23 Settembre 2024 - 10:07:49
di Redazione
“Le lavoratrici e i lavoratori degli appalti sono carne da macello per la Direzione Strategica della ASL1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila. Infatti, a seguito della revisione del Piano di Razionalizzazione, a farne le spese sarà proprio il personale attualmente coinvolto negli appalti. Invero, la drastica riduzione della spesa per beni e servizi rischia di colpire direttamente i servizi esternalizzati e, di conseguenza, il diritto al lavoro e alla retribuzione per decine di lavoratrici e lavoratori. Perciò, continuiamo a chiedere una ricognizione puntuale delle addette e degli addetti che ruotano intorno alla galassia della ASL1, provando a costruire un modello di stabilizzazione, assunzione e reinternalizzazione di servizi e del personale. Tutto ciò, per restituire alla comunità il diritto al lavoro e per fornire una garanzia all’utenza sul corretto funzionamento dei servizi pubblici”.
Lo scrivono in una nota Cgil, Fp Cgil, Filcams, Fiom, Filctem
“Si pensi, ad esempio, al personale impiegato nel servizio di guardiania armata e non armata, nel servizio del supporto amministrativo, in quello della manutenzione, del pulimento, della sterilizzazione, della mensa, delle prestazioni socio-sanitarie e delle prestazioni afferenti alla salute mentale e all’autismo, e cioè ai settori che rischiano di essere penalizzati dalla revisione del Piano di Razionalizzazione: tutti questi lavoratori e lavoratrici, per anni, hanno prestato e continuano a prestare la propria opera a beneficio della comunità”, aggiungono i sindacati.
E’, quindi, necessario, secondo i sindacati, “che la Regione e la ASL1 Abruzzo si adoperino affinché tutti e tutte possano contare sulla certezza di un contratto di lavoro stabile, che, a mezzo della continuità lavorativa, garantisca anche all’utenza la corretta, efficace e funzionale fruizione dei servizi pubblici. Ancor più necessario è, poi, avere il coraggio di adottare una soluzione innovativa sul punto, come, per esempio, la costituzione di una società in house, e cioè di una longa manus della Pubblica Amministrazione finalizzata all’autoproduzione (ben più economica dell’esternalizzazione) di beni, servizi e lavori, senza bisogno di rivolgersi all’esterno e sotto il controllo pubblico, per garantire il perseguimento, in via prioritaria, dell’interesse della collettività. In tal modo, infatti, si eliminerebbe il livello di precarietà ed il rischio che, ad ogni cambio di appalto, si perdano ore lavorative e, per l’effetto, diritti e salario, come sta accadendo, proprio in questi giorni, per i lavoratori e le lavoratrici impiegati nel settore della guardiania, che rischiano un taglio sul personale ed una compressione salariale, tanto da aver proclamato, per il tramite della scrivente O.S., lo stato d’agitazione e l’avvio delle procedure di raffreddamento dinanzi al Prefetto dell’Aquila”.
“Le soluzioni, infatti, vanno cercate partendo dalla tutela dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, e del diritto dell’utenza alla fruizione dei servizi pubblici secondo principi di equità, universalità e gratuità, e non, invece, dalla riduzione dei costi, come nel caso che ci occupa. La Direzione Strategica, invero, per fare cassa, comprime diritti e salario, rischiando di compromettere irrimediabilmente la capacità assistenziale della ASL1. Serve rimettere al centro della discussione politica il lavoro stabile e di qualità ed il buon andamento del Sistema Sanitario Pubblico, per superare definitivamente le tante disuguaglianze, discriminazioni ed incertezze che la precarietà, in tutte le sue forme, sta generando. Ed è urgente riattivare, al contempo, una capacità programmatoria diretta finalmente a soddisfare i bisogni sanitari delle persone”.
“Se non ora, quando? Se non ora, che abbiamo subito sulla nostra pelle la scellerata politica della riduzione dei costi della sanità pubblica, anche a discapito delle aree interne, che abbiamo visto il sacrificio delle lavoratrici e dei lavoratori per garantire la continuità assistenziale, che abbiamo constatato una riduzione della quantità e della qualità dei servizi erogati dovuta alla contrazione della spesa sanitaria, quando? E’ già tardi. Serve un’immediata inversione di tendenza, che rimetta al centro il valore della Sanità Pubblica e il ruolo che le compete nei confronti delle cittadine e dei cittadini, attraverso la valorizzazione di tutto il personale che in questi anni è andato oltre le proprie possibilità per poter sopperire alle innumerevoli carenze. Sforzo, quest’ultimo, che oggi emerge con tutta la sua drammaticità: innumerevoli sono le segnalazioni, ai vari livelli, anche istituzionali, nella ASL1, di un malessere diffuso, evidentemente derivante dallo stress da lavoro correlato e dal malfunzionamento del Servizio Pubblico Sanitario per l’utenza”, prosegue la nota.
“Siamo stanchi, insieme a tutti i cittadini e le cittadine, e a tutti i lavoratori e le lavoratrici, dei mancati impegni della politica. L’assordante silenzio circa le molteplici criticità che emergono quotidianamente nel Sistema Sanitario Pubblico è esasperante. La Politica, le Istituzioni e gli Amministratori della Cosa Pubblica sono a chiamati a rispondere sulla salute dei cittadini e delle cittadine di questo territorio, sul diritto al lavoro, stabile e di qualità, per tutte e tutti, senza tagliare servizi e personale, ma adottando soluzioni adeguate alla tutela della collettività”, concludono i sindacati.