25 Ottobre 2024 - 12:29:27

di Martina Colabianchi

Il XXXII Premio Nazionale Paolo Borsellino è stato assegnato quest’anno alla Polizia di Stato.

Questa mattina la cerimonia di consegna all’Aquila, al Ridotto del Teatro comunale, alla presenza, tra le altre autorità, del Capo della Polizia Vittorio Pisani.

Un legame, quello dell’Aquila con le forze dell’ordine, che continua così a rafforzarsi dopo il conferimento della cittadinanza onoraria nel 2021.

Quella di stamattina è la cerimonia finale di un progetto che si è articolato nel corso dell’intero anno, a cui hanno partecipato esponenti di primo piano della magistratura, delle forze dell’ordine, del giornalismo, della cultura e del mondo della Chiesa che ogni giorno sono impegnati in prima linea nel contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie.

Presente oggi, in occasione della cerimonia conclusiva, anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini. Il Dipartimento ha infatti sostenuto la campagna TV e social “Esserci sempre” della Polizia di Stato.

La legalità è il fondamento necessario di ogni società e pilastro etico di una collettività – ha dichiarato nel suo intervento -. Il ricordo e la memoria di chi ha combattuto e combatte per questo valore vanno alimentati. Per questo sono qui oggi con l’intento di onorare l’impegno estremo di Paolo Borsellino contro la mafia e il lavoro di chi, nel suo nome e seguendo il suo esempio, non ha mai smesso di assumersi la responsabilità di combattere con coraggio contro chi infrange e dissipa il bene comune della legalità“.

La Presidenza del Consiglio e, in particolare, il Dipartimento per l’informazione e l’editoria finanzia e sostiene le campagne di comunicazione delle forze dell’ordine, perché le forze dell’ordine sono dalla parte delle persone che, nella legalità, costituiscono il tessuto della società in cui viviamo, perché raccontare il loro operato rende partecipe ciascuno di noi di una trama, spesso non visibile, che tiene coesa la collettività permettendo a ciascuno di noi di esercitare i propri diritti“, ha concluso Barachini.

È un onore e un privilegio ricevere questo premio, non parliamo di me come singolo ma dell’istituzione che rappresento. Viene assegnato a tutti i miei colleghi, fratelli di sangue che hanno condiviso con me questa esperienza e che adesso non ci sono più, quindi è questo il senso ultimo di questo premio“.

Così, ai microfoni di LaQtv, il sostituto commissario Dario Falvo, che a soli 23 anni fu selezionato per entrare nella scorta del giudice Giovanni Falcone, di cui conserva ancora un ricordo indelebile ma anche le ferite per aver perso quelli che chiama i suoi “fratelli di sangue”, i colleghi morti nell’attentato del 1992.

Alla domanda su cosa provi oggi Falvo ad indossare ogni giorno la divisa, questa la sua risposta:

Innanzitutto è un grande privilegio e un onore perché i nostri sono valori che si sentono nel profondo, si entra e si va perché bisogna aver ben chiaro da che parte stare e rappresentarla in tutte le sue forme, dalla vita operativa, a quella di rappresentanza, e l’uniforme rappresenta l’istituzione della Repubblica italiana“.

La mia storia è cronaca, è storia ormai da tanti anni. I miei colleghi erano fratelli perché si condivideva quotidianamente tutto quello che era il rischio, il pericolo ma con la professionalità della programmazione, del cercare di fare il meglio del meglio per proteggere la personalità che, in questo caso, era del giudice Falcone, affinché servisse lo Stato al meglio delle sue possibilità“, ha continuato Falvo condividendo parte della sua storia personale e professionale.

Rivolgendosi poi all’attualità dell’attività di contrasto alle mafie e di tutela della sicurezza delle istituzioni, Falvo dichiara:

La criminalità organizzata ha cambiato pelle, quindi non è più la parte stragista, ma ciò non toglie che la guardia non si abbassa mai. Attraverso noi, quindi i singoli operatori che ogni giorno, il massimo della sicurezza è garantito quotidianamente e non parlo solo della Polizia di Stato, ma anche di carabinieri e finanza che insieme a noi preservano e scortano i rappresentanti delle istituzioni“.