può certo parlare di economia circolare.

Segnaliamo che, al momento, non ci sono impianti di queste dimensioni in
Italia.

D’altra parte, è vero che il sito indicato si trova in un nucleo
industriale, quello di Sassa, così come prevede la normativa per
impianti di questo tipo, ma la verità è che non c’è più nulla di
industriale a Sassa: non ci sono impianti o fabbriche bensì attività
commerciali, artigianali, manifatturiere oltre che uffici. Attività
incompatibili con un impianto industriale per il trattamento di fanghi
reflui. Così come l’impianto sarebbe incompatibile con le aziende
agricole di eccellenza che insistono in zona, con l’area archeologica di
Amiternum poco distante; così come sarebbe incompatibile con la scuola
nazionale dei Vigili del Fuoco, che dovrebbe sorgere nel progetto Case
di Sassa NSI, a pochi metri dall’area individuata per installare
l’impianto.

È evidente come il contesto sia vocato a tutt’altra destinazione: un
impianto del genere avrebbe un impatto socioeconomico ed ambientale
disastroso. Si pensi soltanto al traffico di mezzi pesanti che
percorrerebbero, ogni giorno, strade già ingolfate dal traffico locale e
nient’affatto adeguate ad un transito intensivo di camion.

Ricorderete che, 25 anni fa, sul medesimo sito l’allora giunta Tempesta
tentò di far installare un impianto di stoccaggio rifiuti: se quella
zona non fu ritenuta adatta allo scopo allora, a maggior ragione non lo
è oggi, vista la densità abitativa e commerciale. La verità è che
l’impatto odorigeno e lo sversamento delle acque reflue sarebbero
elevati, la svalutazione di terreni e fabbricati immediata.

Aggiungiamo un ulteriore elemento di preoccupazione: l’impianto in
questione si avvarrebbe della tecnologia HTC, ossia di un processo
termo-chimico basato sulla carbonizzazione idrotermale a temperature e
pressione controllate dei rifiuti organici. Quindi non solo fanghi.
Impianti del genere possono trattare anche materiali più pericolosi o
più impattanti, servono anche a separare le sostanze inquinanti dai
rifiuti organici. E se l’iniziativa imprenditoriale, che è di privati
cittadini, ad un certo punto dovesse sterzare per ragioni economiche e
andare verso una diversificazione delle linee di produzione? È piena
facoltà di un qualunque imprenditore valutare di differenziare la
produzione della propria industria anche se questo dovesse comportare un
aggravio dell’impatto ambientale in termini di inquinanti.

La preoccupazione aumenta se è vero che il soggetto proponente non ha
alcuna competenza, alcun know-how specifico in materia e, dunque, si
presume che si occuperebbe della progettazione per poi affidare la
gestione ad un soggetto altro. A chi? E come mai, fino ad ora, il Comune
dell’Aquila non ha dato il suo parere all’impianto? Un impianto del
genere, di trattamento fanghi, per la tecnologia che utilizza ed il
servizio che svolge, dovrebbe essere gestito dal pubblico, attraverso
una sua partecipata.

Il silenzio dell’amministrazione comunale, e del sindaco Biondi in
particolare, ci inquieta.

Ieri, intervenendo all’assemblea, il consigliere comunale di maggioranza
Livio Vittorini ha rassicurato la sala spiegando che la maggioranza di
centrodestra al governo della città è contro la realizzazione
dell’impianto.

Ci auguriamo che la presa di posizione di Vittorini sia realmente
condivisa, e che l’amministrazione comunale si attivi immediatamente con
azioni conseguenti. A tal proposito, è bene tenere a mente che le
comunità vanno costantemente informate e messe in condizione di
partecipare alle politiche di gestione del proprio territorio. Vittorini
ha spiegato che l’amministrazione non era a conoscenza dell’intervento
che si stava proponendo in Regione: non sappiamo cosa sia più grave, se
il fatto che non ne sapesse nulla o se, pur avendolo saputo in ritardo,
non abbia fatto nulla per attivarsi presso le comunità coinvolte
fornendo informazioni e attivando un primo ciclo di partecipazione che
invece si è attivata spontaneamente e col supporto dell’Aduc di Preturo.

Il tempo stringe, bisogna agire immediatamente: bene l’impegno
bipartisan, dei consiglieri comunali presenti all’assemblea, sulla
convocazione di una conferenza dei capigruppo e di una Terza commissione
consiliare. Ma serve una mobilitazione dal basso, per evitare il peggio.

Fin d’ora, il Partito democratico nelle sue articolazioni territoriali è
pronto a sostenere la legittima battaglia delle cittadine e dei
cittadini di Sassa e Preturo, sperando che l’opposizione ad un impianto
così impattante sia espressa da tutta la città. Oltre la politica, oltre
gli steccati politici.

Giacomo Carnicelli, consigliere provinciale e segretario circolo PD
Tornimparte

Nello Avellani, segretario Unione comunale PD L’Aquila

Valentina Raparelli, segretaria circolo PD Scoppito

Quirino Crosta, segretario circolo PD Sassa

Roberto Ioannucci, segretario circolo PD Pizzoli