01 Novembre 2024 - 15:13:41
di Martina Colabianchi
Il gruppo di lavoro “Aree idonee“, coordinato dal direttore generale della Regione, Antonio Sorgi, al termine di una riunione alla quale hanno preso parte anche il presidente dell’Unione Province Abruzzesi (UPA), Angelo Caruso, il direttore di Anci Abruzzo, Massimo Luciani, e quello dell’ARAP, Antonio Morgante, oltre a dirigenti regionali tra cui il direttore del Dipartimento Territorio e Ambiente, Pierpaolo Pescara, ed il dirigente del Servizio Politica Energetica e Risorse del Territorio, Dario Ciamponi, ha elaborato il documento tecnico nel quale vengono definite le aree su cui sarà possibile installare gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.
Tale strumento ora verrà calato in un apposito disegno di legge che dovrà essere condiviso dalla Giunta regionale prima di essere portato all’attenzione del Consiglio regionale. L’accelerazione è stata imposta dalla tempistica prevista dal Decreto Aree Idonee per le rinnovabili del giugno scorso, relativo proprio alla “Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili“.
L’obiettivo è, in sostanza, quello di arrivare all’emanazione di una legge regionale che indichi, nel dettaglio, quali siano le superfici non idonee all’installazione di impianti da fonti rinnovabili. In sostanza, le aree non idonee sono le aree agricole irrigue servite da Consorzi di Bonifica oltre a vigneti, uliveti, frutteti, boschi e tartufaie. Invece, le zone idonee restano quelle previste dal Decreto Agricoltura.
Soddisfazione è stata espressa, in una nota, da Coldiretti Abruzzo.
“La proposta, come chiesto da Coldiretti in più sedi e attraverso una petizione, tra le aree non idonee all’installazione inserisce le zone agricole irrigue e quelle ad elevato valore rurale garantendo in questo modo la tutela del suolo destinato alla produzione alimentare – dice Pietropaolo Martinelli, presidente di Coldiretti Abruzzo –. Ci auguriamo e raccomandiamo la giunta regionale di continuare su questa strada tenendo in considerazione massima il rispetto del suolo agricolo, l’importanza del suo uso e il valore attrattivo delle nostre campagne e delle eccellenze alimentari“.
“Ribadiamo – aggiunge il direttore di Coldiretti Abruzzo Roberto Rampazzo – che non siamo contro l’utilizzo di fonti alternative, che vanno sicuramente incentivate, ma crediamo fortemente che debbano essere utilizzate nel rispetto della vocazione del territorio. Suolo e paesaggio sono beni comuni e per l’agricoltura rappresentano elementi centrali su cui si basa la qualità del made in Italy agroalimentare e le strategie di competitività, anche in termini di comunicazione, non solo per la componente produttiva ma anche per quella legata alla fruizione del territorio (es. agriturismo, strade dell’olio, strade del vino) e per tali ragioni va impedito il loro uso indiscriminato”.