05 Settembre 2024 - 11:16:53
di Redazione
Dopo la pubblicazione della lista completa delle specie botaniche presenti nel Parco, nel 2019, e dei
successivi aggiornamenti che l’hanno portata ad un numero pari a 2678, una nuova pubblicazione
del Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino (Fabio Conti e Fabrizio Bartolucci per l’Università di Camerino e Daniela Tinti per l’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) definisce quali sono da considerare, fra queste, le specie più rilevanti, su cui concentrare i maggiori sforzi di tutela.
“Il valore della biodiversità di un territorio” spiega il presidente del Parco Tommaso Navarra “non è dato solo dal numero totale di specie presenti, che può ad esempio annoverare
anche specie aliene invasive dannose per gli ecosistemi, ma soprattutto dalla presenza di specie
rare, endemiche o a rischio di estinzione, che vanno conosciute e valorizzate in ogni modo
possibile. Per gli Enti Parco, preposti alla tutela di queste specie così preziose, è dunque
fondamentale poter disporre di uno strumento operativo che individui quali sono queste specie,
dove si trovano, che pericoli corrono e come possono essere salvaguardate, anche contemperando
le esigenze di sviluppo”.
I ricercatori del Centro Ricerche hanno dunque provveduto a estrapolare, dalla lista completa delle
specie censite, che, lo ricordiamo, colloca il Parco del Gran Sasso e Monti della Laga in cima alla
classifica delle Aree Protette Europee e del Mediterraneo con il maggior numero di specie botaniche
censite, una lista più ristretta di specie ad elevato “Valore conservazionistico”.
Lo studio, intitolato “Plants of Conservation Interest in a Protected Area: A Case Study of the Gran Sasso and Monti Della Laga National Park (Central Italy)” è pubblicato su Plants, autorevole rivista scientifica del
settore, individua così 565 specie floristiche meritevoli della massima attenzione, fornendo anche
precisi criteri che possono essere applicati ad altri territori e costituire così un metodo di gestione
efficace ed omogeneo.
“Lo studio dei botanici del CRFA” continua il Presidente “ha l’intento di superare il concetto per
cui la presenza di una specie rara rappresenta necessariamente un ostacolo per eventuali interventi
sul territorio, eventualità che va valutata di volta in volta e su cui possono essere applicate
numerose misure”.
Emblematico, in questo senso, il caso, raccontato nell’articolo, di Astragalus aquilanus, rarissima
specie che in tutto il mondo è presente solo in poche località abruzzesi. Durante le verifiche
propedeutiche alle opere di sostituzione dei pali di un elettrodotto, sostituzione urgente per non
rischiare l’interruzione di corrente elettrica in alcuni paesi della zona della Baronia, A. aquilanus è
stato rinvenuto lungo la linea di cantiere. Solo un certosino lavoro di censimento degli esemplari,
accorgimenti mirati e precise prescrizioni, hanno potuto permettere la realizzazione dell’intervento
senza la perdita di esemplari di Astragalus.
“L’Ente Parco”, conclude il presidente “è costantemente alla ricerca di forme di conciliazione fra
tutela e sviluppo. Ricerche come questa possono contribuire a superare il conflitto e ad armonizzare
interessi e politiche apparentemente contrastanti”.
Lo studio è disponibile al link Plants | Free Full-Text | Plants of Conservation Interest in a Protected
Area: A Case Study of the Gran Sasso and Monti Della Laga National Park (Central Italy)
(mdpi.com)