08 Novembre 2024 - 11:04:36
di Redazione
“Romano ha voluto strumentalizzare per fini politici conto terzi un episodio che non ha motivo di essere trasformato in polemica politica o un’agorà social, mio malgrado mi trovo costretta a dover rispondere”.
Lo afferma l’assessore al Sociale Manuela Tursini, in un muro contro muro con il consigliere Paolo Romano che ieri in un post su Facebook l’ha accusata di “limitazioni al suo ruolo” di consigliere e di “attacchi alle prerogative istituzionali”.
Nodo del contendere, la richiesta di un appuntamento con il settore che, secondo Romano, verrebbe concessa “solo in presenza dell’assessore competente”, in base a nuove direttive.
La Tursini spiega che “di fronte ad una richiesta di incontro pervenuta a mezzo mail due giorni fa agli uffici del settore sociale, che prevedeva oltre la presenza del consigliere Romano quella di alcuni rappresentanti delle associazioni dei disabili, ho dato la mia disponibilità in quanto assessore ad essere presente all’appuntamento che è bene sottolineare non è mai stato negato: ricordo a Romano che l’assessore è componente di un organo amministrativo di indirizzo politico e che in quanto tale è l’interlocutore primario dei consiglieri comunali. Risulta tra l’altro molto strano che la mail non sia stata inviata al dirigente al Sociale ma agli uffici del settore, come se il consigliere non sappia che si trova di fronte ad un organo della Pubblica amministrazione”.
Riguardo le “nuove direttive” ci cui parla Romano, la Tursini precisa: “Respingo fermamente l’accusa che suggerisca una lesione delle prerogative dei consiglieri comunali o un ostacolo alla trasparenza amministrativa, disciplinata dalle norme di legge e ribadisco che gli uffici del Sociale sono aperti a tutti, sia cittadini che parte politica e sempre lo saranno. Trovo inaccettabili i toni del consigliere Paolo Romano che narra di una ‘direttiva’, tra l’altro inesistente, che limita il diritto dei consiglieri di svolgere il loro mandato. La mia presenza ad incontri di questo genere è un doveroso atto di responsabilità e garantisce che qualsiasi questione venga discussa con la massima serietà istituzionale. La trasparenza e la tutela delle prerogative dei Consiglieri sono principi a cui non ho mai derogato, ma queste non possono essere usate come scusanti per eludere il necessario coordinamento tra le parti. Nei fatti è strano che, a fronte di un incontro chiesto da un rappresentante politico quale è il consigliere Romano, quest’ultimo non abbia premura di richiedere la presenza dell’Assessore competente che sovrintende all’attività del Settore e che la disponibilità invece manifestata dalla stessa ad interloquire con le Associazioni porti ad una simile narrazione mistificatrice della realtà. È evidente ancora una volta come il Consigliere Romano si preoccupi di più di ottenere una visibilità politica personale a scapito degli interessi della Comunità”.
“Invito il consigliere a mantenere un tono di dialogo costruttivo e rispettoso – prosegue l’assessore – Considerando la mia massima serietà nell’approccio al mio incarico istituzionale sarebbe opportuno affrontare simili questioni nei luoghi deputati al confronto politico, ad esempio attraverso un’interrogazione al Consiglio Comunale, invece di gettare in pasto ai social e ai leoni da tastiera una versione dei fatti totalmente scorretta e mistificatrice della realtà Mi auguro che l’ossessione del Consigliere Romano nei confronti della mia persona venga riportata alla discussione politica e che non sfoci ulteriormente in attacchi personali: in tal caso sarò costretta a difendermi nelle sedi opportune”.
Nel post reso pubblico il consigliere Romano ha espresso la propria insoddisfazione verso le nuove direttive che regolano gli incontri con gli uffici, affermando che “qualsiasi appuntamento con il settore venga ora concesso solo in presenza dell’assessora competente e secondo la sua disponibilità”, affermando che presenterà un’informativa al prefetto Giancarlo Di Vincenzo.
Romano descrive come questa restrizione abbia impedito la possibilità di incontrare gli operatori sociali per discutere temi di particolare importanza, come le politiche per la disabilità. “Quello che l’assessora tenta di vietarmi, imponendo la sua presenza e la sua agenda, è contro le prerogative di un consigliere eletto” ha affermato, sostenendo che “l’autonomia e la libertà di azione di un consigliere comunale devono essere garantite per un corretto svolgimento delle funzioni istituzionali”.
Secondo Romano, la gestione dei rapporti con i consiglieri e con i cittadini da parte dell’assessorato alle Politiche Sociali appare più “blindata” che aperta al confronto.
Criticando queste direttive, Romano ha dichiarato che un approccio basato su “editti feudali” non contribuisce né a rafforzare i rapporti con i dipendenti comunali né a migliorare il dialogo con i cittadini e con gli operatori sociali. Per Romano, “l’assiduità, la competenza e l’impegno sul campo sono i veri strumenti di connessione tra le istituzioni e la cittadinanza, non la limitazione degli accessi“.
La replica di Romano all’assessore Tursini
“L’assessora Tursini riscrive liberamente consolidate norme dello Stato quando parla del ruolo dell’assessore nei riguardi dei consiglieri comunali, nonché del bisogno della supervisione e coordinamento dell’assessore nel dialogo tra consiglieri comunali e uffici, senza tralasciare l’assurdo divieto alle critiche pubbliche che vorrebbe attuare; credo che neanche il presidente del Consiglio Meloni, in un dibattito politico, potrebbe esimersi dal riceverle, almeno finché ci sarà ancora democrazia nel paese“.
Questa la dura risposta del consigliere Paolo Romano all’altrettanto dura replica dell’assessore Manuela Tursini di questa mattina.
“Mi chiedo dove l’assessora Tursini abbia letto le norme che vorrebbe imporre nel suo assessorato – che delinea nel mentre nega di averle imposte – come quella che vorrebbe la sua presenza “garante della massima serietà istituzionale” e se si renda conto di quanto la sua visione, chiamiamola così, sia lesiva non solo delle prerogative dei consiglieri eletti, ma anche di quelle dei cittadini che rappresentiamo e, non ultimo, dei dipendenti comunali ai quali di certo non si può imporre di ricevere e dare informazioni solo previa presenza assessorile. Saremo costretti a rivolgerci al Prefetto per riportare la tranquillità del lavoro in un Settore così delicato come quello delle Politiche Sociali pregandolo magari di disporre una lettura collettiva dell’articolo 43 – Diritto dei Consiglieri – del TUEL, dell’articolo 20 dello Statuto Comunale e dell’articolo 26 del Regolamento del Consiglio: “I consiglieri comunali hanno diritto di ottenere dagli uffici, del Comune, nonché dalle loro aziende ed enti dipendenti, tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del proprio mandato“.
“Si potrebbe ben chiudere qui la questione se le dichiarazioni di Tursini non fossero condite da passaggi allucinanti e sconfinanti nel personale, questi sì, come quello nel quale io avrei strumentalizzato quanto occorso al Settore Sociale per “fini politici conto terzi”: a chi si riferisce senza avere il coraggio della chiarezza? Senza parlare di quando mi accusa di nutrire una “ossessione nei riguardi della sua persona” minacciando di adire le vie legali; di certo non mi farò intimidire dalle minacce: dal canto mio continuerò a svolgere con ancora più determinazione il mio dovere di consigliere e a lavorare per i cittadini aquilani poiché poco o nulla mi interessa delle accuse che di fatto si muovono solo all’interno della loro stessa maggioranza“, conclude Romano.