09 Ottobre 2024 - 09:47:37

di Redazione

La Flai Cgil dell’Aquila denuncia la problematica, per le lavoratrici e i lavoratori migranti, legata alla residenza anagrafica nei comuni in cui vivono o lavorano, che, oggi, “appare essere diventata un privilegio per una minoranza di loro. Parliamo di lavoratrici e lavoratori che hanno lavorato e continuano tuttora a farlo nella nostra provincia e nello specifico nella piana del Fucino”.

“La problematica legata alla mancanza di una regolare residenza genera una sorta di residenza cosiddetta fittizia e quindi irregolare, con ricadute negative per la vita di centinaia di donne e uomini migranti. Ciò accade prevalentemente per le difficoltà legate al diritto all’abitare, infatti molti migranti si vedono negare la possibilità di affitto di alloggi ed in mancanza di questi sono costretti a rifugiarsi da amici o parenti che li ospitano – sottolinea il sindacato – Altri, molto verosimilmente, pagano in nero una somma per poter avere un tetto sulla testa. Tale situazione genera un grave vulnus in capo alle migranti ed ai migranti in termini di esigibilità dei diritti, quali: curarsi, visto che senza la regolare residenza non possono accedere al medico di famiglia; percepire il pagamento della disoccupazione agricola, nonostante abbiano lavorato regolarmente e persino anche sfruttati; non possono rinnovare un Permesso di Soggiorno e quindi diventano irregolari. Questa ultima condizione rischia di produrre sfruttamento e concorrenza sleale per quelle aziende che senza scrupoli utilizzano lavoro irregolare pagato qualche euro l’ora”.

La Flai Cgil dell’Aquila vuole ora aprire un tavolo di confronto, con le amministrazioni dei Comuni del Fucino, a cui il sindacato invierà una richiesta di incontro, per trovare una soluzione condivisa “che dia diritto ad una vera integrazione di residenza collettiva”.