12 Novembre 2024 - 09:34:33

di Martina Colabianchi

Il coordinamento “Per il clima Fuori dal fossile” ha presentato richiesta di accesso agli atti al Comune di Sulmona per avere copia del progetto esecutivo relativo alla centrale di compressione della Snam, che dovrebbe servire a spingere il gas lungo i 430 chilometri del nuovo metanodotto che la Snam ha in programma di realizzare da Sulmona fino a Minerbio.

L’opera, ritenuta dai comitati inutile, inquinante e costosa, dalla centrale di Case Pente a Sulmona attraverserà 19 comuni abruzzesi.

Il coordinamento ha diffuso in una nota la risposta del settore Pianificazione e Gestione del Territorio:

“Dopo aver effettuato le opportune ricerche negli archivi dell’ente si comunica che non risulta agli atti del Comune il progetto esecutivo denominato Centrale di compressione e quattro linee di collegamento in località Case Pente di Sulmona”.

Dunque, la Snam ha impiantato il suo cantiere il primo marzo del 2023 e dagli inizi di settembre di quest’anno ha cominciato la costruzione vera e propria della centrale, ma in diciotto mesi l’amministrazione comunale non si è neppure preoccupata di chiedere alla Snam il progetto esecutivo – attacca il presidente del coordinamento Mario Pizzola -. Ma il sindaco Di Piero e la giunta municipale cosa ci stanno a fare a Palazzo San Francesco se non mostrano il minimo interesse verso un’opera altamente impattante sul territorio e che, con le sue emissioni nocive, peggiorerà la qualità della vita dei cittadini?“.

La legislazione in materia (Codice degli appalti, D.lgs. n.36/2023) stabilisce che “il progetto di fattibilità tecnica e il progetto esecutivo” hanno lo scopo di assicurare “la conformità alle norme ambientali, urbanistiche e di tutela dei beni culturali e paesaggistici” nonché “il rispetto di quanto previsto dalla normativa in materia di tutela della salute e di sicurezza delle costruzioni”, e ancora “il rispetto di tutti i vincoli esistenti, con particolare riguardo a quelli idrogeologici, sismici, archeologici e forestali” e il rispetto “dei principi di sostenibilità economica, territoriale, ambientale e sociale dell’intervento”.

Come può il Comune esercitare la sua funzione di controllo del rispetto di tutte queste norme se non conosce neppure il progetto? Ed infatti in tutto questo tempo il Comune di Sulmona non ha controllato nulla“.

È eloquente, del resto, – prosegue Pizzola – l’inquietante silenzio del Comune rispetto a quanto denunciato ripetutamente dai comitati per l’ambiente, e cioè la situazione di illegalità del cantiere installato dalla Snam. I lavori vanno avanti nonostante che l’autorizzazione a costruire sia decaduta il 7 marzo del 2023 e nessuna autorità finora è intervenuta. Ma si sa: il potere è sempre stato debole con i forti e forte con i deboli“.

E che dire di quanto sta avvenendo in relazione alla tutela dei beni archeologici rinvenuti a Case Pente? E’ normale che la centrale venga costruita sull’area di una necropoli risalente all’epoca precristiana e in un sito in cui è stata accertata la presenza di un villaggio protostorico di 3.500 anni fa? E’ normale che queste preziose testimonianze della nostra storia vadano perse per sempre per far posto ad un impianto devastante e inutile?  E’ normale che l’amministrazione comunale, anziché chiedere l’apposizione del vincolo archeologico e culturale sull’area, si giri dall’altra parte come se il problema non la riguardasse?“.

“Ma già, il concetto di “cultura” dei nostri amministratori pubblici è ben altro: è regalare sull’unghia 30.000 euro all’ agenzia che ha organizzato il concerto di Venditti mentre a Case Pente le ruspe della Snam proseguono indisturbate la loro opera di distruzione. Nel silenzio complice del sindaco Gianfranco Di Piero, dell’assessore Sergio Berardi e dell’intera Giunta municipale”, conclude il presidente del coordinamento “Per il clima Fuori dal fossile”.