06 Novembre 2024 - 19:03:20
di Martina Colabianchi
Il “sistema Gran Sasso” al centro di un workshop molto partecipato nella sala Ipogea dell’Emiciclo dove si sono riuniti, questo pomeriggio, rappresentanti delle istituzioni, degli enti coinvolti, docenti universitari ed esperti per approfondire i dettagli dei lavori per la messa in sicurezza che interesseranno il traforo, lavori che dovranno essere comunicati con la massima trasparenza nei confronti dei cittadini e delle amministrazioni locali.
Grande assente il presidente di Regione Marco Marsilio, nonostante l’invito di ieri a spostare i propri impegni dei consiglieri regionali Pietrucci e Mariani e del senatore dem Michele Fina.
All’importante confronto in Consiglio regionale ha preso parte il Commissario straordinario per la sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso Pierluigi Caputi che, facendo il punto sulle operazioni in corso, ha sottolineato come la campagna di indagini geognostiche, ossia i sondaggi all’interno del traforo, è volta a “conoscere meglio il sistema da mettere in sicurezza, e non può esserci alcuna idea progettuale predeterminata“.
Comunque sia, i sondaggi all’interno del traforo potranno essere eventualmente avviati solo a settembre-ottobre 2025, mentre quelli all’esterno sono in corso e termineranno tra una ventina di giorni.
La fase delle perforazioni, preliminare ai lavori di messa in sicurezza del bacino idrico, era partita lo scorso 14 ottobre per poi essere sospesa, con grande sorpresa, pochi giorni dopo a causa della rottura della canala del collettore e di rilevati alti livelli di torbidità dell’acqua, quest’ultimo problema non causato, sembrerebbe, dai lavori in corso.
“Si tratta di un evento imprevisto e imprevedibile per il quale, ribadisco, noi siamo totalmente estranei, stiamo aspettando anche noi di conoscerne i motivi. L’incarico è stato dato, per coordinare le attività, al Sian, l’organismo che presiede alla qualità delle acque, in collaborazione con la Ruzzo reti“, ha detto Caputi intervenendo sulla questione.
Secondo Ruzzo spa, società pubblica del ciclo idrico integrato del Teramano, l’acqua è sempre rimasta sicura e salubre.
“Naturalmente – ha proseguito Caputi sempre sui sondaggi – ci sono ipotesi solutive a vari livelli di definizione tecnica che è previsto che siano valutate in termini di fattibilità progettuale nello specifico Docfap (che è appunto il documento di fattibilità delle alternative progettuali)“.
“La prima ipotesi è quella del prof. Gisonni, encomiabile per la mole di lavoro fin qui svolto, che in continuità amministrativa è doveroso valutare tra le ipotesi alternative. Ci sono poi le varie ipotesi di impermeabilizzazione, da definire e comunque complesse; inoltre sarà presa in considerazione qualsiasi altra proposta tecnica che perverrà e che sia corroborata da documentazione tecnica e analitica“.
“Su tutte queste ipotesi è previsto il confronto tecnico ai massimi livelli ed è auspicabile un ampio confronto istituzionale e collettivo“, ha rimarcato Caputi, ponendosi quindi sulla stessa lunghezza d’onda dei consiglieri di opposizione promotori del workshop.
Proprio ad un’ “operazione trasparenza” nei confronti degli enti e dei cittadini mirano i consiglieri di opposizione, Pierpaolo Pietrucci in testa.
“Il sistema Gran Sasso coinvolge tre elementi: l’arteria autostradale che collega due aree di vitale importanza, l’acquifero più importante del centro Italia e i laboratori di Fisica Nucleare. Capite bene come la convivenza di questi tre elementi è una vicenda molto complessa, dove la politica non può delegare e scaricare le responsabilità ai due commissari che sono stati nominati, ma deve occuparsene prepotentemente e fare da cabina di regia, con un’operazione trasparenza che purtroppo è mancata in questi anni, soprattutto nell’ultimo periodo quando si è deciso di fare delle perforazioni che noi abbiamo contestato“, afferma il consigliere regionale dem ai microfoni di LaQtv.
“Soprattutto, bisogna informare i cittadini che hanno il diritto di programmare la loro vita e noi come consiglieri di opposizione vogliamo incentivare la Regione Abruzzo a rivestire il ruolo di protagonista che non ha avuto. Ci è stato dato questo ruolo di controllo e di vigilanza all’operato della Giunta solo ed esclusivamente al servizio dei cittadini abruzzesi che quotidianamente ci chiedono di che morte devono morire, perché quando ti chiudono un’infrastruttura del genere i problemi che si generano a professionisti, studenti e maestranze del lavoro che riguardano la ricostruzione sono davvero imponenti. Affronteremo tutte queste problematiche attraverso workshop e attraverso la Commissione di Vigilanza“, conclude Pietrucci.