05 Settembre 2024 - 18:17:41

di Martina Colabianchi

In questi giorni stiamo leggendo inesistenti ipotesi di vendere acqua alla Puglia. Si sta parlando della Puglia ossessivamente come se l’acqua del Tirino fosse già lì e l’Abruzzo soffrisse la sete per questa ragione. Una sorta di arma di distrazione di massa. Ribadisco, come chiarito già a più livelli da diversi autorevoli esponenti della maggioranza di centrodestra, che non esiste alcuna possibilità che l’acqua abruzzese finisca in Puglia. Peraltro, in tal senso non è arrivata mai una richiesta ufficiale. L’Acquedotto pugliese è libero di fare le sue ricerche teoriche, pagare le università per questo, ma la condizione attuale dell’Abruzzo non consente di aderire a qualsivoglia richiesta in tal senso“.

Interviene duramente il presidente di Regione Marco Marsilio sulla tanto discussa possibilità di captare fino a 4-5 mc di acqua al secondo dalla sorgente “Basso Tirino” per poi trasferirla in lunghissime condutture fino alla Puglia per rifornirla. Di questo piano si è parlato in questi giorni dopo la rivelazione, fatta dal Forum H2O, dei dettagli della relazione tecnica elaborata dal Politecnico di Bari e dall’Università di Chieti per conto di Acquedotto Pugliese, a seguito della stipula di una convenzione nel 2022 del valore di 100.000 euro.

Lo stesso Forum aveva chiesto al presidente Marsilio di schierarsi contrariamente a questa ipotesi, cosa che, come ricordato dallo stesso governatore, avevano fatto già negli scorsi giorni altri esponenti del centrodestra quali il vicepresidente di Regione Emanuele Imprudente e il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri.

Marsilio, nell’esprimere il suo assoluto “no” all’ipotesi di vendita d’acqua alla Puglia, torna anche sulla piaga della siccità che ha colpito la nostra Regione negli ultimi mesi, facendo anche il punto sulle criticità delle reti idriche abruzzesi:

Anche la Commissione d’inchiesta sull’acqua, istituita nella scorsa legislatura, ha messo in evidenza che l’Abruzzo avrebbe acqua in sovrabbondanza per dissetare i propri abitanti ma i consorzi acquedottistici che la gestiscono sono stati quasi tutti mal guidati e hanno prodotto l’attuale disastro di perdite, di reti colabrodo e di mancata digitalizzazione. I massicci finanziamenti che abbiamo messo a terra per gli interventi di potenziamento vedranno la luce con il tempo, e nel frattempo abbiamo dovuto affrontare una stagione di siccità mai vista prima che ha aggravato il quadro già difficile“.