18 Novembre 2024 - 10:30:44
di Redazione
In occasione della ricorrenza delle celebrazioni per l’eliminazione della violenza contro le donne, questa mattina, al ridotto del Teatro comunale, va in scena lo spettacolo teatrale “Natura morta in un fosso”, diretto ed interpretato da Giampiero Mancini.
Lo spettacolo rientra nel cartellone di eventi della terza edizione del progetto “Non è solo il 25 novembre”, una serie di appuntamenti e iniziative promossi dall’amministrazione comunale per sensibilizzare la comunità sulla lotta alla violenza di genere.
Il ricco programma di eventi dal 9 al 27 novembre, è organizzato in collaborazione con la collaborazione di istituzioni locali e associazioni attive sul territorio, tra cui il Centro Antiviolenza Donatella Tellini, scuole superiori, l’Università degli Studi dell’Aquila e diverse associazioni locali.
“E’ importante coinvolgere le giovani generazioni perché è proprio da lì che dobbiamo partire – ha detto l’assessore comunale Ersilia Lancia – Oggi lo facciamo con linguaggio teatrale perché ‘Natura morta in un fosso’ è un thriller un poliziesco avvincente. Crediamo e vogliamo parlare di violenza, curandoci proprio delle giovani generazioni, perché la violenza sulle donne resta prima di tutto e soprattutto, purtroppo, anche in un drammatico aggiornamento dei dati, una questione sempre di cultura. Grazie quindi anche agli istituti superiori scolastici cittadini che hanno dato al Comune la possibilità di fare questa quest’operazione che va curata e che si rinnova ogni anno”.
Presente all’appuntamento anche il sostituto procuratore presso la Procura dell’Aquila Roberta D’Avolio, in prima linea nella lotta alla violenza sulle donne.
“Oggi per esserci sempre come donna come magistrato come rappresentante della procura dell’Aquila perché ritengo che occasioni come questa, ovvero la la realizzazione di uno spettacolo teatrale sul tema della violenza contro le donne, la presenza di studenti delle scuole significa effettivamente muovere dei passi verso la parità di genere, la parità che rappresenta l’unica modalità per debellare la scia di sangue legata ai femminicidi – ha sottolineato la D’Avolio – Sono convinta, così come è convinto il mondo della magistratura, ma anche tutta la società civile, che la modalità con cui debellare la violenza contro le donne è costituita da una rinascita culturale: educare i giovani al rispetto, educare le nuove generazioni all’uguaglianza, eliminare de iure e de facto ogni forma di discriminazione tra uomini e donne, eliminare quel rapporto di contrapposizione che da sempre vede la donna in una posizione subordinata rispetto all’uomo. Noi siamo qui oggi per vedere attraverso gli occhi di un regista e nella realizzazione di uno spettacolo teatrale quello che accade ogni giorno alle donne in Italia e nel mondo”.
“Dal 1 gennaio del 2024 alla data del 27 ottobre sono state uccise in Italia 80 donne: dunque gli strumenti legislativi ci sono, si sono susseguite tre diverse normative in tema di violenza contro le donne. La domanda che dobbiamo porci è questa: perché non si riesce a sconfiggere, perché il dato statistico è sempre così elevato, perché è un paese avanzato come l’Italia ancora si trova a dover fronteggiare questo fenomeno? La risposta è nella radice culturale della violenza: ma non serve a nulla o meglio non sono risolutivi strumenti di repressione di prevenzione, ma occorre favorire una crescita della società civile nell’ottica dell’uguaglianza”, ha concluso.