09 Novembre 2024 - 18:23:44
di Redazione
20 anni di lotta alle leucemie per Ail L’Aquila Odv che, oggi pomeriggio, per l’occasione, ha organizzato il convegno “Sempre accanto al malato ematologico” nella sala ipogea del palazzo dell’Emiciclo.
Il convegno ha visto la presidente Alba Agostinelli raccontare i 20 anni dell’associazione e poi una tavola rotonda moderata dal professor Alessandro Grimaldi, direttore del Dipartimento di medicina e di unità operativa complessa (Uoc) malattie infettive della Asl 1.
Hanno partecipato, inoltre, il professor Mauro Di Ianni, direttore Uoc di Ematologia, dipartimento onco-ematologico dell’ospedale di Pescara; la dottoressa Maria Paola Nanni Costa direttrice Uosd di ematologia dell’ospedale dell’Aquila; il professor Marco Vignetti presidente della Fondazione Gimema “Franco Mandelli Onlus”.
“Abbiamo lottato tanto inizialmente perché speravamo di costituire una Uoc di Ematologia – ha raccontato – Politicamente, tuttavia, non era previsto, per cui abbiamo lottato invano. Ci siamo quindi dedicati a quello che è nostro il primo e unico e costante pensiero, il paziente, il malato ematologico e tutto quello che ruota intorno al malato è oggi la nostra mission”.
“L’Ail sostiene la ricerca – ha aggiunto – Si pensi che, 40 anni fa, una diagnosi di leucemia era una condanna a morte, quindi si sono fatti bei passi avanti e oggi molte malattie sono curabili, possono diventare croniche, certo, ma si sopravvive. Noi sosteniamo la ricerca in tanti modi: con bandi per concorsi di ricercatore, con assegni di ricerca per i giovani ricercatori che sono annuali. Acquistiamo tanti reagenti che costano molto e strumenti. A inizio anno, ad esempio, abbiamo acquistato il Rapsody, strumento americano che velocizza le operazioni sui Dna”. uno strumento preziosissimo”.
L’Ail lavora anche molto per il sostegno al malato e alla sua famiglia, ha precisato ancora la Agostinelli.
“Con la giornata di oggi – ha concluso – Speriamo di smuovere gli animi di qualche dirigente Asl per migliorare il nostro reparto: abbiamo pochissime stanze, per cui i pazienti che devono fare le chemio si trovano in un’ unica stanza, uomini e donne insieme, con letti vicini con un unico bagno per uomini, donne e accompagnatori”, ha concluso.