08 Ottobre 2024 - 12:35:51

di Tommaso Cotellessa

Le lavoratrici e i lavoratori dell’azienda Dante Labs S.R.L., operante nel settore delle biotecnologie, si sono dati appuntamento questa mattina dinanzi allo stabilimento dell’azienda per un sit- in al fianco della Cgil dell’Aquila.

Lavoratori e sindacati sono scesi in protesta contro la decisione di Dante Labs di avviare un licenziamento collettivo in cui sono coinvolti 13 lavoratori, mentre altri 7 hanno già perso il posto di lavoro. Si tratta di personale giovane di età compresa fra i 30 e i 40 anni

È da parecchio tempo che si respira un’aria di confusione, tensione e crisi – queste le parole di uno dei lavoratori che rischia di perdere il posto di lavoro – che qualcosa non andava da un po’ si respirava perché fondamentalmente le retribuzioni non sono mai arrivate puntuali, sempre con qualche ritardo. Infatti i primi segnali di cedimento di questa azienda, considerata a lungo fiore all’occhiello del territorio, sono cominciati ad emergere con i ritardi negli stipendi fino ad arrivare al mancato pagamento delle retribuzioni. Ad oggi i lavoratori non hanno ancora ricevuto almeno tre retribuzioni, la quattordicesima e in alcuni casi il trattamento di fine rapporto. Per questo motivo la comunità dei dipendenti ha deciso di agire.

Questa vertenza – ha spiegato Alessandra Marchionni della Filcams Cgil e ufficio vertenze Cgil – è rilevante perché si inserisce in un tessuto sociale già fragile, quello del territorio aquilano. Quello che noi chiediamo è innanzitutto la revoca della procedura di licenziamento collettivo, la revoca dei licenziamenti effettuati a ridosso o in prossimità della procedura di licenziamento collettivo, l’avvio di un tavolo di confronto in sede istituzionale per valutare la fruizione degli ammortizzatori sociali a sostegno del reddito e anche il pagamento delle retribuzioni arretrate

Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, il quale ha affermato che sta il Comune sta monitorando la situazione anche se ancora non è stato convocato un tavolo ufficiale. Il primo cittadino ha inoltre assicurato che ha già avviato un’interlocuzione con il prefetto.

Parliamo di 12-13 esuberi che naturalmente non è un numero elevatissimo, però è significativo perché sono famiglie, lavoratori, cercheremo di capire qualora questo tavolo venisse aperto che specializzazioni hanno le possibilità o di riconversione nell’interno dei processi industriali e aziendali di Dantelabs o attraverso la ricollocazione in altri settori. Per chi non si dovesse trovare una soluzione si procederà con gli ammortizzatori sociali, però ripeto in questo momento sono solo ipotesi perché non c’è ancora un luogo fisico istituzionale in cui confrontarsi”, queste le parole di Biondi.

Durante il presidio, il segretario provinciale del sindacato, Francesco Marrelli, ha ribadito la necessità di un’azione collettiva per scongiurare i licenziamenti e di avviare subito un tavolo di confronto con le istituzioni.

Questa crisi non riguarda solo i lavoratori di Dante Labs – ha dichiarato – ma anche il futuro economico e sociale dell’Aquila“.

La Cgil ha richiesto la revoca della procedura di licenziamento collettivo e l’uso di ammortizzatori sociali a sostegno del reddito, ricordando come il settore biotech rappresenti una risorsa strategica per la città e per la regione.

Il sindacato chiederà l’intervento degli assessori regionali Tiziana Magnacca e Roberto Santangelo e del presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri.

Anche il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, presente al presidio, ha chiesto all’assessore Magnacca di aprire subito un tavolo di confronto.

Per troppi anni – ha detto Pietrucci – questa azienda che è stata, e auspichiamo sia e sarà, una speranza per il nostro territorio, è stata abbandonata dalla politica. La filiera di governo nazionale, regionale, provinciale e comunale per una volta si assuma la responsabilità incidendo sul rilancio aziendale e salvando il posto di lavoro dei dipendenti“.

Sulla vertenza sono intervenuti, in un a nota, anche i consiglieri comunale Paolo Romano e Lorenzo Rotellini.

