25 Novembre 2024 - 11:59:22

di Redazione

Una proposta di legge su “Educazione alla parità di genere e prevenzione di discriminazioni e violenza nelle istituzioni scolastiche, universitarie e formative”, elaborata con la Conferenza delle Democratiche Abruzzo e i Giovani Democratici sarà portata in Consiglio regionale dal Partito Democratico.

A presentarla, questa mattina, i Dem, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Una proposta di legge, in realtà già presentata nel 2023 a fine legislatura che, hanno precisato i Dem, “non ha un contenuto politico, quindi invitiamo tutti i componenti l’Assise a votarla, per dare corso ad un nuovo capitolo sul tema della educazione alla parità di genere, partendo seriamente e concretamente dall’educazione dei e delle giovani, dalle scuole di ogni ordine e grado. Torniamo a chiedere a questa Regione di diventare protagonista e di orientare alla collaborazione interistituzionale l’azione racchiusa in questa proposta di legge, coinvolgendo soprattutto gli istituti scolastici, che devono essere sostenuti e stimolati nella proposta di progetti su materie così importanti nella formazione delle future generazioni, visto anche che si sta paurosamente abbassando l’età delle vittime di violenza, per mano di maschi sempre più giovani”.

“La proposta di legge ha lo scopo di portare dentro le scuole l’educazione all’affettività e la prevenzione delle violenze e delle discriminazioni di genere che ogni giorno, nel nostro paese, si perpetuano a danno di ragazze e donne, le quali ancora oggi, spesso, non si sentono pienamente rappresentate da uno Stato che ha il dovere di educare le nuove generazioni al rispetto dell’altra e dell’altro, delle scelte altrui. La proposta di legge è un passo in avanti per la nostra Regione affinché diventi esempio di inclusività e rispetto dell’altro”.


La proposta è stata presentata per la prima volta ad ottobre 2023 quando i dati riferiti al 2022 parlavano di 120 femminicidi, di cui 97 in ambito familiare o affettivo; 57 di queste hanno trovato la morte per mano del compagno o dell’ex compagno. Il 31,5% delle donne tra 16-70 anni (6 milioni 788 mila) ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subito violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila). || 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), ha subito violenza in particolare il 5,2% (855 mila) da partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall’ex partner.

“Oggi la situazione non sembra essere mutata e se dai dati si passa ad indagare le cause, risulta evidente come la violenza di genere sia legata in molti modi a un retroterra culturale temporalmente e spazialmente molto esteso e a un rapporto storicamente e socialmente connotato, quello patriarcale e gerarchico uomo-donna, nelle forme specifiche in cui esso è presente nelle diverse culture”, hanno sottolineato.

“Il 25 novembre non dovrebbe essere solo il 25 novembre ma 365 giorni l’anno – ha commentato Roberta Tomasi, portavoce regionale delle Democratiche d’Abruzzo – Abbiamo colto con estremo favore questa ripresentazione del progetto di legge che era stato già presentato nel 2023 quasi a fine legislatura. La Conferenza delle democratiche ha contribuito fin dalla prima ora alla stesura del progetto di legge insieme ai Giovani democratici e farlo oggi ha per noi ha un significato ulteriore. Testimonierà, inoltre, l’azione della Conferenza delle democratiche in tutto il suo corso proprio proprio perché riteniamo che la formazione, il progetto educativo verso i giovani sia fondamentale per abbattere anche tutti quegli stereotipi che ormai non sono nemmeno più stereotipi, ma sono un fatto, per arrivare così anche alla conquista della parità di genere, all’eliminazione della violenza sulle donne che orami è diventata una piaga globale. E’ necessario che ci sia questo processo di consapevolezza collettiva per cui le due cose, eliminazione della violenza e raggiungimento della parità di genere, debbano essere fatte attraverso un percorso complessivo che comprenda le istituzioni e che coinvolga i giovani perché da loro si deve partire”.

