27 Novembre 2024 - 12:23:59

di Redazione

Il pesante impatto sul territorio di Paganica, frazione ad est dell’Aquila, che sarà determinato dalla lunga fase di cantiere e in modo permanente, dalla realizzazione del metanodotto Snam Sulmona – Foligno è stato al centro, stamattina, di una conferenza stampa dell’Amministrazione separata degli usi civici (Asbuc), di Paganica e San Gregorio.

Nel corso della conferenza stampa sono stati illustrati tracciati, cartografie e documenti inediti relativi al progetto della Snam.

“Il metadonotto Snam determinerà un impatto enorme, temiamo irreversibile anche nel territorio di Paganica, interessato per ben sette chilometri e quasi 40 ettari, con la distruzione di cave di tartufi, coltivazioni di zafferano, e di sentieri, il taglio di migliaia di alberi, comprese querce secolari. Il tubo passerà su una faglia attiva, addirittura sotto il fiume Raiale e a meno di 200 metri dal celebre santuario della Madonna di appari intersecando il sentiero attrezzato che è una affermata infrastruttura turistica, passa a pochi metri dalla chiesetta di San Pietro Celestino V, la cui area è stata da poco riqualificata e financo a pochi metri da abitazioni”, ha detto Galletti che ha ribadito la contrarietà e le forti perplessità sul percorso del metanodotto Snam che collegherà Sulmona, dove è prevista una centrale di compressione, anch’essa fortemente contestata, fino a Foligno, attraversando decine di comuni abruzzesi, tutti in area fortemente sismica.

Galletti ha annunciato che a breve ci sarà una riunione con la Snam, in cui tutte queste pesanti criticità saranno messe sul tavolo. A seguire sarà convocata una assemblea per informare sull’esito i cittadini.

“Le cartografie che la società ci ha consegnato – ha aggiunto – sono pressoché illeggibili e non corrispondono in più punti alle località interessate, non consentono una lettura di dettaglio, che invece è l’aspetto dirimente. Una cosa è però certa: non si tiene conto della fase del cantiere, che potrà durare molto tempo, e anche questo avrà un impatto enorme, pensiamo solo al fatto che saranno devastati con ampliamenti e modifiche del tracciato sentieri e strade campestri, distrutti certamente maceri e muraglie a secco, che vorrei ricordare, sono tutelate come bene storico e architettonico”.

Per quanto riguarda risarcimenti e compensazioni, ha sottolineato: Quello che la Sam ha messo sul tavolo sono 100mila euro, per poi quantificare in secondo momento i cosiddetti ‘frutti pendenti’, ovvero i danni reversibili di lunga durata alle colture, a cominciare dalle tartufai naturali dei boschi interessati all’opera, e i proprietari delle coliti fazioni per prezioso fungo ipogeo che si troveranno distrutte hanno già quantificato il danno in 50 milioni di euro. E va considerato anche il tartufo spontaneo, le cui cave andranno perdute e sono una voce fondamentale per l’economia del nostro territorio,. Inoltre va considerato che il catasto non è aggiornato all’attuale proprietà con nominativi vecchi di due generazione, e questo determinerà problemi per la titolarità degli eventuali risarcimenti”.

Per di più rivela Galeltti, nella lettera che la Snam ha mandato e in cui stabiliscono i criteri dei risarcimenti per la servitù dei terreni di passaggi “ci sono punti molto pochi chiari: ad esempio si dice che gli obblighi assunti si riterranno nulli o privi di effetto qualora la Snam non dovesse realizzare il gasdotto. Ammettiamo dunque che ci sia un intoppo, che resti una opera incompiuta, e in Italia spesso accade, i cittadini interessati all’opera avranno solo i danni e disagi per la lungo cantiere. Si pone l’obbligo di non realizzare alcuna opera nell’area interessata al cantiere, tra cui le fognature e le canalizzazioni. Il problema è però che il tubo passa a pochi metri dalle abitazioni, e questo potrà con ogni probabilità creare notevoli problemi ai residenti. Non hanno considerato nel ripristino ambientale il ponte medioevale del Duca nella valle di Fonte Verrone, luogo di enorme pregio ma che nelle loro mappe nemmeno compare, ma del resto clamorosamente non viene menzionato l’attraversamento del sentiero attrezzato, una delle attrazioni del nostro territorio che collega il paese al santuario della Madonna di Appari”.

“Vorremmo ricordare che Paganica fa parte del Comune dell’Aquila, che pure formalmente si è dichiarato contrario all’opera – ha concluso – Ma nonostante questo dal sindaco Pierluigi Biondi e dall’assessore all’Ambiente Fabrizio Taranta registriamo ad oggi solo un assordane silenzio. Si solo limitati a convocare gli usi civici, per invitarli ad alzare la posta con Snam per quel che riguarda i risarcimenti. Invitiamo comunque un costruttivo confronto con l’amministrazione comunale dell’Aquila che spero sia consapevole dell’impatto sul suo territorio di questa opera”.