30 Ottobre 2024 - 11:44:39
di Martina Colabianchi
Una pomeriggio politico quasi tutto dedicato alle criticità nella sanità pubblica in provincia dell’Aquila quella di ieri in Consiglio regionale, dove si è riunita la Commissione Sanità mentre, all’esterno, la Cgil e la Fp Cgil della Provincia dell’Aquila si è riunita in un presidio insieme ai lavoratori della Soc. San Rocco.
I dipendenti, che lavorano all’interno della struttura di Villa Dorotea, sono tornati a chiedere risposte sul mancato pagamento degli stipendi non corrisposti dal mese di luglio e sull’incertezza sul futuro della struttura, ma anche sullo scorrimento della graduatoria per Operatori Socio Sanitari.
Lavoratori e sindacato sono stati auditi in Commissione, dove sono tornati a chiedere a gran voce un tavolo istituzionale che coinvolga il sindaco di Scoppito, Loreto Lombardi, della ASL1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, e della Cooperativa San Rocco.
In Commissione è stata anche ribadita la necessità di una revisione del Piano del Fabbisogno del Personale, in modo tale da prevedere l’aumento delle risorse umane necessarie e, di conseguenza, lo scorrimento di tutta la graduatoria attualmente vigente, che, come confermato dalla ASL, sarà valida fino ad aprile 2026.
In Commissione si è parlato, poi, anche della ormai annosa carenza dei medici nell’Alto Sangro e della difficoltà che i cittadini di questo territorio, insieme ai turisti che vi si recano, devono affrontare da oltre tre anni per salvaguardare la loro salute. Questi, infatti, non hanno accesso ai servizi sanitari essenziali, a causa del continuo e sistematico ridimensionamento della guardia medica di Pescasseroli, della mancanza del medico del servizio di emergenza-urgenza del 118, e dell’assenza del servizio di guardia medica turistica.
Inoltre la Asl, a seguito delle sollecitazioni della CGIL in merito alla saturazione delle attuali carenze e dell’attivazione delle case e degli ospedali di comunità, ha confermato anche la volontà di attingere da tale graduatoria a copertura dei posti vacanti e la necessità di modificare l’attuale piano del fabbisogno a garanzia della continuità assistenziale e dell’implementazione dei servizi anche in vista dell’avvio delle strutture sanitarie di prossimità.