02 Ottobre 2024 - 13:06:27

di Tommaso Cotellessa

Un documento del Comitato Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Abruzzo, risalente al 2021, attesta che già allora erano state riscontrate delle criticità nell’azienda di prodotti chimici Kemipol, dove è scoppiato l’incendio lunedì scorso.

Il documento in questione, rintracciato e divulgato dal Forum H2O, come affermano i vertici del forum – avvertiva dei gravi rischi e delle possibili criticità, comprese le conseguenze di incendi, relativamente alla richiesta avanzata dalla Kemipol di Scerne di Pineto, di poter ampliare la capacità dell’impianto di stoccaggio di prodotti chimici pericolosi.

L’azienda aveva infatti avviato la procedura di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale per aumentare da 1.300 mc a 2.100 mc il quantitativo di solventi in stoccaggio, depositando lo studio preliminare ambientale.

Secondo la ricostruzione del Forum H2O, i funzionari regionali avevano sollevato una prima serie di questioni sulla distanza dal fiume Vomano e sugli aspetti idrogeologici, in particolare per il fatto che “l’impianto ricade in un’area ad alto grado di vulnerabilità della falda“. In seguito l’azienda aveva presentato delle integrazioni documentali, per far fronte alle criticità individuate.

Successivamente, nel corso di una riunione del Comitato V.i.a., avvenuta il 4 maggio 2021, un tecnico del Comune affermo, come si può evincere dal verbale:

Si chiede di conoscere le procedure operative redatte dall’azienda che dimostrino quali sono le azioni da attuare per prevenire, contenere ed eliminare le criticità ambientali che dovessero presentarsi in casi di disastri dalla dispersione nell’ambiente delle sostanze tossiche, nocive e infiammabili trattate nel sito produttivo“. 

Inoltre sosteneva che “Nella documentazione presentata dalla Kemipol non si evince la presenza di un sistema per la raccolta e il trattamento delle acque di prima pioggia delle superfici scolanti dell’insediamento produttivo”. 

Infine che “In relazione agli studi condotti dall’ARTA Abruzzo sul nucleo industriale di Pineto che ha certificato la presenza anomala di sostanze chimiche nella falda sotterranea, molto vicina all’abitato di Scerne, si chiede di valutare l’opportunità di effettuare campagne di monitoraggio specifiche sul sito in questione al fine di escludere eventuali collegamenti con l’inquinamento rilevato” 

Il Comitato sentiva anche il tecnico incaricato dalla Ditta; poi giungeva alla conclusione di rinviare il progetto di ampliamento alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, cioè il procedimento più approfondito e complesso.

Tra le motivazioni addotte dal Comitato si legge tra l’altro:

Considerati gli ingenti volumi di sostanze infiammabili, tossiche e pericolose per l’ambiente, manipolate e detenute anche in serbatoi interrati“;

Considerata la vulnerabilità intrinseca dell’acquifero Alto-Elevato e preso atto delle criticità storiche che si evincono dalle analisi delle acque sotterranee dei pozzi nell’area effettuate da ARTA, si ritiene che debbano essere documentate le profondità di interramento dei serbatoi rispetto alla falda, le caratteristiche costruttive e le procedure di verifica dell’integrità dei serbatoi e delle condotte interrate, per la valutazione del potenziale impatto sulle acque sotterranee

Considerato che nella documentazione non viene indicato quanto previsto agli artt.17, 18 e 19 della L.R.31/2010, ovvero: 1)il sistema di raccolta, convogliamento e trattamento delle acque meteoriche di dilavamento prima dello scarico nell’ambiente; 2)l’impermeabilizzazione di tutte le aree a rischio di dilavamento di sostanze che possono creare pregiudizio al raggiungimento degli obiettivi di qualità delle acque; 3) la natura del corpo recettore dello scarico di dette acque” 

“Visto che l’intero stabilimento rientra in area P2 a pericolosità media del PSDA occorre approfondire i possibili impatti dovuti ad un’eventuale esondazione del fiume Vomano

Considerata la necessità di approfondire l’applicabilità del D.lgs.105/15 (cosiddetta direttiva Seveso sugli impianti a rischio di incidente rilevante, ndr), tenendo conto dei quantitativi di sostanze pericolose anche presenti nel magazzino prodotti finiti e che l’assoggettabilità si valuta sulla “presenza, reale o prevista, di sostanze pericolose, oppure di sostanze pericolose che è ragionevole prevedere che possano essere generate, in caso di perdita di controllo dei processi“, in relazione ai quantitativi massimi detenibili;”

Rilevato che l’Allegato V alla Parte Seconda del D.lgs.152/06 e ss.mm.ii. richiede che “Le caratteristiche dei progetti debbono essere considerate tenendo conto in particolare:(….)f) dei rischi di gravi incidenti e/o calamità attinenti al progetto in questione….” g) dei rischi per la salute umana quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, quelli dovuti alla contaminazione dell’acqua e all’inquinamento atmosferico” si ritiene necessario valutare gli impatti in caso di incidente e le misure di mitigazione previste.”  

Nel segnalare le dichiarazioni sopra riportate il Forum H2O afferma che “sul sito del Comitato VIA inserendo il nome dell’azienda o il comune non siamo riusciti a trovare altri documenti successivi, per cui l’azienda pare non abbia proseguito l’iter della proposta appunto con la più approfondita Valutazione di Impatto Ambientale (che prevede un’ulteriore fase pubblica; quindi i documenti dovrebbero essere facilmente reperibili sul sito del Comitato VIA)”.

Pertanto il Forum H2O ritiene necessario che la Procura conduca un’indagine approfondita per verificare lo stato dell’azienda prima dell’incendio. Questa indagine dovrebbe includere il rispetto delle normative relative alla detenzione di prodotti chimici, alla conformità dell’impianto e alle misure di prevenzione e gestione anti-incendio. Inoltre, è fondamentale che gli enti coinvolti monitorino tutte le matrici ambientali, come aria, suolo, acque superficiali e sotterranee, considerando anche la possibile presenza di serbatoi interrati e materiali contenenti amianto. Infine, è urgente mettere in sicurezza l’area, rimuovendo immediatamente i residui di amianto, e procedere con una bonifica completa nel minor tempo possibile.