07 Novembre 2024 - 15:18:52
di Redazione
“Quello di ieri è stato un lungo incontro che è servito al confronto tra stakeholders, esperti, commissari e decisori politici che forse mai, fino a ieri, avevano avuto la possibilità di parlarsi e scambiarsi visioni e conoscenze”. Cosi i consiglieri regionali del Pd Pierpaolo Pietrucci e Sandro Mariani sul workshop che aveva come obiettivo quello di far luce sulla questione inerente il sistema idrico del Gran Sasso.
“Il tutto – proseguono – in un momento pubblico che vogliamo sia solo il primo di una serie e che è servito per fare informazione e rendere più trasparente quanto sta accadendo nel complesso sistema del Gran Sasso, con i lavori di messa in sicurezza che coinvolgono la falda acquifera, la viabilità del traforo ed i laboratori di Fisica Nucleare”.
“Un’occasione persa per il Presidente Marco Marsilio che anziché partecipare si è abbandonato alla vigilia a incomprensibili parole di rabbia”, affermano gli organizzatori, i consiglieri regionali del Pd Pierpaolo Pietrucci, vicepresidente della Commissione Bilancio, e Sandro Mariani, presidente della Commissione Vigilanza.
“Per noi – continuano – la politica non è comandare, ma sopratutto ascolto. Come opposizione abbiamo la responsabilità di esercitare il controllo, che è ciò che stiamo facendo favorendo anche la partecipazione cittadina, solo nell’interesse degli abruzzesi”.
“Un’occasione persa da Marsilio e anche dal Comune dell’Aquila che pure non si è presentato all’incontro, con il sindaco Pierluigi Biondi che si è nuovamente calato nel ruolo di portavoce di Fratelli d’Italia. Li informiamo che è comunque disponibile la registrazione dell’incontro che provvederemo a condividere”.
Al workshop ha preso parte il Commissario straordinario Pierluigi Caputi che nel suo intervento ha detto: “Pur con pareri discordanti sull’utilità dei sondaggi geognostici da realizzare sotto il Gran Sasso, il workshop sul tema della tutela dell’acquifero ha avuto il merito di ribadire le questioni essenziali del lavoro intrapreso dalla struttura commissariale, chiarendo ancora una volta che il lavoro avviato è stato caratterizzato dal coinvolgimento di tutte le strutture istituzionali interessate ed ha risposto ai criteri di trasparenza dovuti ai percorsi di evidenza pubblica”.
Nel suo intervento il Commissario straordinario ha potuto approfondire il tema dei sondaggi e della loro necessità a fini conoscitivi.
“L’occasione è stata utile per chiarire alcune interpretazioni non rispondenti alle intenzioni e al procedimento intrapreso eliminando al contempo alcune polemiche espresse nei giorni scorsi. Il Commissario ha chiarito ancora una volta che i sondaggi non sono finalizzati alla ricerca di nuovi punti di captazione ma solo ad integrare le conoscenze attuali e tutti hanno convenuto che gli stessi non determinano criticità per il sistema idrogeologico.”
“I sondaggi non servono per nuove captazioni, che non rientrano nel mio mandato”, ha detto Caputi, “ma servono per avere ulteriori informazioni sulla circolazione dell’acqua, conoscere meglio il sistema da mettere in sicurezza e predisporre progetti adeguati”.
Il Commissario ha poi ribadito che su tutte le proposte solutive che saranno avanzate è previsto un confronto tecnico ai massimi livelli ed è auspicabile un ampio confronto istituzionale e collettivo, così come previsto dalla legge. l dibattito, molto partecipato, ha rimarcato ancora una volta che la messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso è un’opera, come da normativa, non più rinviabile perché riguarda la salute di migliaia di cittadini di tutto l’Abruzzo.
Pur con pareri discordanti sull’utilità dei sondaggi geognostici da realizzare sotto il Gran Sasso, il workshop sul tema della tutela dell’acquifero ha avuto il merito di ribadire le questioni essenziali del lavoro intrapreso dalla struttura commissariale, chiarendo ancora una volta che il lavoro avviato è stato caratterizzato dal coinvolgimento di tutte le strutture istituzionali interessate ed ha risposto ai criteri di trasparenza dovuti ai percorsi di evidenza pubblica. Nel suo intervento il Commissario straordinario ha potuto approfondire il tema dei sondaggi e della loro necessità a fini conoscitivi.
