24 Settembre 2024 - 19:02:41

di Tommaso Cotellessa

Proseguono i lavori delle Commissioni congiunte Bilancio e Sanità della Regione Abruzzo, dedicate all’esame dei Piani di razionalizzazione delle spese sanitarie delle quattro ASL abruzzesi. Oggi, sotto la presidenza dei consiglieri Vincenzo D’Incecco (Lega Abruzzo) e Paolo Gatti (Fratelli d’Italia), si è svolta una seduta importante, che ha visto l’audizione delle rappresentanze sindacali e del Dipartimento Sanità.

Nel corso della mattinata, i rappresentanti sindacali hanno espresso le loro preoccupazioni riguardo ai piani di rientro. Sono intervenuti il segretario provinciale dell’UGL Salute Stefano Matteucci, il segretario della CGIL Abruzzo Carmine Ranieri, e delegati di altre sigle sindacali, tra cui UIL e CISL. Nel pomeriggio, il confronto si è spostato sul piano gestionale con Ebron D’Aristotile, vice direttore del Dipartimento Sanità, che ha ribadito che spetta ai manager delle ASL realizzare gli equilibri economici, mentre il Dipartimento fornirà solo indirizzi strategici.

La situazione economica delle ASL abruzzesi è critica, con un taglio complessivo previsto di circa 68 milioni di euro. La ASL 1 (L’Aquila, Avezzano, Sulmona) è quella che subirà il taglio più significativo, pari a 35 milioni di euro. A seguire, la ASL 2 (Lanciano, Vasto, Chieti) dovrà ridurre il proprio bilancio di 15 milioni di euro, la ASL 4 (Teramo) di 12 milioni, e infine la ASL 3 (Pescara) con un taglio di 5 milioni di euro.

Il prossimo incontro delle Commissioni è programmato per venerdì 27 settembre alle ore 10.30, durante il quale saranno ascoltati i manager delle quattro ASL, un passaggio fondamentale prima di esprimere il parere vincolante sui Piani di razionalizzazione.

All’odierno incontro hanno partecipato anche l’assessore alla Salute Nicoletta Verì e il direttore dell’Agenzia sanitaria regionale Pierluigi Cosenza, sottolineando l’importanza della collaborazione tra le istituzioni e le forze sociali per affrontare la difficile situazione del sistema sanitario abruzzese.

La posizione delle opposizioni

Le opposizioni in Consiglio regionale hanno adottato un posizione durissima contro l’operato condotto dalla Giunta Marsilio sul tema della sanità. Il Partito Democratico parla di questo tema come del “grande fallimento di Marsilio. In particolare scrivono il segretario regionale Pd Daniele Marinelli, il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci e i consiglieri Dino Pepe, Antonio Di Marco, Antonio Blasioli, Sandro Mariani e Pierpaolo Pietrucc:

“Nessun rimedio per la sanità abruzzese, di nuovo malata a causa della inefficiente governance degli ultimi cinque anni e anche povera per via del pesante disavanzo collezionato dalle quattro Asl e dei colpevoli ritardi nelle “cure”. Attese che stanno facendo lievitare il disavanzo come avevamo temuto e affermato, chiedendo da mesi al Governo regionale di occuparsene. Così dopo aver prima negato il debito, ora ci troviamo una situazione catastrofica, presente e futura: nel 2024 si passa da 185.493.026 milioni di euro a quasi 200 milioni, nonostante tagli fatti e quelli previsti che stanno già mettendo a dura prova servizi e prestazioni degli abruzzesi, queste ultime scese da 158.000 del 2018 a 137.000 nel 2023 e ancora a picco (dati dell’Agenzia Regionale Sanità). Restano comunque da coprire ben 128 milioni di euro, come conferma la Commissione di oggi, con un’ipoteca non da poco sulla Regione, che dovrà trovare le coperture a tre mesi dalla fine del 2024″,