La proposta
“E’ da questi presupposti che nasce il progetto di legge presentato nuovamente, perché c’è l’urgenza di intervenire su situazioni e fatti che vedono tra i protagonisti i giovanissimi e che sempre più spesso colpiscono minori preadolescenti, fragili ed emotivamente più esposti.
Non salva lo status: la violenza di genere è presente in tutti i ceti sociali, in tutte le età, non importa il livello di istruzione e benessere economico e a distanza di dieci anni dalla ratifica da parte dell’Italia della Convenzione di Istanbul il fenomeno non accenna a diminuire, ma assume il carattere dell’emergenza quotidiana. Risulta dunque evidente come l’educazione alla parità di genere e al rispetto delle differenze sia uno strumento fondamentale per la prevenzione e come sia necessario partire dai banchi di scuola al più presto possibile. La proposta lo fa, impegnando le parti a intraprendere le azioni necessarie per includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dei materiali didattici su temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali con l’idea di portare nelle classi un problema che troppo spesso resta isolato in altre mura, fino alle estreme conseguenze.

Gli articoli della proposta di legge

L’articolo 1, richiamandosi, ai principi di non discriminazione e al diritto all’istruzione sanciti dalla Costituzione, allo Statuto Regionale, alla L.R. 26/2012, alla Carta dei diritti fondamentali UE e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e a quell’articolo 14 della Convenzione di Istanbul, dianzi citato, che sottolinea il ruolo educativo delle scuole su queste tematiche, nonché all’articolo 1, comma 16, della riforma scolastica del 2015 (L. 107/2015), a norma del quale “Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”.

L’articolo 2 indica i progetti e le iniziative che, su proposta della Commissione Pari Opportunità e sulla base delle analisi svolte da quest’ultima nell’ambito dei compiti ad essa attribuiti e di cui all’art. 2 comma 2 lettera i) L.R. 14 giugno 2012 n.26, possono essere attuati presso gli istituti scolastici, universitari e formativi, anche in collaborazione con gli Enti locali e che la Regione promuove e sostiene, anche attraverso la concessione di finanziamenti, per la realizzazione di tutte quelle attività di informazione e sensibilizzazione da svolgersi con il coinvolgimento dei diversi attori della “comunità educante”. Tra queste attività rientrano non solo quelle rivolte agli studenti, ma anche quelle rivolte alla formazione del personale scolastico e universitario (dirigenti,
docenti, personale ATA).

L’articolo 3 ricomprende tra i beneficiari delle attività di promozione e di finanziamento non solo le istituzioni scolastiche e educative di ogni ordine e grado e le istituzioni universitarie, ma anche le istituzioni formative accreditate per l’erogazione di percorsi triennali di istruzione e formazione (leFP) ai fini dell’assolvimento del diritto-dovere e gli istituti penali per i minorenni. I requisiti, i criteri e le modalità per l’erogazione di questi finanziamenti saranno individuati nello specifico da un’apposita deliberazione della Giunta regionale, che dovrà indicare anche i requisiti di competenza degli operatori che opereranno direttamente a contatto con gli studenti.

L’articolo 4, al fine di ottenere il maggior coinvolgimento possibile delle istituzioni educative e formative, incarica la Giunta di promuovere la stipula di appositi protocolli d’intesa con le Università, l’Ufficio scolastico regionale, l’ANCI e l’UPI. Lo stesso articolo 4 individua la possibilità di collaborazione con altri Enti o Istituzioni

L’articolo 5 reca la disposizione finanziaria evidenziando che gli oneri decorrono dall’anno 2024. A questi si fa fronte con le risorse di apposito e nuovo stanziamento denominato “Fondo per promuovere l’educazione alla parità di genere e la prevenzione delle discriminazioni e della violenza di genere nelle istituzioni scolastiche, universitarie e formative”.

I fondi

Si specifica che gli interventi di cui alla presente proposta di legge possono essere cofinanziati inoltre facendo ricorso ad altre risorse regionali e statali, allocate e trasferite per finalità coerenti con gli obiettivi della stessa.