11 Settembre 2024 - 12:49:29
di Martina Colabianchi
È un vero “diplomificio” quello scoperto dagli investigatori della Guardia di Finanza di Bologna e che coinvolge anche una scuola paritaria abruzzese.
I finanziari hanno infatti scoperchiato un sistema in cui gli esami di maturità, di fatto, venivano comprati, pagando migliaia di euro per partecipare a lezioni di recupero anni scolastici in un istituto privato di Bologna, e poi andare a sostenere (e superare) la prova finale in due scuole paritarie in altre regioni, una in Campania e l’altra in Abruzzo, entrambe corrotte, secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle. Un giro d’affari che fruttava, in tutto, centinaia di migliaia di euro.
Sono sette le persone indagate nell’inchiesta che ipotizza i reati di associazione per delinquere finalizzata al falso e alla corruzione. Gli indagati fanno capo sia all’istituto bolognese, sia alle due scuole paritarie fuori regione.
L’operazione è scattata questa mattina con diverse perquisizioni, oltre al sequestro di conti correnti e dell’immobile, a Bologna, dove si svolgono i corsi di recupero. Si parla, solo per quanto riguarda degli scambi di denaro fra gli istituti, di almeno 250mila euro, cifra che è probabilmente destinata ad aumentare con la prosecuzione degli accertamenti.
Da quello che è emerso, spiegano i finanzieri, la società bolognese si era guadagnata una certa popolarità tra i giovani che avevano bisogno di recuperare anni scolastici, aumentando i propri ricavi del 600% in soli cinque anni.
A quanto si apprende, l’indagine sarebbe partita da un esposto da parte della famiglia di uno studente in cui si segnalavano situazioni anomale e poca serietà nello svolgimento delle lezioni e degli stessi esami. In molti casi i ragazzi al momento dell’iscrizione non sapevano che, per la maturità, si sarebbero dovuti spostare in un’altra regione, circostanza che avrebbero scoperto nel corso dell’anno.
I finanzieri spiegano di avere rilevato vari illeciti commessi dall’istituto di recupero per agevolare la promozione dei propri studenti presso le due scuole.
Una cospicua parte dell’iscrizione sarebbe stata girata sotto forma di ‘tassa d’esame’ alle scuole paritarie che, in cambio, avrebbero assicurato la promozione di tutti gli studenti inviati dall’istituto bolognese. Oltre alla corruzione, viene ipotizzato il falso sulla base di attestazioni fittizie di residenza o domicilio nelle zone dove si trovano le due scuole, oppure di alternanza scuola-lavoro. Questi moduli sarebbero stati compilati in un secondo momento, dopo che gli studenti o le loro famiglie li avevano firmati.
L’indagine dei finanzieri del 1° Nucleo Operativo Metropolitano di Bologna, coordinata dalla Procura, costituisce uno dei primi risultati del recente accordo, firmato lo scorso febbraio, tra il Ministero dell’Istruzione e le Fiamme Gialle per il contrasto ai cosiddetti “diplomifici”.