15 Novembre 2024 - 18:22:12
di Martina Colabianchi
Il Coordinamento Regionale UDU Teramo–UDU L’Aquila-360 Gradi scenderà in piazza nella città aprutina, in Largo San Matteo, il prossimo 17 novembre in occasione della Giornata Internazionale degli Studenti.
Al centro della protesta, il taglio previsto al Fondo di Finanziamento Ordinario di oltre 41 milioni e 700 mila euro, molto contestato dagli studenti che lo definiscono “una vera e propria batosta economica per i nostri atenei“, come tra l’altro ribadito più volte dai rettori delle università di Chieti-Pescara, L’Aquila, Teramo, Ancona, Macerata, Urbino, Camerino e Perugia.
A gravare sugli studenti è anche il costo dei trasporti. “Nella nostra regione – scrive il Coordinamento – abbiamo assistito ad un aumento inaudito dei costi del trasporto pubblico su ruota, che si è riversato interamente sulle spalle e nelle tasche degli studenti e delle studentesse. Il tutto poi si aggraverà dall’inizio del prossimo anno, quando i biglietti dei treni subiranno un incremento di oltre il 15%, anche qui nel totale disprezzo dei pendolari, già provati dai rincari dovuti all’inflazione“.
“Ci facciamo sentire anche per le residenze pubbliche, – proseguono – in alcuni casi inadeguate e in altri, come a Teramo, totalmente assenti, con centinaia e centinaia di universitari che devono ricorrere a soluzioni private, spesso di scarsa qualità e a prezzi esagerati“.
“Vogliamo vedere il diritto allo studio garantito: chiediamo la copertura integrale delle borse di studio da subito, senza aspettare la fine dell’anno accademico. Si tratta di un sostegno economico immediato, non di un rimborso spese“.
“Scendiamo in piazza per la pace e per dire basta al genocidio in corso – proseguono gli studenti, in riferimento al conflitto in corso in Medio Oriente -. Continueremo a lottare affinché le nostre università recedano da qualunque accordo con gli Stati e le aziende della filiera bellica. Crediamo che le università abbiano la responsabilità morale e politica di condannare i crimini a cui stiamo assistendo in Palestina e Libano e di rifiutare ogni complicità con essi.
“Per tutto questo siamo in piazza. Libereremo il Paese!“, concludono.