28 Settembre 2024 - 10:45:58

di Redazione

Sarà visitabile fino all’8 dicembre, nella sede del Museo nazionale d’Abruzzo (Munda) di via Tancredi da Pentima, la mostra “Tra Forma e Figura. Fulvio Muzi e la sperimentazione pittorica negli anni sessanta”, ideata per celebrare i quaranta anni dalla scomparsa di Fulvio Muzi.

La mostra, presentata questa mattina dai curatori Federica Zalabra, direttrice del Munda, e Paolo Muzi, è inserita nelle Giornate europee del patrimonio 2024.

“La mostra rientra in un progetto più ampio che prevede il legame con la comunità e territorio, l’omaggio ovviamente a Muzi e poi un intervento sulle opere in deposito perché l’idea della mostra è partita proprio dalle tre opere di Muzi che abbiamo in deposito – ha commentato la Zalabra – Erano state lasciate nel deposito di Paludi e siamo intervenuti restaurandole e intorno a quelle abbiamo costruito la mostra grazie all’aiuto dell’associazione Muzi e degli eredi. Noi andremo quindi a raccontare un periodo della vita di Muzi non molto conosciuto dal punto di vista artistico che sono gli anni 60, quindi un periodo di sperimentazione e un periodo di prove che Muzi fa intorno all’arte sua e a quell’arte contemporanea internazionale che era presente all’Aquila allora. E’ una mostra che potrà essere visitata da tutti a partire da oggi a partire dalle ore 20, al costo simbolico di un euro, perché rientra nelle Giornate europee del Patrimonio (Gep) che quest’anno hanno come titolo il ‘Patrimonio in cammino’ e chi più di noi è in cammino”.

Nell’omaggio espositivo, a quarant’anni dalla scomparsa di Muzi, il Munda in collaborazione con l’Associazione “ArteImmagine Fulvio Muzi”, ha ripercorso i passi dell’artista.

Il nucleo centrale dell’esposizione è la sua attività negli anni Sessanta con tre dipinti del pittore presenti nelle collezioni del Museo, in dialogo con opere e documenti inediti concessi in prestito dagli eredi. Il visitatore si troverà al cospetto di due sezioni completamente diverse nella resa estetica, ma cronologicamente contigue legate da un evidente filo rosso: la figura umana al centro dell’universo artistico del pittore Figure sulla spiaggia, Figura, Figure distese.

Si vuole, così, porre l’attenzione su un decennio di dura e cupa riflessione politica e sociale, particolarmente fervido nel percorso del pittore caratterizzato da interessanti sperimentazioni nell’ambito dell’Informale e della Pop art che, poi, lascerà spazio negli anni Settanta a una fase di realismo visionario con la rappresentazione di figure sospese nel vuoto, corpi nudi in caduta e a un filone di ricerca legato al paesaggio locale, che esprimerà il rapporto viscerale del pittore con la montagna abruzzese.

Al pittore, nel 1999, venne intitolato l’Istituto d’Arte dove aveva insegnato molti anni.

Un omaggio doveroso e sentito, quello del Munda per presentare al pubblico opere poco o per nulla conosciute che ci fanno comprendere il percorso personale negli anni Sessanta, ricordando le sue parole: “il quadro è energia, la migliore dell’uomo”.