31 Ottobre 2024 - 09:10:22

di Redazione

Anche la Flc Cgil e l’Abruzzo oggi aderiscono con tre presìdi all’Aquila, Teramo e Pescara, allo sciopero nazionale di tutto il personale del Comparto “Istruzione e Ricerca”, settori scuola, università, ricerca, Afam (Alta Formazione Artistica, Musicale e coreutica).

Il sindacato chiede al governo lo stanziamento di risorse adeguate per il rinnovo dei contratti; un piano di stabilizzazioni straordinario per i precari; il recupero del taglio operato al Fondo di finanziamento ordinario degli atenei; il blocco immediato al dimensionamento scolastico.

“In Abruzzo – afferma il sindacato – sono state tagliate 4 istituzioni scolastiche e sono previsti ulteriori accorpamenti nel prossimo biennio, fino ad arrivare a 13 istituti”.

A partire dalle 10.30 all’Aquila il presidio sarà nei pressi della Prefettura, in corso Federico II; a Teramo la mobilitazione sarà davanti all’Ufficio scolastico provinciale (Usp) in Largo San Matteo; a Pescara il sit-in sarà davanti all’Usp, Ufficio scolastico provinciale, Chieti-Pescara in via Passolanciano.

Nel capoluogo abruzzese, Miriam Anna Del Biondo, della Flc Cgil, ha spiegato ai microfoni de Laqtv le motivazioni della protesta e le istanze che sono state portate in piazza. “La legge di stabilità conferma le nostre preoccupazioni, perché ripropone un completo disinvestimento nei nostri settori e ripropone una modalità che ormai va avanti da tanti anni, modalità che sinceramente non appartiene solo a questo governo, che è quella di far cassa sui comparti della conoscenza“. Questo il duro affondo della sindacalist, la quale pone l’accento sui tagli disposti sui settori dell’università, della ricerca e della scuola.

Inoltre, un’altra istanza avanti nella protesta di oggi è il ritorno al contratto nazionale di lavoro come strumento centrale. “Intanto è fondamentale che il ministero, quindi il governo, prenda nelle sue mani l’atto di indirizzo perché si possa più presto giungere alla riunione del tavolo contrattuale nazionale. Noi firmiamo ormai da tempo contratti già scaduti. L’ultimo contratto nazionale è stato firmato il 18 gennaio 2024 ma riferito agli anni 19-21 perché dopo un blocco di oltre dieci anni di rinnovo contrattuale chiaramente adesso firmiamo contratti già scaduti. Quindi sarebbe necessario ed urgente emanare l’atto di indirizzo ma il problema è anche un altro e che senza risorse è difficile sedersi ad un tavolo contrattuale. Abbiamo fatto un calcolo che se ci sedessimo domani al tavolo nazionale di contrattazione riusciremmo a recuperare 35 euro medie in busta paga per il personale della scuola ed è qualcosa che non possiamo assolutamente accettare. Inoltre il contratto nazionale deve essere centrale perché si rischia che i contratti diventino regionali in seguito alla definizione della legge sull’autonomia differenziale che noi contrastiamo e che cercheremo di abrogare attraverso un referendum.