Correva l’anno 2019 quando il sindaco dell’Aquila portava a esempio della città il Dante Labs: lo faceva nell’ambito del manifesto delle città medie davanti ai sindaci di Ascoli Piceno, Avellino e Carpi. Neanche 5 anni dopo il Dante Labs si è trasformato da simbolo della rivoluzione delle città medie a chiaro sintomo di come in questa città la questione lavoro e occupazione stia drammaticamente in caduta“, scrivono.

Eppure è da parecchio tempo che si percepisce un’aria di difficoltà che oggi è sfociata con il mancato pagamento delle retribuzioni ai lavoratori indietro di almeno tre mensilità, della quattordicesima e in alcuni casi del trattamento di fine rapporto. Un po’ tardi per i tavoli con il prefetto che adesso vorrebbe fare Biondi dopo aver clamorosamente fallito l’attento monitoraggio del territorio e la ricerca di una soluzione alle problematiche prima che le stesse esplodano letteralmente in mano“.

Il procedimento di licenziamento collettivo messo in atto dall’azienda – proseguono Romano e Rotellini – impone alla politica comunale e regionale un alert che non può essere trascurato. Proprio per questo abbiamo inteso partecipare al sit-in dei lavoratori questa mattina e per questo abbiamo chiesto al presidente del Consiglio Roberto Santangelo di convocare una conferenza dei capigruppo“.

Come consiglieri comunali, saremo a fianco dei lavoratori così come abbiamo fatto nelle altre vertenze, lo meritano questi ragazzi e le loro famiglie, lo esige il sistema territoriale che negli ultimi anni sta perdendo sulla forza lavoro a testimonianza di come la bella comunicazione di chi governa non sia tutto nella vita politica di un territorio“, concludono i due consiglieri di opposizione.

Della storia della start up Dantelabs, un’impresa di successo divenuta una nota multinazionale, famosa per la crescita e per il fatturato, c’è una cosa che mi colpisce molto e di cui ora non si parla“.

Così, in una nota, la sindacalista Rita Innocenzi.

Non si tratta – prosegue – della procedura di licenziamento collettivo che è notizia rilevante di questi giorni, né di quanto siano drammaticamente protagoniste e protagonisti e ora agli onori della cronaca quelle lavoratrici e quei lavoratori che sono a serio rischio di perdita del posto di lavoro. Si tratta invece della mancata considerazione da parte del management proprio di quelle alte professionalità che corrispondono al cosiddetto personale dell’azienda, ossia di tutte quelle persone che grazie al proprio lavoro hanno reso a suo tempo Dantelabs una ‘stella del sud’. Una mancata considerazione che non nasce questa mattina ma che è nata molti mesi fa, da quando le persone all’interno dell’azienda brancolavano nel buio dubbiose interrogandosi sul futuro ma prive di informazioni“.

La condivisione dei dati positivi come delle problematiche nell’andamento di una Società, il coinvolgimento su criticità e obiettivi, l’informazione sul reale stato delle cose sono uno degli elementi che danno prospettive e caratterizzano le aziende illuminate. Diversamente, quei soggetti datoriali che invece pensano di affrontare le criticità praticando l’esclusione dei propri collaboratori, favorendone l’uscita e mettendo in atto il decisionismo autoritario hanno poca speranza di futuro. Eppure da anni si parla di capitale umano: il successo delle imprese risiede nel valore delle persone e nelle loro competenze. Il declino inizia molto prima delle procedure di licenziamento collettivo e compito di una attenta politica industriale, di Istituzioni che hanno a cuore la tenuta sociale di un territorio e dei corpi intermedi è anticipare, è essere predittivi. Quando le cose iniziano ad andare male all’interno di un’azienda lo si capisce dai particolari, a volte te ne accorgi quando inizi a trovare i bagni sporchi perché la Ditta di pulizie, magari costretta ad abbandonare l’appalto, non arriva più“.

Dietro e dentro la crisi di Dantelabs come di tante aziende, c’è una filiera fatta di chi opera nell’attività principale e delle attività correlate: spesso si tratta di posti di lavoro che si perdono o si sono già persi ma che non fanno rumore“, ha concluso.