29 Novembre 2024 - 11:20:07

di Martina Colabianchi

In viaggio con la Banca d’Italia” fa tappa all’Aquila: un’iniziativa itinerante, nel capoluogo già da ieri, promossa dall’Istituzione per sensibilizzare i cittadini sulla cultura finanziaria e aprire un dialogo diretto con persone, imprese e istituzioni.

Il progetto, che tocca diverse città italiane, rappresenta un’importante occasione per approfondire tematiche fondamentali legate alla gestione del denaro e per comprendere meglio le dinamiche economiche del Paese.

Questa mattina, l’evento clou dell’iniziativa che entra proprio nel profondo del tema principale. “Affrontare le sfide strutturali dell’economia italiana“, questo il titolo del convegno ospitato dal Gran Sasso Science Institute e che vede la partecipazione del Direttore Generale della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini, insieme ad altri autorevoli rappresentanti del mondo accademico e imprenditoriale locale.

Nel ringraziare il GSSI, Signorini ha ricordato il terremoto del 2009 e le ingenti perdite umane e materiali, ricordando che “dopo il terremoto c’è stato proprio il GSSI. Esso nacque nel 2012 sulla base della convinzione che la scienza e la ricerca potessero avere un ruolo chiave per la rinascita delle zone colpite. Insieme con i laboratori del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, il GSSI si è affermato come un centro di ricerca di alto livello. Realizza importanti sinergie con imprese innovative. In tutta l’area vi è una significativa diffusione di attività tecnologiche, che trovano un contesto favorevole grazie alla presenza di qualificati centri di ricerca e formazione“.

Il tema che abbiamo scelto per l’incontro di oggi è quello delle prospettive di sviluppo dell’economia al di là del breve termine. Il dibattito sulla politica economica, monetaria e finanziaria tende a volte a concentrarsi sulle tendenze più recenti, sugli ultimissimi dati; ma è bene non perdere mai di vista le prospettive di più lungo respiro. È da quelle che dipende, al di là delle oscillazioni congiunturali, il benessere futuro del Paese“, ha proseguito Signorini nel suo intervento.

Il Direttore ha poi ricordato gli shock violenti che, negli ultimi hanno, hanno generato un profondo impatto sull’attività economica, dopo le quali l’Italia “ha dato prova di un’apprezzabile capacità di resistenza” e una rapidità nella ripresa superiore rispetto alle altre grandi economie europee.

Focus particolare, poi, alla transizione energetica e tecnologica, su cui “non è più solo l’Italia, ma ormai l’intera Europa che ha necessità di darsi una scossa“.

In particolare, per quanto riguarda la transizione energetica, Signorini ha detto:

“Si discute molto sul ruolo della finanza nel favorire la transizione energetica, e in questo contesto sul ruolo delle autorità monetarie e di vigilanza. Poiché la transizione richiede molti investimenti privati, il buon funzionamento dei mercati e degli intermediari è essenziale. Vorrei però dirlo con chiarezza: sarebbe irrealistico illudersi che lo strumento per realizzare la transizione energetica siano principalmente una politica monetaria o una supervisione finanziaria “verdi”. Le banche centrali, giustamente, adottano criteri di sostenibilità nelle proprie scelte operative e finanziarie; ma il contributo più importante che esse possono dare è fare bene il proprio mestiere, assicurare la stabilità monetaria e finanziaria. È in questo modo che esse possono favorire l’allocazione efficiente delle risorse, nel contesto di politiche pubbliche incentivanti che spetta alle istituzioni di governo, democraticamente responsabili, determinare. Quanto alla supervisione prudenziale, essa ha il compito di assicurare una corretta gestione dei rischi da parte delle istituzioni vigilate. A tal fine queste ultime devono tenere adeguato conto dei rischi climatici, come del resto ormai, specie in Europa, si sta loro richiedendo. Non sarebbe però né appropriato né realistico usare i requisiti tecnici della vigilanza prudenziale come surrogato di una politica economica che orienti nella direzione desiderata le scelte di imprenditori e consumatori; sono altri gli strumenti, e spetta ad altri decidere in merito”.

Come tutte le grandi trasformazioni, la transizione verde e quella digitale hanno effetti pervasivi sul sistema economico. Non vanno sottovalutati i progressi fin qui compiuti in alcuni campi, in particolare quello della transizione energetica; ma è essenziale non ignorare i ritardi da colmare. Le imprese innovative e le istituzioni di ricerca hanno un ruolo centrale“, ha concluso il suo intervento il Direttore Generale della Banca d’Italia.

La nostra iniziativa è un viaggio, un tour nel Paese in cui la Banca d’Italia si apre alla discussione con cittadini, imprese e istituzioni, cercando di utilizzare un linguaggio accessibile per far capire come sta andando questo mondo complesso“, spiega ai microfoni di LaQtv il Direttore della filiale dell’Aquila della Banca d’Italia Giovanni Giuseppe Ortolani.

L’importante convegno è anche occasione per fare il punto sull’economia regionale rapportata a quella italiana ed internazionale in questo preciso, e complesso, momento storico.

“Viviamo un momento molto difficile, con dei conflitti in corso, con delle tensioni geopolitiche che impattano anche sul commercio con l’estero – prosegue Ortolani –. Queste tensioni chiaramente non sono positive per l’economia europea e conseguentemente per quella italiana, e anche regionale, tuttavia ci sono dei segnali positivi. Noi stiamo vedendo una certa vivacità in regione, dove si vede un lieve rallentamento in questi mesi del settore dei mezzi di trasporto, ma un settore chimico-farmaceutico ancora molto dinamico. Anche il tessile sta andando molto bene. Certamente, ci sono dei nodi che accomunano l’Abruzzo all’economia italiana in generale, che riguardano la capacità di fare innovazione, di gestire efficacemente la transizione climatica e, soprattutto, valorizzare il capitale umano”.

Le persone, naturalmente, sono il motore di tutto, l’Abruzzo ha una buonissima dotazione di istituzioni accademiche, ma tuttavia si evidenzia un rilevante problema di perdita di talenti che migrano verso l’estero. Questi sono temi da affrontare, andremo poi nel dettaglio sull’economia italiana con la relazione del direttore generale“, ha concluso il Direttore Ortolani.