12 Settembre 2024 - 17:51:27

di Martina Colabianchi

È ormai un caso nazionale la scelta della Regione Abruzzo di procedere all’abbattimento di 500 cervi nella regione verde d’Europa. L’abbattimento di animali a tariffa sta generando indignazione nel Paese e anche oltre i nostri confini nazionali, segnando un gravissimo arretramento delle politiche di gestione faunistica che, per decenni, hanno fatto del nostro territorio un caso virtuoso di buone pratiche. Ben 19 associazioni ambientaliste sono intervenute per esprimersi contrarie alla delibera e la raccolta firme ha fatto registrare l’adesione di nomi della cultura e dello spettacolo nazionali“.

È quanto dichiarato dalla senatrice pentastellata Gabriella Di Girolamo e dal senatore dem Michele Fina, che sul tema hanno presentato un’interrogazione al ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin.

Intanto, la petizione online lanciata dalle associazioni ambientaliste, come ricordato dai due senatori, ha superato quota 100.000 firme, mentre domenica 15 settembre la protesta si farà “fisica” in un sit-in organizzato all’Aquila in piazza Regina Margherita e dove tutta la cittadinanza è invitata a partecipare per dire “no” alla delibera regionale che prevede l’abbattimento di quasi 500 esemplari di cervi in due aree dell’Abruzzo aquilano.

Proprio sulle mobilitazioni scaturite dalla delibera della Giunta, i due senatori proseguono dicendo che “pare che queste non abbiano alcun effetto nei confronti del Presidente Marsilio e dell’Assessore Imprudente, irremovibili e indisponibili ad ogni più ragionevole soluzione. Abbiamo voluto, quindi, depositare un’interrogazione e chiamare in causa il Governo per il tramite del Ministro dell’Ambiente, chiedendo di dare conto al Parlamento di quanto sta accadendo nella nostra regione e di una decisione politica che sta arrecando un grave danno all’Abruzzo. Chiediamo che sia il ministero ad intervenire per ricondurre su una strada di ragionevolezza la Giunta regionale per soluzioni più adeguate ad un problema reale. Da parte nostra siamo disponibili e pronti a farci carico delle difficoltà del mondo dell’agricoltura, della sicurezza delle nostre strade e di tutti i disagi arrecati dalla fauna selvatica. Ciò di cui c’è bisogno sono investimenti che consentano politiche di gestione e prevenzione adeguate, semplificazioni normative e burocratiche, ristori certi e in tempi brevi: di certo non un tariffario per un indiscriminato abbattimento di animali”.

Anche i consiglieri regionale del Movimento 5 Stelle Francesco Taglieri ed Erika Alessandrini si schierano fermamente contro la delibera sull’abbattimento selettivo dei cervi.

Regione Abruzzo darà il via a una mattanza di cervi senza avere agito preventivamente per evitarla. Nessuna idea alternativa rispetto al loro trasferimento o sterilizzazione, nessun confronto sulla possibilità di creare percorsi ed attraversamenti dedicati alla fauna selvatica e nessuna volontà di realizzare aree cuscinetto a protezione delle coltivazioni. Non è stata valutata neanche la possibilità di creare zone di coltivazioni dedicate ai cervi all’interno delle aree parco, il cui scopo sarebbe quello di evitare i loro spostamenti in zone esterne. È del tutto evidente come manchi una visione sul lungo periodo e una programmazione da portare avanti nel tempo, e questo perché si è passati direttamente alla soluzione più estrema, quella cioè dell’abbattimento. Il tutto senza aver avviato tavoli di confronto con le parti interessate: imprenditori agricoli, allevatori, associazioni ambientaliste e animaliste, gestori dei parchi e delle aree protette, ATC e i restanti soggetti coinvolti. Questo centrodestra non vuole prendere in considerazione soluzioni alternative al mero abbattimento che, purtroppo, non servirà ad alleviare le sofferenze che il settore agricolo sta vivendo“.

Regione Abruzzo, per tramite dell’Assessore all’Agricoltura Imprudente, ha predisposto un provvedimento che non risolverà la questione né raggiungerà obiettivi apprezzabili – proseguono -. Si tratta di un palliativo, di uno specchietto per le allodole con cui mascherare inerzia e totale assenza di idee, palesando invece una vera e propria volontà di deresponsabilizzarsi affidando ai cacciatori la libertà di aprire il fuoco a partire dal 14 ottobre, con buona pace degli agricoltori che chiedono tutele e non una nuova stagione della caccia. Non solo l’anno prossimo ci ritroveremo nella stessa identica situazione, ma non possiamo neanche scongiurare che sarà peggiorata proprio perché, come ha dimostrato la medesima attività di abbattimento applicata ai cinghiali, non è questa la soluzione in grado di produrre risultati soddisfacenti e porre fine al problema. Nessun investimento, nessuna azione volta a scongiurare un’attività estrema come quella che, invece, ha voluto adottare una parte della maggioranza di centrodestra perché Forza Italia, per tramite del suo coordinatore regionale, il senatore Nazario Pagano, si è detta contraria a questo provvedimento“.

Il Movimento 5 Stelle è dalla parte degli agricoltori e di coloro che subiscono danni da fauna selvatica ma è anche convinto che prima di procedere all’abbattimento selettivo di circa cinquecento cervi vadano fatte diverse e numerose valutazioni, studi e analisi di modelli virtuosi, come quelli canadesi o americani, che hanno dimostrato come la convivenza tra uomo e cervi è possibile. Tesi, questa, che continueremo a sostenere ed a portare nelle prossime sedute di commissione“, concludono Taglieri ed Alessandrini.