19 Settembre 2024 - 10:13:21
di Redazione
Sulla sicurezza in città, i numeri riportati nei giorni scorsi da Il Sole 24 ore sui dati del ministero dell’Interno accendono il dibattito politico.
In base ai dati sui crimini denunciati nel 2023, la provincia di Pescara si colloca al 36esimo posto, Teramo al 48esimo e Chieti al 90esimo, mentre L’Aquila al 96esimo.
Scendendo nel dettaglio, tuttavia, e osservando i dati capoluogo per capoluogo, la città di Pescara che conta 118.634 abitanti (il 38% della popolazione provinciale) ha il primato con 6.288 delitti (il 57% del totale del dato provinciale)
All’Aquila, seconda in Abruzzo, i reati sono 2.188, (il 31% del totale provinciale) con una popolazione cittadina di 69.902 (il 24% della popolazione provinciale).
Seguono Chieti che conta 48.585 abitanti (il 13% della popolazione provinciale) che registra 1.950 reati, (20% del dato della provincia) e infine Teramo che ha 51.526 abitanti (il 17% del complessivo provinciale) che conta 1.750 reati (il 18% del totale provinciale).
E’ soddisfatto il sindaco Pierluigi Biondi, anche se, sottolinea, non bisogna abbassare la guardia: “L’Aquila si conferma tra le province più sicure d’Italia. Un dato che ci conforta, ma oltre la sicurezza derivante dalla statistica, bisogna lavorare anche su quella percepita. Oggi in città è evidente che la situazione di emergenza sia da ricondurre essenzialmente a reati commessi da cittadini stranieri ed extracomunitari. Proprio per questo motivo ho chiesto una nuova stretta alle Forze dell’ordine. Siamo a lavoro, quindi, per studiare un rafforzamento della vigilanza, soprattutto nelle aree critiche della città proseguendo, in parallelo, con la realizzazione di un imponente sistema di videosorveglianza di oltre 900 telecamere tra centro storico e le frazioni”.
Il sindaco sottolinea tuttavia come i sistemi di dissuasione “non siano sempre sufficienti nei confronti di individui che ritengono di poter disporre a proprio piacimento degli spazi pubblici per spacciare droga, commettere furti, alimentare risse, anche con l’utilizzo di armi”. Per questo motivo Biondi ha chiesto un ulteriore sforzo alla Polizia municipale “per aumentare le unità impegnate nel servizio di vigilanza e allungare l’orario dei turni, verificando inoltre la necessità di potenziare l’equipaggiamento. Intanto, i controlli nelle strutture di accoglienza dove eventualmente si dovessero trovare ospitati coloro che si rendono responsabili di tali reati diventeranno ancora più rigidi”.
Per il sindaco la sola strada da percorrere per una immigrazione compatibile con le esigenze delle città “è quella perseguita dal governo Meloni: blocco delle partenze in accordo con i paesi di maggiore provenienza dei migranti – nord Africa e est Europa in particolare – centri di detenzione nei paesi di origine per chi è condannato dai tribunali italiani; rimpatri per i soggetti più pericolosi, come disposto di recente dal questore dell’Aquila”.
Biondi infine sottolinea come per “i primi ad essere colpiti da queste forme di delinquenza sono proprio gli stranieri e gli extracomunitari che in grande maggioranza, lavorano in modo onesto per costruire un futuro dignitoso. Per qualche mela marcia, questi ultimi, rischiano di diventare oggetto di un pregiudizio diffuso che questa città deve respingere con forza”.
Per quanto riguarda i delitti commessi nei capoluoghi, infine, aggiunge: “E’ evidente che l’incidenza percentuale sui reati nei capoluoghi di provincia sia superiore all’incidenza percentuale sulla popolazione perché sono centri attrattivi ed è una cosa fisiologica, proprio per le funzioni che i capoluoghi rivestono e i servizi che offrono con ospedali, scuole, intrattenimento e movida. Concentrandosi, quindi, molte più persone nei capoluoghi di provincia, rispetto al numero effettivo dei residenti, è logico che ci sia un dato superiore rispetto alla popolazione in percentuale”.
A lanciare un allarme deciso, invece, l’onorevole Stefania Pezzopane, consigliera comunale del Partito Democratico: “Il sindaco non esce dal suo cliché, continua a negare l’evidenza e la triste realtà. Anche i numeri del comune dell’Aquila nell’ambito della provincia confermano che c’è un problema che negli ultimi anni è andato crescendo nella totale sottovalutazione. L’Aquila è seconda in Abruzzo dopo Pescara, i reati sono 2.188 (il 31% del totale provinciale) E’ un ulteriore allarme che meriterebbe azioni concrete in termini di politiche sociali, culturali, educative. Che meriterebbe un ragionamento sul centro storico senza scuole, solo consumificio notturno, con una escalation nello spaccio di droghe. Forse il sindaco non si è accorto che pezzi di città in questi ultimi tre anni sono diventati piazze di spaccio, attività che avviene sotto gli occhi di tutti tra risse e accoltellamenti anche vicino ad una scuola e persino un omicidio. Anche lo spaccio qualche anno fa era riconducibile in ambito locale, oggi non è più così”.
“Il sindaco non può ammettere i suoi insuccessi e continua a declamare la città sicura perché una città insicura sarebbe l’ammissione di un fallimento – incalza Pezzopane – Intanto da 7 anni giacciono inutilizzati i fondi per le telecamere, intanto si fanno grandi investimenti per allestire contemporaneamente tre mega palchi da spettacolo, mentre intere zone di città sono prive di illuminazione e nel degrado. Intanto per anni non abbiamo avuto il comandante della Polizia Municipale ed ora ne abbiamo una a scavalco, un giorno a settimana, dopo aver perso in tutti i gradi di giudizio. Come opposizione già nel 2022 chiedemmo un consiglio comunale straordinario con numerose proposte, ma quell’odg a prima firma del Passo Possibile non fu approvato. Grazie a queste sottovalutazioni ci troviamo di fronte ad una situazione inimmaginabile fino pochi anni fa. Lasciano ormai indifferenti le strumentali invettive periodiche di Biondi contro i mulini a vento. Noi faremo la nostra parte, sempre, per far uscire la città da questa penosa condizione”.