17 Ottobre 2024 - 10:04:58
di Redazione
Al via la mobilitazione della Flc Cgil Abruzzo Molise sul dimensionamento scolastico.
Il sindacato annuncia, infatti, assemblee nei prossimi giorni e uno sciopero per il 31 ottobre.
“Si è svolto mercoledì 16 ottobre 2024, convocato dall’assessore all’istruzione Santangelo, il tavolo tecnico interistituzionale sul dimensionamento scolastico in Abruzzo. Come è noto, in seguito alla modifica dei parametri avvenuta con la legge di bilancio 2023, la nostra regione già nell’a.s 24/25 ha perso 4 Istituzioni scolastiche, ma sono previsti ulteriori accorpamenti nel prossimo biennio, fino ad arrivare ad un taglio totale di 13 istituzioni scolastiche nell’a.s 2026/27 – scrive il sindacato – La Flc Cgil Abruzzo Molise ha ribadito al tavolo regionale la contrarietà ad ogni ipotesi di dimensionamento, che si concretizzi in semplici accorpamenti di scuole. La particolare conformazione territoriale della regione, la presenza di comuni montani e la mancanza di efficienti reti di trasporto renderebbero necessaria una specifica attenzione al territorio da parte dei nostri rappresentanti politici nazionali e regionali, altrimenti si rischia di procedere in una semplice operazione ragionieristica, che essendo vincolata al dato numerico ci penalizza“.
“Ricordiamo a tal riguardo – aggiunge la Flc Cgil Abruzzo Molise – che anche in seguito alle nostre mobilitazioni il governo con il decreto Milleproroghe ha consentito alle Regioni per il 2024/25 di derogare fino al 2,5% rispetto al numero delle scuole da dimensionare, rivedendo anche i piani eventualmente già approvati. Ciò per l’Abruzzo ha portato al taglio di 4 istituzioni scolastiche in luogo delle 11 previste. Una parziale retromarcia del Governo, frutto soprattutto dell’iniziativa della FLC CGIL, che per oltre un anno ha contrastato a livello nazionale e a livello territoriale la riduzione del numero delle scuole”.
“Riteniamo pertanto che sia sbagliato rassegnarsi all’ineluttabilità dei tagli, e invitiamo nuovamente la Regione, gli Enti Locali e i rappresentanti politici a battersi in tutte le sedi per ottenere un riconoscimento delle nostre specificità territoriali e scongiurare ridimensionamenti. Questa è la nostra posizione, che abbiamo ribadito con forza al tavolo. Ci sembra però che la Regione voglia andare in tutt’altra direzione: in pratica si chiede alle province di rispettare il numero dei tagli previsti, semmai sostituendo semplicemente le scuole da accorpare con altre, tramite proposte alternative che dovranno arrivare al tavolo regionale entro i primi di novembre. Nulla cambia in sostanza: anche per garantire il ripristino dei due Istituti Comprensivi di Pescara (IC 1 e IC7) che erano stati soppressi, viene chiesto, parallelamente, di creare un accorpamento che riguardi altre scuole. La Regione e l’USR Abruzzo sono rimasti sordi rispetto alle perplessità avanzate dalle stesse Province, in primis quella di Chieti, volte ad evitare soppressioni e accorpamenti che comprometterebbero la qualità dell’offerta formativa nelle zone dell’entroterra”, prosegue la nota.
“Ricordiamo che le autonomie scolastiche accorpate spesso inglobano molti indirizzi, che si compongono talora di decine di plessi anche assai distanti fra loro, e rendono molto complesse le relazioni da tenere con le istituzioni locali, in modo da trasformare autonomie scolastiche vocate alla didattica in enti a prevalente funzione amministrativa – prosegue il sindacato – Intervenire con un nuovo provvedimento di “ri – dimensionamento scolastico”, senza aver fatto preliminarmente una dettagliata analisi dell’offerta formativa regionale, che parta dall’analisi dei flussi demografici, dell’edilizia scolastica e dei trasporti, rischia di portare ad una semplice sommatoria algebrica di istituzioni scolastiche, per rispondere ad una mera logica numerica”.
“Contestualmente al piano di dimensionamento, invece, dovrebbe aprirsi una discussione regionale su tutto il sistema dell’offerta formativa territoriale, sul raccordo con l’ITS, sul diritto allo studio e sul riordino della formazione professionale, dato anche il ruolo svolto dagli organismi di formazione accreditati presso la Regione Abruzzo per l’assolvimento dell’obbligo formativo (primo biennio del II ciclo delle Superiori) – sottolinea la nota – Infine, nel nostro intervento al tavolo abbiamo evidenziato l’inopportunità della nota con cui il dipartimento istruzione della Regione Abruzzo, nel dare indicazioni alle province sul dimensionamento scolastico, ha invitato le Province a “sollecitare” le Istituzioni scolastiche all’implementazione della c.d riforma del 4+2, dando “priorità” all’attivazione dei percorsi quadriennali. Invece di fare ammenda, però, l’assessore Santangelo ha chiesto aiuto per “convincere i docenti” sulla bontà del 4+2, che a suo dire non toglierebbe posti di lavoro, così come garantito dal governo! La stessa posizione è stata rafforzata e ribadita dall’USR Abruzzo, che ha dichiarato come ormai questa sia l’unica strada che potrà essere percorsa per l’ampliamento dell’offerta formativa”.
“Noi non condividiamo la priorità data a questo percorso, che ci vede fortemente contrari. Ribadiamo che per la FLC CGIL l’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale apre le porte alla regionalizzazione del sistema pubblico di istruzione, all’inserimento dei privati anche nella programmazione dell’offerta formativa e, con l’attivazione di percorsi quadriennali, crea una formazione di ridotta qualità oltre ad impattare negativamente sugli organici. Dopo il fallimento della sperimentazione della nell’a.s. 2024/25 per le bocciature espresse dalla stragrande maggioranza delle scuole, invitiamo nuovamente i collegi dei docenti e i consigli di istituto a mantenere alta l’attenzione per fermare l’impoverimento della scuola pubblica e confermare scelte di qualità e di garanzia del diritto allo studio – conclude la nota – Noi, al contrario di quanti restano silenti di fronte a questo progetto, non ci stiamo, e contrasteremo in ogni modo i tagli del dimensionamento e degli organici. Nei prossimi giorni su questi temi svolgeremo assemblee in tutte le province, fino ad arrivare ad una mobilitazione generale con lo sciopero nazionale di scuola, università e ricerca già indetto per giovedì 31 ottobre 2024″.