23 Ottobre 2024 - 09:12:45
di Vanni Biordi
La società italiana di infrastrutture del gas, Snam, è accusata di aver ingannato il pubblico e le autorità locali riguardo al suo progetto di costruzione di una stazione di compressione a Sulmona. Gruppi ambientalisti hanno accusato la società di giocare un “gioco delle tre carte” con permessi e autorizzazioni, un chiaro riferimento a un classico gioco di strada. E’ quanto si legge in un comunicato relativo alla situazione di illegalità del cantiere Snam per la costruzione della centrale di compressione a Sulmona, del Comitato “Per il clima fuori dal fossile”. La controversia è iniziata nel marzo 2023 quando Snam ha iniziato la costruzione a Case Pente, nonostante numerosi permessi e valutazioni di impatto ambientale (VIA) non fossero stati completamente soddisfatti. I gruppi ambientalisti locali hanno immediatamente presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Sulmona, sostenendo che i lavori erano stati avviati prematuramente.
Snam ha sempre sostenuto che le sue operazioni sono legali e pienamente conformi a tutte le normative. Tuttavia, una recente indagine del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha rivelato che un permesso chiave, l’autorizzazione alla costruzione, è scaduto nel marzo 2023 e non è stato successivamente rinnovato, nonostante le affermazioni contrarie della società.
In un disperato tentativo di giustificare le proprie azioni, secondo il Comitato, Snam ha posizionato un cartello sul cantiere citando un decreto ministeriale del luglio 2023 come prova di una proroga del permesso. Tuttavia, il ministero ha dichiarato esplicitamente che questo decreto ha solo prorogato la dichiarazione di pubblica utilità e non ha rinnovato l’autorizzazione alla costruzione.
I gruppi ambientalisti sostengono che le azioni di Snam costituiscono un evidente disprezzo per la legge e le normative ambientali. Hanno chiesto alla magistratura di intervenire e ordinare l’immediata sospensione delle attività di costruzione.
“È chiaro che Snam è stata colta con le mani nel sacco”, sostiene il Comitato. “Hanno ripetutamente mentito al pubblico e alle autorità. Speriamo che la magistratura agisca rapidamente per renderli responsabili delle loro azioni.”
Il caso della stazione di compressione di Sulmona ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla supervisione dei grandi progetti infrastrutturali in Italia e al potenziale danno ambientale. Resta da vedere se la magistratura adotterà i provvedimenti necessari per proteggere l’ambiente e la comunità locale.