“Un pasticcio di dimensioni milionarie, il quadro non cambia affatto: restano confermati tutti i nostri allarmi sul presente e sul futuro della sanità – rimarcano gli esponenti Pd – . Dai sindacati la bocciatura è arrivata forte e chiara, inevitabile, come la preoccupazione per la tenuta del comparto. Esaminando nel dettaglio i piani di razionalizzazione delle quattro Asl si capisce subito il perché. Non c’è un criterio di azione omogeneo, ogni Asl pensa per sé, come se fosse l’unica, una contro l’altra armata e come se non esistessero altre emergenze e il bilancio della Regione, ente di riferimento ma con cui addirittura vanno in conflitto palese. La Asl de L’Aquila e di Chieti contestano la modalità di trasferimento del fondo sanitario e sostengono di essere state sottofinanziate, accusando la programmazione regionale di prevedere una sanità sperequata, con differenze economiche fra una Asl e l’altra, che minano il principio dei servizi di prossimità, impossibili con meno fondi. Tre Asl su quattro mettono poi nero su bianco l’inattuabilità della rete ospedaliera approvata dal Consiglio Regionale, non solo perché senza coperture economiche, con la conseguenza che anche ciò che prevede sarà inattuabile, tra ospedali di primo livello, di base e di area disagiata, ma anche a causa, si legge nella relazione della Asl di Chieti, “della mancata valutazione dell’impatto economico e della compatibilità delle risorse finanziarie, umane e tecnologiche per la messa a regime della nuova rete ospedaliera e di quella territoriale“. La Asl di Pescara parla invece di comportamenti opportunistici delle altre e rileva che si deve occupare molto di più della mobilità intraregionale, soprattutto dalle Asl di Chieti e L’Aquila, rinunciando a una parte della mobilità attiva con aggravio dei costi, anche quelli del privato in ragione delle scelte della Regione. Anche la Asl di Teramo attacca la Regione, ma sul trasferimento del fondo sanitario regionale. Nei fatti le quattro Asl, tutte coi conti in rosso, se la prendono con la programmazione regionale, nonostante le leggi diano indicazioni precise sulla permanenza dei manager in caso di disavanzo. Ma la maggioranza di centrodestra che ha mal governato il comparto in questi anni invece di prendere provvedimenti che fa? Ora litiga su come autocommissariarsi: se con la struttura di missione voluta dall’esecutivo o la task force proposta dalla Lega, che, entrambi, di fatto palesano la necessità di bypassare l’attuale governance, cioè dipartimento, assessorato e Asl. Intanto le misure indicate nei piani si ripercuotono sugli abruzzesi, con la riduzione dei medicinali coperti, i tagli delle prestazioni richieste dalle unità operative, gli accorpamenti dei reparti e persino il blocco del turn over, indicando alla Regione che l’unica strada per fare cassa è una vera e propria stretta sul personale. È la triste fotografia di un fallimento a sei mesi dal voto delle regionali e dopo 6 anni di governo Marsilio. Non si prospettano tempi migliori, visto che questo caos regna sovrano a pochi mesi dall’approvazione del bilancio regionale e che la maggioranza è abituata a governare con leggi mancia e leggi omnibus. Non consentiremo una manovra di lacrime e sangue senza rimedi e con la prospettiva di un nuovo commissariamento. Ci sono in ballo la stabilità della Regione e, soprattutto, il diritto alla salute e di cura degli abruzzesi”.

Non meno critica la posizione del Movimento 5 Stelle che parla di una sanità sull’orlo del baratro.

“Ogni giorno che passa il naufragio della sanità abruzzese assume proporzioni sempre più gravi – dichiarano i Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Francesco Taglieri ed Erika Alessandrini – e quanto emerso quest’oggi in Consiglio Regionale, nel corso della seduta congiunta delle Commissioni Sanità e Bilancio, palesa una volta di più il clamoroso fallimento di questo governo regionale, non solo responsabile diretto di una crisi sanitaria profonda come quella che stiamo vivendo, ma altresì incapace di correggere gli errori commessi”.

“Ad oggi sappiamo che, entro la fine dell’anno, la maggioranza di centrodestra che governa Regione Abruzzo avrà prodotto un disavanzo economico di circa duecento milioni di euro. Stima che potrebbe aumentare. Un debito che è stato a lungo nascosto e che dopo mesi di bugie è uscito fuori in tutta la sua grandezza – proseguono i Consiglieri – esattamente come da noi denunciato già dalla precedente legislatura. Il lavoro dei quattro direttori generali delle Asl è stato inequivocabilmente fallimentare, eppure la Giunta Marsilio ha scelto di confermarli al loro posto. Non solo, addirittura li sostiene pubblicamente in quello che, a tutti gli effetti, assume le sembianze di uno smacco nei confronti delle tantissime denunce relative a disservizi e mancanze lamentate dai cittadini delle quattro province”.

“Per il secondo anno consecutivo il disavanzo della sanità abruzzese è da profondo rosso. Dopo i centoventotto milioni di euro di buco del 2023, Regione Abruzzo entro il 31 dicembre di quest’anno dovrà reperire ulteriori duecento milioni di euro. Di questi, sessantotto dovrebbero arrivare dopo aver tagliato la spesa sanitaria, condizione che rischierebbe di provocare un ulteriore netto peggioramento nella qualità dei servizi sanitari erogati ai cittadini. Oltre a ciò, Regione Abruzzo dovrà attingere da altre voci di bilancio a danno di altri servizi per la collettività, come già accaduto nel giugno scorso quando, per coprire il disavanzo del 2023, sono stati tolti diversi milioni di euro al servizio di trasporto pubblico abruzzese che oggi i cittadini stanno già pagando di tasca propria”.

Concludono Taglieri e Alessandrini: “Tutto ciò in un contesto in cui il servizio sanitario odierno non garantisce più l’effettività delle cure, spesso creando cittadini di serie A e di serie B, e costringendo gli operatori sanitari a vivere condizioni di lavoro insostenibili. Il tanto sbandierato ‘modello Abruzzo’, orgoglio e vanto del Presidente Marsilio, dell’Assessore Verì e della sua maggioranza, non è altro che il taglio della spesa farmaceutica, delle prestazioni sanitarie, dell’accorpamento dei reparti e della razionalizzazione del personale”.