29 Ottobre 2024 - 09:41:33

di Redazione

Fallito il tentativo di conciliazione, prosegue la mobilitazione della FLC CGIL che ha proclamato lo sciopero per l’intera giornata del 31 ottobre 2024 di tutto il personale del Comparto “Istruzione e Ricerca” – settori scuola, università, ricerca, Afam.

Miriam Del Biondo, segretario generale Flc Cgil invita quindi “tutta la popolazione alla partecipazione al presidio, perché la conoscenza è trasversale e riteniamo che un Paese che non investe nell’istruzione, nella formazione e nella ricerca è un Paese che sceglie di non avere futuro”.

“Coerentemente con quanto avverrà nelle altre province abruzzesi e in altre quaranta piazze su tutto il territorio nazionale, la FLC CGIL con i lavoratori e le lavoratrici della provincia dell’Aquila sarà in presidio dalle 10,30 davanti alla Prefettura, in corso Federico II”, precisa.

“La bozza di legge di bilancio presentata in Parlamento nei giorni scorsi di fatto conferma pienamente le ragioni di una mobilitazione già avviata e che non si fermerà allo sciopero del 31 ottobre. Infatti, non prevede risorse aggiuntive per i rinnovi contrattuali 2022-2024; impone un taglio un taglio lineare del 25% del turn over delle amministrazioni pubbliche; prevede un taglio secco della dotazione organica di docenti e ATA nelle scuole; non risponde alle richieste dei lavoratori e delle lavoratrici della conoscenza”, precisa la Del Biondo.

La Flc Cgil chiedelo stanziamento nella legge di bilancio 2025 di risorse adeguate per il rinnovo dei contratti. A fronte di un’inflazione cumulata pari al 18% in tre anni, il governo stanzia risorse che ne coprono appena 1/3 (il 5,8%); un piano di stabilizzazioni straordinario per sanare l’annoso e ormai strutturale problema del precariato in tutti i settori del comparto. Ricordiamo che nelle scuole della nostra provincia ci sono finora 1260 docenti con contratti a Tempo Determinato (oltre due terzi su posti di sostegno) e oltre 200 unità di personale ATA”.

Il sindacato chiede inoltre, “investimenti in tutti i nostri settori, a partire dal significativo incremento delle risorse per gli organici, il tempo scuola e il diritto allo studio. La riduzione prevista a livello nazionale (5.660 docenti e 2.174 ATA) avrà ripercussioni anche nella provincia dell’Aquila dove il livello di precariato è altissimo, le scuole sono in forte sofferenza per carenza di collaboratori scolastici e le segreterie sono in affanno e sovraccariche di lavoro che spesso non è neanche di competenza (vedi la piattaforma Passweb). Questi tagli, in un momento in cui alle scuole è richiesta l’implementazione dei progetti PNRR, ormai entrati nel vivo, significano una mancata conoscenza da parte di chi ci governa della reale situazione lavorativa di un settore fortemente in difficoltà. Significa ancora una volta far cassa sulla conoscenza e decidere del futuro del Paese attraverso la riduzione della spesa pubblica e non l’investimento. Il recupero del taglio operato per il 2024 al Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università, che mette a repentaglio la sostenibilità finanziaria di diversi atenei, come evidenziato qualche settimana fa anche nell’appello lanciato  dai Rettori degli otto atenei delle Marche, Abruzzo e Umbria. Il blocco immediato di iniziative di disinvestimento come il dimensionamento scolastico. In provincia dell’Aquila abbiamo già avuto un taglio di tre autonomie scolastiche e ulteriori accorpamenti previsti per i prossimi anni ci fanno temere per la delicata tenuta delle nostre aree interne che rischiano di perdere l’ultimo presidio della Stato”.

“Tante sono le ragioni per scioperare il 31 ottobre e far sentire la voce dei lavoratori e delle lavoratrici del settore, che continuano ad essere penalizzati/e dalla riduzione delle risorse e degli organici. Lavoratori e lavoratrici sviliti/e quotidianamente da incursioni legislative, fuori contratto e fuori confronto democratico, di natura ideologica e che non rappresentano un quadro organico e complessivo di azioni utili per la crescita di una filiera formativa che possa garantire agli studenti e alle studentesse un’istruzione di qualità”, conclude.