16 Novembre 2024 - 19:27:19

di Tommaso Cotellessa

In una solenne cerimonia a Roma, alla presenza di alte cariche istituzionali e di una rappresentanza delle diverse unità dell’Arma, il generale Teo Luongo ha ufficialmente assunto il comando dei Carabinieri, succedendo al generale Giovanni Nistri Luzi. Il passaggio di consegne, intriso di significato e tradizione, ha offerto l’occasione per riflettere sulle sfide e le prospettive future dell’istituzione.

Nel suo primo intervento, il generale Luongo ha reso omaggio alla propria storia personale e familiare, ricordando il padre, comandante di stazione, e la sua infanzia trascorsa tra Venafro e Navelli. Parole che hanno evidenziato il forte legame con i territori molisani e abruzzesi e il senso di appartenenza all’Arma, maturato fin da giovanissimo.

Durante la cerimonia, il generale Luzi ha ripercorso la sua lunga carriera, condividendo un messaggio significativo rivolto alle nuove generazioni di ufficiali.

“Ai miei tempi, l’aspirazione massima dei giovani ufficiali era diventare Colonnelli e Comandanti di Legione. Forse era meglio così, perché il carrierismo non deve mai prevalere sulla responsabilità verso i propri uomini e sulla missione principale dell’Arma: garantire sicurezza ai cittadini”, ha dichiarato Luzi, richiamando l’attenzione sull’etica del comando e sul dovere di pensare agli uomini dietro la divisa

Il generale Luongo, nel suo discorso d’insediamento, ha posto l’accento sul ritorno all’essenza dell’essere Carabinieri: vicinanza alla gente, dedizione al servizio e capacità di affrontare le sfide senza paura del fallimento.

“Non dobbiamo limitarci a gestire la burocrazia, ma focalizzarci sulla sicurezza dei cittadini e sul nostro ruolo di protezione delle comunità,” ha affermato, citando Seneca per incoraggiare una leadership audace e consapevole: “Non è perché le cose sono difficili che non osiamo farle, è perché non osiamo farle che diventano difficili.”

Roberto Di Stefano, rappresentante del Movimento Sindacale Autonomo Carabinieri (MOSAC), ha colto l’occasione per sottolineare la necessità di un dialogo aperto e costruttivo tra i vertici dell’Arma e le associazioni sindacali.

“Le parole del generale Luongo sono condivisibili e ispiratrici, ma è fondamentale che il progresso menzionato passi attraverso un confronto concreto e strutturato, sia a livello centrale che periferico. Non basta invitare le rappresentanze sindacali alle cerimonie: è necessario aprire tavoli di discussione per affrontare le criticità che i Carabinieri vivono quotidianamente sul campo”, ha dichiarato Di Stefano.

Il sindacalista ha inoltre richiamato l’attenzione sull’importanza del dialogo come strumento per evitare scontri su temi cruciali per il comparto sicurezza, citando Borges: “Non si discute per avere ragione, ma per capire.”

Con il passaggio del comando, l’Arma dei Carabinieri si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, guidata da un generale che porta con sé l’esperienza del passato e una visione rivolta al futuro. A lui, gli auguri di buon lavoro da parte di tutto il personale e delle istituzioni, con la consapevolezza che le sfide della sicurezza e della coesione sociale richiedono non solo leadership, ma anche il coraggio di osare e innovare.