02 Ottobre 2024 - 17:22:46
di Martina Colabianchi
Si è rimessa in moto la “carovana dei diritti” della Cgil, che oggi ha fatto tappa nei presidi ospedalieri di Sulmona e Avezzano per concludere con un’assemblea pubblica all’Aquila, davanti al complesso ospedaliero di Collemaggio.
Il tema, ovviamente, la sanità. Dalla contrattazione collettiva nazionale del lavoro a quella aziendale, dalla carenza di personale alla garanzia dei servizi pubblici: questi i temi posti al centro dal sindacato, a pochi giorni dall’approvazione in commissioni Sanità e Bilancio dei piani di razionalizzazione che le quattro Asl abruzzesi hanno dovuto predisporre a causa dell’ingente disavanzo accumulato.
All’Aquila, le battaglie per un sistema sanitario più vicino ai cittadini si fanno concrete con la scelta del luogo della manifestazione, l’ex ospedale di Collemaggio, divenuto simbolo dell’abbandono ma che invece potrebbe essere sfruttato come luogo strategico per la sanità territoriale.
“Chiediamo alle istituzioni di attivare immediatamente una discussione pubblica partecipata per discutere la finalità di questi luoghi e per capire quale sarà la loro destinazione“, spiega Francesco Marrelli, segretario Cgil L’Aquila.
“Dislocare alcuni luoghi dell’ospedale in questi spazi vorrebbe dire potenziare la medicina territoriale – continua -. Questa è una delle poche province che ha scelto di inserire le case di comunità all’interno dell’ospedale, quando invece c’erano tutti questi spazi utili per poter costruire una medicina vicina ai cittadini. Il tema caldo è appunto quello di un’integrazione tra ospedali e territorio, avvicinando il più possibile la prevenzione e le cure al domicilio delle persone“.
La nota del Partito Democratico
“Da anni denunciamo lo stato di completo abbandono in cui versa il quartiere dell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio: per questo, abbiamo partecipato convintamente al presidio organizzato dalla Cgil, che ringraziamo per aver riacceso la luce sull’area.
La collina di Collemaggio è l’emblema della malagestione dell’amministrazione Biondi; ad un passo dalla Basilica, tra i monumenti più importanti della città, si espande l’ombra dell’Aquila non ancora ricostruita, lasciata al buio, al disagio, all’illegalità. Ci chiediamo: che fine hanno fatto i 10 milioni drenati dall’Amministrazione Cialente nel 2017, insieme alle associazioni che svolgono attività sociali all’interno dell’ex Op, per realizzare il Parco della Luna e che vedevano come stazione appaltante il Comune dell’Aquila?
L’area di 19 ettari è proprietà della Asl provinciale, quindi della Regione, ma si trova nel bel mezzo del tessuto cittadino e ospita alcuni servizi essenziali e realtà sociali; sono quasi una trentina le strutture presenti, tra padiglioni e edifici più piccoli, mai ricostruite ed abbandonate, preda di continue incursioni da parte di disperati che, allontanati dal centro storico, vi trovano rifugio o ne fanno la base per le proprie azioni criminali.
È necessario, dunque, garantire subito un’illuminazione appropriata e supporto concreto ai servizi e alle associazioni presenti che vi svolgono un’indispensabile funzione di presidio, ultimo baluardo di civiltà con tutt’intorno uno spaventoso vuoto. Contestualmente, è fondamentale aprire un tavolo di confronto sull’area che coinvolga tutti gli attori interessati, dalla proprietà alle associazioni che vi svolgono le attività, alle parti sociali, per avviare un percorso di progettazione partecipata che dia a quell’area una destinazione il più possibile omogenea e finalmente un futuro.
Collemaggio sarebbe il posto giusto dove far sorgere ad esempio la Casa di comunità, il presidio sanitario territoriale che può fornire una serie di servizi di prossimità. Qui dovrebbe prendere vita il Parco della Luna, un progetto che, anche sulla base delle esperienze presenti messe in campo da Comitati ed associazioni, amplierebbe la destinazione dell’area, consolidandola a presidio anche sociale e culturale, e che più in generale vuole riconvertire la collina che ospitava l’istituzione totale del manicomio in uno spazio all’insegna della creatività, della solidarietà e del benessere comunitario. Qualcosa di cui la città avrebbe estremamente bisogno.
L’Amministrazione Biondi invece perde i fondi esistenti per la riqualificazione e non prende in considerazione di pianificare insieme alla Regione un futuro per l’area, lasciandola tuttalpiù a una sua casuale ricomposizione che potrebbe portare a farla diventare la sede di un’accozzaglia di funzioni in nessun modo in relazione tra loro e con la storia del posto.
Il vero rischio è un altro, però.
Nel piano di razionalizzazione della Asl provinciale è in programma “la messa a reddito o la dismissione del patrimonio immobiliare non funzionalizzato o funzionalizzabile ad attività sanitaria”: non vorremmo che l’intenzione nascosta sia quella di dismettere l’ex op di Collemaggio, cedendolo magari a privati. Sia chiaro: non lo permetteremo.
L’area di Collemaggio è strategica per il futuro della città e, per questo, ribadiamo con forza la necessità che ci sia un confronto aperto, trasparente e partecipato sul destino dell’ex op, per scrivere, tutte e tutti insieme, una nuova storia“.