27 Settembre 2024 - 17:26:08
di Tommaso Cotellessa
“Le Province italiane devono tornare ad avere un ruolo centrale sui territori, attraverso una ritrovata dignità istituzionale e potendo contare su risorse certe.” Con queste parole, Angelo Caruso, presidente della Provincia dell’Aquila e vicepresidente nazionale dell’Unione delle Province d’Italia (Upi), ha aperto il suo intervento nel corso di un convegno tenutosi presso la sala del Consiglio Metropolitano di Napoli. Il dibattito, dal titolo “Quale futuro per le Città Metropolitane e le Province a 10 anni dalla L. 56/2014”, ha messo in luce i numerosi interrogativi ancora aperti riguardo al ruolo delle Province e delle Città Metropolitane, specialmente in vista di una possibile riforma.
Caruso ha evidenziato come, nonostante i vari governi che si sono susseguiti negli ultimi anni, “non abbiamo rinunciato mai alla speranza”, riferendosi al percorso di riforma delle Province, partito con grandi aspettative, ma che ancora non ha portato risultati concreti. “La nostra posizione è stata sempre, all’unisono, quella di sostenere la necessità di un ritorno all’elezione diretta“, ha spiegato, motivando la richiesta con le difficoltà incontrate dagli amministratori provinciali, che vedono ridotta la loro capacità di intervento e riconoscibilità agli occhi dei cittadini. Secondo il presidente un’elezione diretta permetterebbe una maggiore “capacità di incidere all’interno del sistema a cui ci rivolgiamo”.
Caruso ha poi tracciato un quadro degli effetti della legge Delrio, approvata nel 2014, sottolineando la drastica riduzione delle risorse umane ed economiche a disposizione delle Province. “Avevamo all’epoca 35.418 dipendenti, al 2022 siamo arrivati ad appena 15.943“, ha dichiarato. La riduzione del personale si riflette anche nei bilanci: “Abbiamo un fabbisogno di 1.115.000 euro, ma in realtà parliamo di 500.000 euro nelle Previsioni di Bilancio“.
Questa situazione di sofferenza, secondo Caruso, impone una seria riflessione sul futuro del sistema delle Province, specialmente in un contesto di rapida evoluzione sociale e territoriale. “Sul processo di riforma ci sono degli interrogativi che andrebbero onestamente posti“, ha affermato, suggerendo che la società, così come la conosciamo, potrebbe subire profondi cambiamenti nei prossimi dieci anni. “Dobbiamo chiederci quale potrebbe essere un ruolo di questi Enti in prospettiva“, ha aggiunto.
Nonostante le difficoltà, Caruso ha rimarcato come le Province abbiano dimostrato la loro utilità, rispondendo alle esigenze dei territori e fungendo da raccordo e coordinamento tra i diversi enti locali. “Le Province hanno ampiamente dimostrato la loro utilità“, ha affermato, sottolineando come sia necessario “il superamento della Legge Delrio, con un contestuale rafforzamento delle funzioni, del personale e delle risorse delle Province“.
In conclusione, Caruso ha espresso fiducia in una futura riforma delle Province, anche se i tempi sembrano essere incerti: “La riforma sulle Province arriverà, tardi ma arriverà“. Tuttavia, ha sottolineato che sarà fondamentale definire con chiarezza quale sarà il ruolo futuro di questi enti, soprattutto in un’ottica di “distrettualità” e di rilancio delle azioni territoriali all’interno delle Regioni. “Oggi manca davvero un’azione distrettuale nelle nostre Regioni e da questo bisogna ripartire“, ha concluso.
L’intervento di Caruso al convegno di Napoli rappresenta un chiaro invito a rivalutare il ruolo delle Province, ridando loro quella centralità necessaria per affrontare le sfide del futuro.