05 Ottobre 2024 - 14:32:38

di Vanni Biordi

Il punto centrale del reclamo presentato presso la Procura della Repubblica di Sulmona dai Comitati Cittadini per l’Ambiente è che la centrale elettrica a turbina Metaenergy ha iniziato a operare e continua a funzionare senza mai essersi sottoposta a una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), requisito essenziale e preliminare per qualsiasi successivo procedimento, come l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) relativa alle emissioni, e l’autorizzazione finale, che in questo caso è stata rilasciata dalla Provincia dell’Aquila.

Le Associazioni avrebbero letto attentamente il voluminoso fascicolo riguardante la turbina e gli impianti preesistenti nello stesso sito e in nessun punto sembrerebbe venir menzionata la VIA. Per una maggiore verifica, è stato consultato l’archivio online delle procedure VIA del Ministero dell’Ambiente ma non è stato trovato nulla nemmeno lì.

Le Associazioni sostengono, in una nota, che se da un lato è possibile che nel 1992, quando fu autorizzato il primo impianto della società Fiat Serene Spa, una centrale elettrica a gas da 100 MWt non dovesse sottoporsi a procedure VIA, è tuttavia abbastanza evidente che l’intervento di sostituzione totale dell’impianto originale, paradossalmente considerato come una “modifica non sostanziale”, proposto e realizzato da Metaenergia, avrebbe dovuto essere oggetto di almeno una verifica di soggezione a VIA. Come è avvenuto per l’impianto di compressione Snam, che ha circa la stessa potenza.

A maggior ragione perché, nel frattempo, l’Unione Europea ha emanato, e l’Italia ha adottato, direttive più severe in materia di ambiente e tutela della salute, e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha introdotto nuovi limiti per le emissioni nocive, soprattutto per gli ossidi di azoto (NOx) e le polveri sottili.

Un secondo punto molto importante del reclamo delle Associazioni è che l’impianto Metaenergy non solo non è mai stato sottoposto alla VIA ma sarebbe privo anche dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). L’impianto si trova a circa due chilometri da due siti esistenti Natura 2000 all’interno del Parco della Maiella e protetti dall’Europa. La normativa vigente stabilisce che tutti gli interventi, anche al di fuori dei siti, che possano avere conseguenze al loro interno, devono essere sottoposti a Valutazione di Impatto Ambientale. Inoltre, l’omissione delle procedure VIA determina anche significativi problemi di legittimità dell’AIA.

Un ulteriore punto, non meno importante, è quello relativo alla sicurezza pubblica. Il reclamo evidenzia che l’impianto, molto pericoloso poiché utilizza un elemento altamente esplosivo come il metano, non sembra rispettare le distanze di sicurezza sufficienti a garantire la sicurezza dei cittadini. Infatti, l’impianto è separato solo da un muro dagli impianti sportivi dell’ex Fiat, frequentati da molti giovani, e si trova a poche decine di metri da alcuni grandi esercizi commerciali frequentati quotidianamente da molte persone. Le Associazioni hanno chiesto al Pubblico Ministero di Sulmona di verificare le informazioni e i requisiti legali richiamati nel reclamo, al quale è stata allegata la relativa documentazione, e di adottare conseguentemente i provvedimenti che il caso richiede, non escludendo la chiusura dell’impianto.

Da molti anni, i medici della zona continuano a lanciare l’allarme sui rischi per la salute derivanti dagli insediamenti malsani e in particolare dagli impianti che utilizzano il metano. Rischi che sono amplificati dalle caratteristiche orografiche e microclimatiche del bacino della Valle Peligna dove persiste il fenomeno dell’inversione termica che, insieme alla scarsa ventilazione, impedisce la dispersione degli inquinanti che, quindi, vengono introdotti nella catena alimentare. Ma i medici, secondo le Associazioni, non vengono ascoltati affatto dalla classe politica. Per le Associazioni, l’amministrazione comunale Casini avrebbe aperto le porte a Metaenergia desertificando tutte le decisive conferenze di servizio convocate per autorizzare l’impianto. “E l’amministrazione Di Piero, soggetta a una profonda narcosi, si accontenta di non leggere nemmeno i documenti relativi a questi insediamenti. Con la conseguenza che molto presto la città di Sulmona si troverà al centro di due fonti inquinanti: da un lato Metaenergia e dall’altro l’impianto di compressione Snam”.

Oggi le Associazioni di cittadini stanno facendo quello che possono per cercare di porre rimedio alle conseguenze del comportamento, secondo loro, irresponsabile di chi governa, tradendo la fiducia che era stata riposta in loro. La speranza delle Associazioni è che il reclamo venga preso in dovuta considerazione “perché la salute, bene primario garantito dalla Costituzione, non può essere subordinata agli interessi di potenti lobby economiche che si permettono di disporre del nostro territorio e delle nostre vite a loro piacimento”.