03 Dicembre 2024 - 18:37:04

di Tommaso Cotellessa

Questa mattina, come preannunciato, alcuni agricoltori hanno consegnato simbolicamente due cesti di peperoncini all’ingresso del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) dell’Aquila, per portare l’attenzione sui ritardi nella giustizia amministrativa e sulle difficoltà causate dalla gestione della fauna selvatica

I doni, pur non essendo stati accettati in quanto il tribunale non riceve pubblico, hanno avuto lo scopo di mettere in luce le difficoltà del settore agricolo.

Secondo quanto denunciato dagli agricoltori, il TAR dell’Aquila soffre di una pesante carenza di personale, che limita l’attività a sole due cause discusse al mese. Questa situazione, già critica, è ulteriormente aggravata dai numerosi ricorsi presentati dal mondo ambientalista, definiti come “a costo zero” e spesso percepiti come un ostacolo alle attività produttive.

Gli agricoltori hanno espresso la loro frustrazione per un sistema che, a loro dire, fatica a bilanciare le istanze ambientali con la tutela delle attività agricole, fondamentali per il territorio. “A Natale – hanno annunciato – consegneremo simbolicamente carbone ai responsabili di questa paralisi”.

Un nuovo appuntamento di protesta è già stato fissato per il prossimo 14 maggio, quando un gruppo di agricoltori, supportato da trattori, manifesterà davanti al TAR dell’Aquila. Al centro della questione c’è la gestione della fauna selvatica, accusata di arrecare danni ingenti ai raccolti agricoli senza interventi concreti per arginare il problema.

Secondo i manifestanti, la proliferazione incontrollata degli animali selvatici è ormai insostenibile: “La fauna scorrazzare liberamente sui campi, distruggendo i raccolti, senza che si adottino misure efficaci per controllarla. Non si pensa nemmeno al benessere degli animali stessi, che spesso non hanno cibo né acqua sufficienti per sopravvivere”.

Gli agricoltori puntano il dito contro una presunta “minoranza ambientalista”, che rappresenterebbe una frazione dello 0,01% della popolazione italiana, accusandola di influenzare pesantemente le decisioni sulla gestione della fauna selvatica. “Non è giusto che pochi decidano a spese dell’intera comunità,” affermano.

La protesta accende i riflettori su un tema complesso, che richiede un equilibrio tra tutela ambientale e sostegno alle attività agricole. Gli agricoltori chiedono azioni concrete per contrastare i danni provocati dalla fauna selvatica, inclusa la possibilità di abbattimenti controllati, e un sistema giudiziario più rapido ed efficiente per affrontare i ricorsi.

Il prossimo confronto di maggio potrebbe rappresentare un momento decisivo per avviare un dialogo tra istituzioni, agricoltori e ambientalisti, con l’obiettivo di trovare soluzioni sostenibili e condivise.