12 Novembre 2024 - 10:02:24
di Martina Colabianchi
“L’Aquila circondata da periferie che animavano e sostenevano la sua bellezza ed armonia, da tempo è divenuta una città quasi non riconoscibile, pur essendo stata collocata tra quelle più belle e colte d’Italia“.
Comincia così una lettera aperta inviata alla nostra redazione da una cittadina residente nella frazione di Pagliare di Sassa, parte di quella periferia aquilana che vivrebbe in una condizione di costante “declino iniziato pian piano e molto prima del terribile evento sismico del 2009, forse per la mancanza di dialogo tra amministratori e cittadini e per il tradimento delle promesse elettorali“.
Di seguito riportiamo il testo completo, in cui si fanno proposte per rilanciare in particolare la frazione di Pagliare di Sassa ma non solo, e in cui si chiede un maggiore ascolto da parte dell’amministrazione verso i cittadini che abitano il centro storico e le periferie di un capoluogo chiamato anche alla sfida di Capitale Italiana della Cultura 2026.
“L’Aquila circondata da periferie che animavano e sostenevano la sua bellezza ed armonia, da tempo è divenuta una città quasi non riconoscibile, pur essendo stata collocata tra quelle più belle e colte d’Italia.
Il suo declino è iniziato pian piano e molto prima del terribile evento sismico del 2009, forse per la mancanza di dialogo tra amministratori e cittadini e per il tradimento delle promesse elettorali.
Tutto ciò ha comportato un profondo disagio nella popolazione, che sentendosi esclusa dalle scelte non ha spronato gli amministratori a fare di più per il bene del territorio.
Spesso le voci diverse non si accettano ma sarebbe ora di ascoltarle senza considerare nemici chi le esprime ma preziosi collaboratori che amano il territorio, lo conoscono e desiderano partecipare alla costruzione del futuro della città territorio.
Il confronto con i cittadini non sminuisce l’autorevolezza di un amministratore, semmai n’esalta le qualità.
Qualche esempio di idee da condividere con la popolazione.
a) La nuova pavimentazione del centro storico dell’Aquila.
b) Le violenze in città e la mancanza di sicurezza.
c) La Perdonanza.
Il prato prospiciente la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, dove riposano le spoglie del nostro amato Celestino, per settimane è teatro di rappresentazioni non spirituali tradendo il messaggio della Bolla del Perdono che è, oltretutto, Patrimonio dell’Umanità.
Bisognerebbe lavorare per la pace nel mondo andando dove ci sono le devastazioni, le miserie, le malattie, dove i bambini non hanno diritti, dove le donne vengono ammazzate per un ciuffo di capelli fuori dal velo, dove ci sono spose bambine.
Lasciamo il centro dell’Aquila con tante altre problematiche e andiamo nelle periferie.
Una per tutte: Pagliare di Sassa.
1) Le case colpite dal sisma del 2009 ancora non ricostruite.
2) Le scuole tuttora nei moduli provvisori e la nuova ubicazione mai discussa con la popolazione.
3) I corsi d’acqua che scorrono a Pagliare (e non solo) sono pieni di detriti e gli scarti di tagli boschivi accumulatesi nel tempo, possono portare danni in caso di piogge copiose.
4) La strada per Palombaia, che prima serviva un traffico locale, a causa della chiusura del passaggio a livello della stazione ferroviaria di Sassa, è molto trafficata e mancante anche di manutenzione ordinaria, quindi, molto pericolosa.
5) I luoghi sacri, dove riposano i nostri cari, sono trascurati e mancano di spazi per la tumulazione.
6) Non esistono negozi alimentari di prossimità. Basterebbe chiedere alla grande distribuzione presente in città di provvedere in merito.
7) Pagliare viene pulito una volta l’anno e qualche volta in modo sommario con il taglio dell’erba lasciata per terra.
Allora: che fare?
*Nel capannone commerciale conosciuto come Ex Sercom, si potrebbe ipotizzare un ampio progetto (oltre quello della municipalità) per ridare slancio agli abitanti di tutto il territorio circostante, concretizzando le idee già ripetutamente presentate al sindaco, al vice sindaco e a tanti altri amministratori anche del passato, con:
* la programmazione di biblioteche soprattutto per i giovanissimi e per i non vedenti da collocare anche negli altri paesi, per ridare ad essi quella vitalità che oggi manca;
* una scuola di teatro anche per i non udenti (in Francia esiste da molti anni);
* un Polo umanitario dove ci sono medici, infermieri, operatori culturali e sociali, animatori, fisioterapisti per aiutare nelle loro case le persone non del tutto autosufficienti ma ancora con tanta voglia di fare. La vecchiaia una volta aveva un gran prestigio. Oggi, spesso, essa si vive in solitudine e con tante problematiche.
Gli amministratori dovrebbero lavorare per trovare soluzioni. In mancanza di risorse finanziarie, si potrebbe fare un appello a tutte quelle persone non più in attività lavorativa ma desiderose di essere ancora utili alla collettività partecipando, così, al progetto umanitario e alla costruzione del futuro del nostro territorio.
A Pagliare ci sono grandi spazi per realizzare tutto questo.
Ci sarà un incontro pubblico per discutere di problematiche, soluzioni adeguate e di futuro?”.