Al workshop ha preso parte anche Tommaso Navarra, presidente del Parco Gran Sasso-Laga, Giovanni Lolli, già vice presidente della Regione Abruzzo, Antonio Sorgi, rup del commissario per la messa in sicurezza antisismica A24-A25 Antonio Corsini, Antonio Marasco, capo dipartimento Anas dell’Abruzzo Molise, Augusto De Sanctis, attivista e consulente ambientale, i geologi Leo Adamoli e Mauro Manetta, Gaetano De Luca, responsabile della Rete di Monitoraggio Sismico Abruzzese, Marco Petitta, docente di Scienze della Terra all’Università La Sapienza, Giorgio Morelli, ingegnere, e già dirigente del Corpo Forestale dello Stato e coordinatore del pool di consulenti tecnici incaricati dalla Procura di Teramo per l’incidente del 2002, Marco Bosio, dirigente Anas.
“Il Gran Sasso risulta essere una delle montagne più ‘bucate’ d’Europa”, ha affermato Lolli che ha voluto ribadire come appartenga alla Regione il ruolo di coordinare ed informare sulla vicenda.
“Dagli anni 70′ sono stai fatti 132 sondaggi per 22mila260metri lineari di carotaggi” ci ha tenuto a specificare il geologo Leo Adamoli, che insieme all’ingenger Giorgio Morelli ha ribadito tutti i dubbi sui nuovi sondaggi – fermati prima di iniziare – stabiliti dal commissario Caputi .
Per Morelli “i sondaggi sono inutili perché è impossibile trovare un punto dove l’acqua sia al sicuro dalle contaminazioni, in quanto nel Gran Sasso c’è una comprovata connessione idraulica che fa in modo che qualsiasi contaminante riesca a influenzare l’intero acquifero”.
Il Commissario Caputi ha risposto che per lui è però “impensabile l’opzione zero” e che i sondaggi da svolgere “sono eseguiti con un carotiere molto piccolo, di dieci centimetri circa, che serve solo a prelevare un campione senza creare alcun pericolo”. Caputi che ha anche ribadito lo stop dei lavori fino a ottobre 2025.
Tutti gli invitati hanno sostenuto l’ipotesi di un commissario unico. Sorgi, Rup per la messa in sicurezza dell’A24 e A25, ha sottolineato di come lo stesso Corsini ha sempre sostenuto l’unificazione dei due Commissari.
Sulla governance del Gran Sasso si è espresso in particolare il Presidente del Parco, Tommaso Navarra, che si è pronunciato a favore di un authority unica che gestisca il Gran Sasso: “Lo Stato rispetto alla sua infrastruttura si nasconde, quando dovrebbe mettere a disposizione tutte le risorse necessarie. Il gestore invece deve gestire solo l’ordinario”.
Augusto De Sanctis, del Forum H20 è tornato sulle annose vicende dei laboratori di fisica e sull’esperimento LVD, con i 1000 litri di nafta che giacciono ancora sotto la montagna “nonostante siano stoccati irregolarmente”.
De Santis infine ha voluto anche sottolineare di come, sulla bontà dell’acqua del Gran Sasso, aleggi una pericolosa retorica, in quanto è possibile che, a causa dei lavori e dei possibili intorbidimenti, all’Aquila in futuro si possa bere l’acqua del lago di Campotosto, “resa sicura dal potabilizzatore previsto, ma pur sempre acqua di lago, insomma non la più buona acqua possibile”.
Sorgi, il Rup del Commissario Corsini ,ha ribadito che una volta approvato il progetto esecutivo, i lavori per la messa in sicurezza strutturale della galleria, dureranno un anno: “Utilizzeremo una canna come cantiere, l’altra rimane a Strada dei parchi”, che però ha già avuto modo di spiegare che i rischi sono troppi per garantire il doppio senso di circolazione in una sola canna.
Marco Bosio dell’Anas ha confermato d’altronde l’attuale presenza di dodici cantieri sulla statale 80 che perdureranno per tutto il 2025 e ha ribadito che “questa non è una strada per i grossi mezzi”.
Una conferma di come come L’Aquila e Teramo resteranno isolate e la loro economia sarà bloccata se non si troveranno alternative al senso unico autostradale.
L’incontro di ieri è stato un esempio di come la politica possa e debba fare il suo – affermano infine Pietrucci e Mariani – alimentando un dibattito pubblico senza il quale i decisori, chiusi nelle loro stanze, non sono messi nelle condizioni di prendere le scelte migliori. Come detto, noi ci proponiamo dunque di continuare a fare tutte le Commissioni e gli incontri che saranno necessari sul delicato e complesso tema del sistema Gran Sasso, favorendo la partecipazione e nell’interesse delle nostre splendide aree interne d’Abruzzo, da tutelare prima di tutto con il mezzo di una reale democrazia”.